Lucrezia Visconti Calabrò – Giornale del Garda https://www.giornaledelgarda.info by Dipende Tue, 19 Mar 2024 03:45:26 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.5.30 Biennale Arte: da “Viva Arte Viva” a “May You Live in Interesting Times” https://www.giornaledelgarda.info/biennale-arte-da-viva-arte-viva-a-may-you-live-in-interesting-times/ Fri, 08 Mar 2019 14:11:04 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=33271 Il curatore Ralph Rugoff e il presidente Paolo Baratta alla conferenza stampa della 58esima edizione della Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia. (Courtesy Martina Cappellesso, Non Solo Cinema)

Il curatore Ralph Rugoff e il presidente Paolo Baratta alla conferenza stampa della 58esima edizione della Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. (Courtesy Martina Cappellesso, Non Solo Cinema)

La 58esima edizione della Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo May You Live In Interesting Times, a cura di Ralph Rugoff, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, sarà aperta al pubblico da sabato 11 maggio a domenica 24 novembre 2019, ai Giardini e all’Arsenale. La pre-apertura avrà luogo nei giorni 8, 9 e 10 maggio, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 11 maggio 2019.

La 57esima edizione della Esposizione Internazionale d’Arte “Viva Arte Viva”, a cura di Christine Macel, si è chiusa con un record di più di 615.000 visitatori e una ricezione critica disomogenea. Molti gli highlight dell’edizione su cui i critici si sono trovati pressoché concordi, primi tra tutti il Padiglione tedesco con la performance di Anne Imhof e il Padiglione italiano Il Mondo Magico a cura di Cecilia Alemani, per la prima volta dopo diverse edizioni dedicato all’esposizione di tre artisti e costruito intorno a un progetto curatoriale coerente. Tacciata di disimpegno e eccessiva semplicità, la mostra principale dell’edizione del 2017, a cura di Macel, è stata invece letta in diverse analisi critiche come espressione di un generale atteggiamento di esaltazione dell’ “arte per l’arte”, in cui la curatrice si è sottratta all’esplorazione di temi politici e sociali importanti per la contemporaneità.

La ricezione della mostra di quest’anno, “May You Live In Interesting Times” a cura di Ralph Rugoff, è stata fortemente connotata per la sua forza politica già dalle prime dichiarazioni sul progetto, e stavolta in senso positivo. Per la prima volta, il numero delle artiste supera il numero degli artisti, e la mostra, già a partire dal titolo, si posiziona dichiaratamente in un’ottica coraggiosamente pronta a confrontarsi con i temi fondamentali del nostro presente.  «Il titolo di questa Mostra può essere letto come una sorta di maledizione – ha dichiarato il Presidente Paolo Baratta – nella quale l’espressione “interesting times” evoca l’idea di tempi sfidanti e persino minacciosi. Ma può essere anche un invito a vedere e considerare sempre il corso degli eventi umani nella loro complessità, un invito pertanto che ci appare particolarmente importante in tempi nei quali troppo spesso prevale un eccesso di semplificazione, generato da conformismo o da paura. E io credo che una mostra d’arte valga la pena di esistere, in primo luogo, se intende condurci davanti all’arte e agli artisti come una decisiva sfida a tutte le inclinazioni alla sovrasemplificazione.»

Ralph Rugoff ha dichiarato: «May You Live in Interesting Times includerà senza dubbio opere d’arte che riflettono sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, fra i quali le molte minacce alle tradizioni fondanti, alle istituzioni e alle relazioni dell’ “ordine postbellico”. Riconosciamo però fin da subito che l’arte non esercita le sue forze nell’ambito della politica. Per esempio, l’arte non può fermare l’avanzata dei movimenti nazionalisti e dei governi autoritari, né può alleviare il tragico destino dei profughi in tutto il pianeta (il cui numero ora corrisponde a quasi l’un percento dell’intera popolazione mondiale).»

«In modo indiretto, tuttavia, forse l’arte può offrire una guida che ci aiuti a vivere e pensare in questi ‘tempi interessanti’. La Biennale Arte 2019 non avrà un tema di per sé, ma metterà in evidenza un approccio generale al fare arte e una visione della funzione sociale dell’arte che includa sia il piacere che il pensiero critico. La mostra si concentrerà sul lavoro di artisti che mettono in discussione le categorie di pensiero esistenti e ci aprono a una nuova lettura di oggetti e immagini, gesti e situazioni. Un’arte simile nasce dalla propensione a osservare la realtà da più punti di vista, ovvero dal tenere in considerazione nozioni apparentemente contraddittorie e incompatibili, e di destreggiarsi fra modi diversi di interpretare il mondo che ci circonda. Gli artisti il cui pensiero parte da questi presupposti, sanno dare significati alternativi a ciò che prendiamo come dati di fatto, proponendo modi diversi di metterli in relazione tra loro e di contestualizzarli. Il loro lavoro, animato da curiosità sconfinata e intelligenza di spirito, ci spinge a guardare con sospetto a tutte le categorie, i concetti e le soggettività che sono dati per indiscutibili. Ci invita a considerare alternative e punti di vista sconosciuti, e a capire che “l’ordine” è ormai diventato presenza simultanea di diversi ordini.»

La mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, includendo 79 artisti provenienti da tutto il mondo, e sarà affiancata da 90 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan. La Repubblica Dominicana partecipa per la prima volta alla Biennale Arte con un proprio padiglione.

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, sarà a cura di Milovan Farronato. Sono 21 gli Eventi collaterali ammessi dal Curatore e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro. Organizzati in numerose sedi della città di Venezia, propongono un’ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la mostra.

La 58esima edizione della Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo May You Live In Interesting Times, a cura di Ralph Rugoff, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, sarà aperta al pubblico da sabato 11 maggio a domenica 24 novembre 2019, ai Giardini e all’Arsenale. La pre-apertura avrà luogo nei giorni 8, 9 e 10 maggio, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 11 maggio 2019.

LCV

]]>
VIVA ARTE VIVA 57. Biennale Arte Venezia https://www.giornaledelgarda.info/viva-arte-viva-57-biennale-arte-venezia/ Wed, 05 Apr 2017 12:00:41 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=28224 VIVA ARTE VIVA
Venezia
 (Giardini e Arsenale), 13 maggio – 26 novembre 2017
Vernice 10-11-12 maggio

Apre al pubblico da sabato 13 maggio a domenica 26 novembre 2017, ai Giardini e all’Arsenale, la 57. Esposizione Internazionale d’Arte. Dal titolo VIVA ARTE VIVA, la mostra internazionale di questa edizione è curata da Christine Macel, curatrice capo del Centre Pompidou, Parigi. La vernice avrà luogo nei giorni 10, 11 e 12 maggio, la cerimonia di premiazione e di inaugurazione si svolgerà sabato 13 maggio 2017.

La Mostra sarà affiancata da 85 Partecipazioni Nazionali nei Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Anche per questa edizione si prevedono selezionati Eventi Collaterali, proposti da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative a Venezia in concomitanza con la 57. Esposizione.

La Mostra Internazionale VIVA ARTE VIVA

La curatrice Christine Macel, dal 2000 responsabile del Dipartimento della “Création contemporaine et prospective” al Musée national d’art moderne – Centre Pompidou di Parigi, approda alla direzione artistica della Mostra Internazionale della 57. Biennale Arte dopo precedenti esperienze come curatrice del Padiglione Francese alla Biennale Arte 2013 (Anri Sala) e del Padiglione Belga nel 2007 (Eric Duyckaerts).

Seguendo coerentemente le precedenti esperienze di Macel, la mostra offrirà un percorso espositivo che si sviluppa intorno al concetto stesso di padiglione nazionale, proponendo nove capitoli o famiglie di artisti, con due primi universi nel Padiglione Centrale ai Giardini e sette altri universi che si snodano dall’Arsenale fino al Giardino delle Vergini. Ogni capitolo costituirà di per sé un Trans-padiglione, in una rielaborazione critica della storica suddivisione della Biennale in padiglioni, il cui numero non ha mai cessato di crescere dalla fine degli anni ‘90. I nove Trans-padiglioni comprenderanno: Il Padiglione degli artisti e dei libri; Il Padiglione delle Gioie e delle Paure; Il Padiglione dello Spazio Comune; Il Padiglione della Terra; Il Padiglione delle Tradizioni; Il Padiglione degli Sciamani; Il Padiglione Dionisiaco; Il Padiglione dei Colori; Il Padiglione del Tempo e dell’Infinito. Gli artisti partecipanti saranno 120 provenienti da 51 paesi; di questi 103 sono presenti per la prima volta nella Mostra Internazionale del curatore.

(A questo link per visionare la lista completa degli artisti invitati www.labiennale.org)

La prospettiva con cui Christine Macel inaugura la presentazione della mostra è quella di ridare all’artista il ruolo, la voce e la responsabilità che deve nel dibattito contemporaneo e nella designazione del mondo di domani: «L’arte di oggi, di fronte ai conflitti e ai sussulti del mondo, testimonia la parte più preziosa dell’umanità, in un momento in cui l’umanesimo è messo in pericolo. Essa è il luogo per eccellenza della riflessione, dell’espressione individuale e della libertà, così come degli interrogativi fondamentali. L’arte è l’ultimo baluardo, un giardino da coltivare al di là delle mode e degli interessi specifici e rappresenta anche un’alternativa all’individualismo e all’indifferenza». Nelle parole del Presidente della Biennale Paolo Baratta, «questa Biennale è proprio dedicata a celebrare, e quasi a render grazie, all’esistenza stessa dell’arte e degli artisti, che ci offrono con i loro mondi una dilatazione della nostra prospettiva e dello spazio della nostra esistenza».

Presenze italiane: Salvatore Arancio, Irma Blank, Michele Ciacciofera, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri e Maria Lai.

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, sarà curato quest’anno da Cecilia Alemani.

Lucrezia Calabrò Visconti

]]>
Desenzano del Garda, Vivi Café: gusto NO STOP a cuore aperto https://www.giornaledelgarda.info/desenzano-del-garda-vivi-cafe-gusto-no-stop-a-cuore-aperto/ Wed, 19 Oct 2016 06:07:26 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=26326 L’accogliente locale che si affaccia fronte lago in Piazza Matteotti. Steak house – ristorante/pizzeria con orario continuato fino all’una di notte.

Vivi Café a cuore sempre aperto in Piazza Matteotti a Desenzano. Fronte lago classico, a due passi dal parcheggio Maratona, dove porte ed emozioni, inglobate nel gusto, dischiudono le proprie caratteristiche alle necessità del cliente. Per un incessante piacevole andirivieni dalle 11 del mattino fino all’una di notte. Tra ristorante, pizzeria e steak house, dalle prelibate attrazioni per ogni genere di palato. Nella flessibilità dinamica dell’orario di apertura, la duttilità di un locale adeguato ai tempi. Particolare non comune, pur nella grande offerta gardesana di strutture dedicate alla ristorazione ed affini. Al Vivi Café abbiamo potuto mangiare e bere bene anche in orari non convenzionali. Cominciando al mattino, con le colazioni d’autore che spaziano nell’internazionalità variegata del dolce e del salato. Proseguendo con gli attimi scansionanti le giornate per i vari appetiti. Brunch che anticipa il Lunch. Ovvero il pranzo in un continuum di gradevoli sensazioni che arrivano ai ristori del pomeriggio, fino alle delizie della cena. Senza dimenticare la possibilità di prenotare, organizzare feste e convivi di ogni genere. Al centro di questi appassionati momenti di pausa pro domo singolare relax, da cogliere come l’attimo fuggente del comune vivere quotidiano, i prodotti di eccellenza interpretati con il cucinare esperto dello staff di Vivi Café. Giro obbligato sulle carni, Black Angus USA, Chianina, Scottona e Fassona, servite su pietra lavica bollente e sulle pizze, che aggiungono alternative succulente al ricco menu. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalle oltre 50 qualità di birra artigianale, scovate ed importate da ogni parte del mondo oltre al novero articolato ed esclusivo di vini da servire al bicchiere o in bottiglie. Per brindare e degustare a cuore aperto no stop.

L.C.

Dal Dipende di Autunno 2016 http://www.giornaledelgarda.info/giornali/160928-1749-233AUTUNNO2016doppiapagina.pdf

]]>
A Heteronomous Hobby: Report from the Netherlands, five years later https://www.giornaledelgarda.info/a-heteronomous-hobby-report-from-the-netherlands-five-years-later/ Sat, 15 Oct 2016 07:58:50 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27299 A report from the Netherlands about the state of contemporary art world in the context of cuts to subsidies and the raise of populism.

In 2011, Sven Lütticken analysed the complex situation of contemporary art in the Netherlands [1] – as the government was preparing to ax some 200 million euros in culture subsidies – while addressing the rise of populism in the utterly colorful words of Geert Wilders.

“One of [Geert Wilders’] famous expressions is that (the subsidizing of) art is just a “leftist hobby,” one of a number of elite pet projects. Scrapping art subsidies would ensure that no more money is taken from “the people” by sinister left-wing elites. While art is being disparaged, the term culture has met with a more positive fate, being intimately connected to that other fetish, “national identity.” Art projects that are seen to somehow attack “our Dutch culture” or “our national identity” can count on vitriol. In a reversal of Carl Andre’s dictum that “art is what we do” and “culture is what is done to us,” the contemporary populist imagination regards art as what is done to us while culture is what we do, or rather: what we simply are. Strictly speaking, this means that culture would need to be defined without having recourse to art at all. In fact, it is usually not that art as such is opposed to culture, only contemporary art: the good art lies in the safe and idealized past, in the golden age”.

The new government policy is described by the author as “a protest campaign that capitalized on the middle class’s aversion to more expensive theater tickets while brandishing a familiar blend of social-democratic and market-liberal reasons for proving art’s social and economical usefulness”.

Many millions less, and five years later, the “usefulness” of art is unsurprisingly still a hot topic in the contemporary art scene of the Country, as the recently published Reading “What’s the Use? Constellation of Art, History, and Knowledge” testifies in its bold white letters on red cover.

“What’s the Use is one of the most substantial publications realised by the Van Abbemuseum in recent years in collaboration with partners from the museum confederation L’Internationale. It contains a rich and diverse exploration on the contested relation between art and use. Drawing from three exhibition projects and a conference, the book seeks to map three fields that are interrelated when thinking about art and its possible use: history, practice and exhibition/institution. The question concerning art’s use got its modern traction in the nineteenth century, when, in newly formed, democratic societies, art became autonomous. In this reader the emphasis is on forgotten and unforeseen ways in which art – autonomous or not – has functioned within civil society in the past and today. […] With over 500 pages and with the inclusion of the complete lexicon on useful art by Stephen Wright, the publication is a serious contribution to this widely discussed topic and hopes to offer plenty of material for inspiration and debate.“

The massive book features a brick-like appearance, which triggers the hope that it will be able to act as a base in the foundation of a completely new meaning of the value in art, or that it will at least succeed in breaking some windows, if thrown in the right direction.

Nevertheless, during the recent launch of the edition at Veem House for Performance [2], it became very clear that the apparently unequivocal provocation suggested by the title is not only a witty wink addressed to greedy stakeholders and sponsors, but also a literary question that the art community can’t stop asking itself. Years of budget cuts and strict policies, revolving in the closing of many smaller no profit spaces and art institutions on one side, and in the growing need for audience-granted blockbuster exhibitions in museums on the other, seems to have installed hesitation, if not distrust, in the very heart of the Dutch contemporary art community.

Even if the complexity of the context in which we navigate can’t be flattened to a few lines statement, the situation doesn’t look so different from the one described by Sven Lütticken in the closing paragraph of his analysis: “The complete bankruptcy of the wider public sphere, the death of conventional intellectual and political debate, can make the “inner immigration” of dissidents in Nazi Germany seem like an attractive option. However, there is a third option, exemplified in different ways by some of the above examples: the creation of small constellations, of social montages that act on the basis of sober appraisal of the failures and deadlocks that mark the present situation. In contrast to what a familiar objection would be, this would not amount to an instrumentalization of either art or theory and criticism. In fact, it is the only chance at realizing something that might justifiably be termed autonomy: an autonomy that uses existing structures (in academia, in the art world, and elsewhere) by temporarily occupying their interstices”.

While in 2010 the newborn Autonomy Project was stating how outdated the world “Autonomy” sounded, five years and many symposiums later, the local art world seems obsessed with the meaning and repercussions that the engagement with this term may imply.

As a small contribution within a background that we still have to become familiar with and thinking about the months that we have ahead of us, I would like to propose once again the purposeful definition that Sven Lütticken gave of the term, to start our programme under the auspices of an autonomy that uses existing structures by temporarily occupying their interstices. “As a German expression has it: we don’t have a chance, and we must use it””.
[1] Sven Lütticken’s article, together with “Political populism: speaking to the imagi­nation”, were suggested readings by Laurie Cluitmans in advance of her meeting with the CP1617 on September 8th, 2016.
[2] The CP1617 attended the book launch on September 14th, 2016.
[3] Yael Bartana for Theatre Dreams of a Beautiful Afternoon by Annet Gelink Gallery at Manifesta Foundation offices, visited by the CP1617 on September 16th, 2016

Lucrezia Calabrò Visconti

http://curatorialprogrammedeappel.tumblr.com/post/150651103822/a-heteronomous-hobby-report-from-the-netherlands

tumblr_inline_odrsxjUQJd1sxu14x_500

]]>
Sirmione: quarantotto tout court d’appetito al Civico 48 https://www.giornaledelgarda.info/sirmione-quarantotto-tout-court-dappetito-al-civico-48/ Sun, 09 Oct 2016 06:00:32 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=26293 Accogliente locale situato al crocevia della penisola che apre al centro storico. Con Brasserie e Hamburgheria che si associano all’originalità della Pinsa, sorella rilanciata della Pizza, con farcitura a gourmet. Ad orari senza convenzioni ma a garanzia di forti emozioni Appuntamento al Civico 48. Appetitoso indirizzo dove convergono i destini aggiornati di sapori, fragranze ed accoglienze gardesane, al crocevia che porta alle visioni inconfondibili della penisola catulliana. Con Brasserie e Hamburgheria a sposare un verbo antico aggiornato al terzo millennio. Qui abbiamo assaggiato la Pinsa, illustre antenata della Pizza, che adagia la sua fragranza in preziose farciture. In questo speciale punto ritrovo che anticipa Sirmione evocandone il fascino, molte le possibilità per trasformare una sosta in gradevole evento personale o collettivo. Per noi, che siamo sempre in movimento, è un ristorante perfetto anche per gli orari di apertura che non tengono conto solo dell’aspetto stagionale, ma garantiscono possibilità per tutti di intermezzi fra le 12 e 16 per pranzo. Mentre la sera ci si può mettere a tavola dalle 18 all’una di notte. Al Civico 48 abbiamo apprezzato il valore esperto dell’accoglienza tout court. Quella che stimola la voglia di accomodarsi, sia per una veloce pausa pranzo, magari appena fuoriusciti da tangenziale o autostrada vista la facilità di parcheggio, che per l’intensità romantica di una cena foriera in successione di quattro passi verso le magie del centro storico. Insieme a molto altro di convenevole compagnia associata a piatti di assoluto valore gastronomico. Carni alla brace prelibate, intriganti tartare sezionate magistralmente a coltello. Mentre la Pinsa, appoggiata a taglieri di affettati, formaggi ed altri aggiuntivi bendidio, ricama sensazioni inesplorate, tutte da provare, in fatto di pasta organizzata con amalgama fragrante di farine preziose e lieviti leggeri. Ultimi virtuosismi di assemblaggio e cucina accurata, quelli affidati ad una sorprendente carta dei dolci. Ai quali un piccolo spazio riservato è sempre garantito. Sostegno adeguato infine quello di vini e birre al top delle virtù irroranti, in combinato disposto nel garantire novità cancellando la sete. Formidabile tutt’uno capace di scatenare un quarantotto di appetiti irrefrenabili.

Aperto tutti i giorni dalle 12 alle 16 e dalle 18 fino alle 1 di notte

L.C.

Dal Dipende di Autunno http://www.giornaledelgarda.info/giornali/160928-1749-233AUTUNNO2016doppiapagina.pdf

]]>
Torna Ketchup drool, il conto alla rovescia ad Artissima https://www.giornaledelgarda.info/torna-ketchup-drool-il-conto-alla-rovescia-ad-artissima/ Wed, 21 Sep 2016 15:47:33 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27296 “Ketchup drool” è il miscuglio di acqua e ketchup che cola fastidiosamente dalla bottiglia di quest’ultimo, poco prima che la salsa vera e propria raggiunga l’apertura della bottiglia. Ketchup Drool è un conto alla rovescia in attesa dell’apertura di Artissima 2016, uno strumento di produzione di conoscenza quanto di intrattenimento condiviso, che fungerà per un mese da piccolo archivio temporaneo e da luogo di approfondimento tematico, a partire ogni giorno da uno degli artisti esposti in fiera.

La complessità degli ingranaggi che compongono la macchina – istituzionale, post-fordista, burocratica – dell’arte contemporanea spesso limita l’attenzione che viene dedicata al motore stesso del sistema, ovvero gli artisti e le loro ricerche. Nei contesti istituzionali, nelle dimensioni indipendenti e nel panorama commerciale, l’analisi delle questioni infrastrutturali e delle dinamiche generali del mondo dell’arte richiedono un’attenzione costante e frenetica, che spesso finisce per assottigliare paradossalmente il tempo investito a parlare di arte in quanto tale.

Ketchup Drool si propone la semplice quanto necessaria missione di fornire uno spazio esclusivamente dedicato alla riflessione sui lavori presentati in fiera, grazie all’approfondimento quotidiano della ricerca di 30 artisti, esposti nel 2016 nelle sezioni Back to the Future, Present Future o Per4m. In un’ottica di militanza auto-ecologica, Ketchup Drool non produce niente di nuovo: ogni mini-edizione è il risultato di un assemblaggio di link e materiali eterogenei provenienti dal web, che vengono ingoiati, digeriti e rispalmati sul sito di Artissima sottoforma di testi, video, immagini, gif, audio e documenti d’archivio.

http://www.artissima.it/site/ketchup-drool-2016/

]]>
Helicotrema a Torino 2016 https://www.giornaledelgarda.info/helicotrema-a-torino-2016/ Sat, 17 Sep 2016 10:11:54 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27313

Helicotrema 2016 approda a Torino, invitato da CLOG e in collaborazione con CRIPTA747 – Progetto Diogene – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – Laboratorio del Dubbio. 

Ispirato dai primi decenni delle trasmissioni radiofoniche, Helicotrema – Il festival dell’audio registrato – si pone come obiettivo di indagare diverse forme di ascolto collettivo, presentando un programma di brani audio registrati. Il festival propone una serie di percorsi auditivi in cui si alternano opere sonore, audiodrammi, audioteatro, radiodocumentari, paesaggi sonori, poesia sperimentale e vari formati basati su una componente acustica. Quest’anno la programmazione presenterà artisti da Helicotrema 2016 e dalle precedenti edizioni, in celebrazione del quinto anniversario del progetto.
Helicotrema è curato da Blauer Hase e Giulia Morucchio.

Programma completo:

23 settembre
h. 21.00 – “Sparkling Matters” CLOG
Matteo Nasini
Hassan Khan
Francesco Fonassi
Roberto Paci Dalò
Carlotta Tringali / Daniele Strappato
Hildegard Westerkamp
Abinadi Meza
Caterina Erica Shanta

24 settembre
h. 16.00 – “In girum imus” Progetto Diogene
Antoni Muntadas
Cecilia Borretaz
Pauline Oliveros
Irene Rossini & Davide Spillari
Claudio Beorchia
Enrico Vezzi
Federico Lupo

h. 19.00 – “Blurred Circles” CRIPTA747
Giovanni Lami
Stefano D’Alessio
Atau Tanaka
Emiliano Zelada
Louise Hervé & Chloé Maillet
Daisuke Nakajoh
Marco Fellini
Oren Ambarchi

25 settembre
h. 16.00 – “Fade In/Fade Out” Bookshop Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Annea Lockwood
James Webb
Don Simmons
Hildegard Westerkamp
Petri Kuljuntausta
Johanna Billing
Goshka Macuga
Mariangela Gualtieri

h. 18.00 – “Vocal Warmup” Laboratorio del Dubbio
Stefano Giannotti
Carlotta Borasco & Diego Giannettoni
Viv Corringham
Roberto Fassone
Hristina Tasheva
Steve Peters
Nana April June
Iacopo Seri

mappa: https://www.google.it/maps/@45.0657502,7.6414855,13z/data=!3m1!4b1!4m2!6m1!1s1nNW78U7Ud06Bjz8n9Nur2r9cmV8

]]>
Fansub Sessions: Hito Steyerl da CLOG, Torino https://www.giornaledelgarda.info/fansub-sessions-hito-steyerl-da-clog-torino/ Thu, 16 Jun 2016 10:23:05 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27288 Il nuovo progetto di CLOG in collaborazione con KABUL magazine propone la traduzione collettiva di testi di artisti contemporanei accompagnata da un public programme nello spazio torinese.

Il termine “fansub” si riferisce alla traduzione collettiva, amatoriale e solitamente non autorizzata, di film e video non commercializzati nella lingua del Paese in cui si traduce. La traduzione viene poi distribuita gratuitamente online, sotto forma di testo (softsub) o di video sottotitolato (hardsub).

L’attività del fansubbing, nata negli anni Ottanta nei fanclub statunitensi di anime giapponesi, non è regolamentata da uno statuto ufficiale, ma una convenzione etica condivisa prevede l’interruzione della distribuzione del fansub non appena vengono acquistati i diritti commerciali del film originale. Fansub sessions consiste nella traduzione collettiva in italiano di testi di artisti e autori contemporanei, che verranno pubblicati (scaricabili gratuitamente) sulla piattaforma online KABUL magazine.

Il progetto vuole promuovere la circolazione di contenuti ancora impossibili da reperire in lingua italiana, approfondire il ruolo degli artisti come produttori di riflessione critica teorica e sviluppare un approccio collettivo di fruizione e condivisione della cultura contemporanea. Ad ogni fansub realizzato collettivamente corrisponderà un incontro da CLOG, in approfondimento ed espansione dei testi tradotti.

La prima edizione di Fansub sessions sarà dedicata alla produzione teorica di Hito Steyerl, e vedrà il coinvolgimento di Vincenzo Estremo, Ambra Pittoni e Paul-Flavien Eniquez-Sarano come ospiti.

sessione 1: 15 – 24 giugno
fansub Politics of Art. Contemporary Art and the transition to Post-Democracy
24 giugno @ CLOG
Hito medley (maratona notturna di film)

sessione 2: 25 giugno – 7 luglio
fansub The Terror of Total Dasein. Economies of Presence in the Art Field
7 luglio @ CLOG
Ambra Pittoni e Paul-Flavien Enriquez-Sarano: Art Talking (lecture-performance)

sessione 3: 8 – 21 luglio
fansub Politics of the archive. Translation in film
21 luglio @ CLOG
Vincenzo Estremo: Un monumento terrorista. Viaggio nel Kurdistan Turco nonostante internet (lecture)

Hito Steyerl è una scrittrice e regista di origini tedesche. Il suo lavoro sfonda le barriere tra cinema e arti visive, pratica artistica e teoria critica. I suoi principali temi di interesse sono il ruolo dei nuovi media nell’ambito della globalizzazione, i processi di militarizzazione, la proliferazione di massa di immagini e di conoscenza prodotte dallo sviluppo delle tecnologie digitali. Il suo lavoro è stato esposto in molteplici istituzioni, tra cui il Van Abbe Museum, Eindhoven, l’Institute for Contemporary Art (ICA), Londra, Artists Space, New York. Hito Steyerl ha preso parte alle Biennali di Berlino (2016), Venezia (2013, 2015), Istanbul (2013), Gwangju e Taipei (2010), Shanghai (2008), nonché a Documenta 12 e Manifesta 5. Il suo volume The Wretched of the Screen, pubblicato da e-flux e Stenberg Press (2012), ha avuto una grande fortuna critica. Hito Steyerl ha conseguito un dottorato di ricerca in filosofia presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna ed è attualmente docente di New Media Art presso l’Università delle Arti di Berlino.

Ambra Pittoni e Paul-Flavien Enriquez-Sarano collaborano dal 2009 su progetti che indagano la performance come strumento di produzione e mediazione dell’opera d’arte. Il loro approccio fonde strumenti e atmosfere cinematografiche con il dispositivo della performance. Tra gli altri, hanno presentato il loro lavoro presso il Museo del 900 a Milano, il Museo MAGA di Gallarate, il CCA Zamek Ujazdowski di Varsavia, la galleria Exile a Berlino. Nel 2014 hanno partecipato a una residenza/workshop diretto da A.Vidockle (e-flux) presso Ashkal Alwan a Beirut. Ambra Pittoni costruisce la sua ricerca a partire da una formazione in arti visive (Brera a Milano), coreografia (Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano) e tecniche del video e del suono (Cimatics Bruxelles). All’interno della sua ricerca, la performance è uno strumento di riflessione e di costruzione di circostanze intellettuali e materiali. Attualmente sviluppa una ricerca sull’oggetto come dispositivo performativo presso Ricerca X, Lavanderie a Vapore, Collegno. Paul-Flavien Enriquez-Sarano nasce a Parigi e si forma artisticamente a Berlino. Il suo lavoro traduce un interesse oggettivo e intimo, a volte diffidente, per la macchina e per i sistemi artificiali, legato ai suoi studi di ingegneria informatica. La macchina assume per lui e nelle sue opere il ruolo di intermediario, di interfaccia tra sé, il pubblico e i suoi discorsi interiori.

Vincenzo Estremo è International Ph.D. candidate con l’Università di Udine e la Kunstuneversität Linz. La sua ricerca di dottorato si focalizza sulla funzione storiografica del video d’artista dopo l’11 settembre. Ha curato mostre d’arte contemporanea in Italia, Francia, Austria e Germania e dal 2013 co-dirige la sezione di Contemporary Visual Art presso il film forum di Udine. Ha pubblicato diversi saggi e interventi scientifici su riviste specialistiche, ha co-curato il libro Extended Temporalities. Transient Visions in Museum and Art (Mimemis International, Milano), mentre una sua raccolta di racconti Omero e Altri Uomini illustri (Pendragon Bologna) ha vinto il premio ICEBERG giovani artisti nella sezione letteratura. Ha collaborato con le rivista Arte e Critica, Juliet e Camera Austria e dirige il magazine online Droste Effect.

Fansub Sessions è un progetto di CLOG, realizzato in collaborazione con KABUL magazine.
Si ringraziano Andrew Kreps Gallery e Artists Space, New York.

http://clog-clog-clog.tumblr.com/

]]>
Dear Betty: Run fast, bite hard! (a theoretical framework for the exhibition, part 2) https://www.giornaledelgarda.info/dear-betty-run-fast-bite-hard-a-theoretical-framework-for-the-exhibition-part-2/ Fri, 13 May 2016 11:13:25 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27306 2. Run Fast, Bite Hard / From burning wheels to techno-animism

In the warmonger fanatic ideology proclaimed by the “Manifesto of Futurism”, the contempt for woman was the perfect metaphor for a dichotomous view of the world, in which the young, mechanized male body of the violent warrior was erected against anything feminized: soft, limply pacifist, naturally organic and conservative or atavistic. Therefore, just like the futurists “drove on, crushing beneath [their] burning wheels, […] the watch dogs on the steps of the houses”[7] they preached hatred towards “women, the sedentary, invalids, sick, and all the prudent counselors”.[8] At our contemporary eyes, it is easy to recall, in this constrained alliance between dogs, women and the weak, the famously bitter reply “every animal is a female artist”, given by Rosmarie Trockel to the Beuysian “every man is an artist”. Nevertheless, it is with the “Manifesto of the Futurist Woman” by Valentine De Saint-Point (1912) that we gain a clearer vision of the development in the relationship between men, machines, animals and women in the early stage of Futurism.

Valentine De Saint-Point suggested a diverse dichotomy of gender relationships, stating that women were equal to men – but equal in terms of meriting the same disdain. To De Saint-Point, the limits of the feminine were the limits of the human, and both men and women should have taken the “brute” as their model, working on the de-sexualization of their bodies towards an efficiently functioning war-machine.

“Let Future wars produce heroines similar to that magnificent Caterina Sforza who, while suffering the siege of her city, seeing from the high walls her enemy threatening the life of her son to force her to surrender, heroically displayed her female sex and shouted: “Kill him if you wish! I still have the mold to make others!”[9] As Benjamin Nyos points out, in the “Manifesto of the Futurist Woman” “the solution to misogyny is to join an equality of brutality, confirming the phallic hardness of the machine as destination for both genders”.[10]

Interestingly enough, a slight echo of this anti-human and post-gender vision seems to appear in the oppositely idealized cyborg imagery suggested in the 80s by Donna Haraway, famous techno-science scholar linked to cyber-feminist theories. In “A Cyborg Manifesto”, in fact, the figure of the cyborg offered a radical political strategy for Haraway through the maze of traditional dualisms in which we have explained our bodies and tools, to question the space “between mind and body, animal and human, organism and machine, public and private, nature and culture, men and women, primitive and civilized”[11]. Thinking in the same epoch Paul Virilio named “transplant revolution”[12], signed by the almost total collapse of the distinction between the human body and technology, Donna Haraway proposed a revolution on the part of cybernetic technology and feminists against the rule of patriarchy and the antagonistic dualisms that order Western discourse. In opposition to Virilio’s view of an endo-colonization in progress – meaning the unfolding of an hegemonic war of militarized techno-science against the human body (both masculine and feminine), high-tech culture provides for Haraway a challenge to antagonistic dualisms that “have all been systematic to the logics and practices of domination of women, people of color, nature, workers, animals… all [those] constituted as others.”[13].

It is interesting to follow a little further Donna Haraway’s path in the search for alliances between intra-gender and cross-species contaminations, since in 2003 the dogs come back in the story, thanks to her strikingly popular “Companion Species Manifesto”. “Having worn the scarlet letters “Cyborgs for earthly survival!” long enough, I now brand myself with a slogan only Shutzhund women from dog sports could have come up with, when even a first nip can result in a death sentence: “Run fast bite hard!”[14]. The philosopher’s proposal is to look at the co-evolution of humans and dogs as an ethical, political and practical manifesto to rethink the relationship between culture and nature, technology and animality, hegemonic power and “significant otherness”. The idea is to go beyond biological reductionism or cultural uniqueness, since cohabitation, intra-action, symbiogenetic and cross-species sociality can fruitfully describe that “how organisms integrate environmental and genetic information at all levels, from the very small to the very large, determines what they become”[15].

While the more pervasive technology advances, Haraway proposes a non-anthropocentric vision, in which mechanic and organic entities collectively produce systems at work. The landscape surrounding us seems akin to the one described by Mark Leckey with the term “Techno-animism”, according to which we are in constant communication with every aspect of our ecosystem and “the more computed our environment becomes, the further back it returns us to our primitive past, boomerangs us right back to an animistic world view where everything has a spirit, rocks and lions and men”[16].

3. Too fast, too hard? / The built-in obsolescence paradigm

The Manifesto for an Accelerationist Politics is probably one of the most quoted, misinterpreted and wildly insulted elaborations of our recent times. We can roughly synthesize the accelerationist dogma in the conviction that the metabolic relationship of humans to nature is fractured through the subordination of both of them to capital, and “the cure is posed as more of the disease”[17], meaning the necessity of the immanent radicalization of capital’s own dynamics, in the conviction that the only way out is the way through[18].

A part from asking ourselves if and how a proper interpretation of the Manifesto could be politically fruitful, one of the most interesting outcomes of the “Accelerationst debate” is the amount of criticism its interpretation lit up in the last few years. In fact, if Accelerationism is an already-dead term, since “in the situation where we are told that There Is No Alternative, this is an aesthetics of the post-impossible after the end of the End of History”[19], then “the question is not “should we embrace accelerationism?” (to which I think the answer is a fairly obvious “no”) but rather “why not embrace accelerationism?” Why not throw your lot in with the massive abstract machinery and torrential flows of capital?” [20] One reaction after the other, it gets clearer that the real point of Accelerationist theories lays in their inevitable built-in obsolescence: Accelerationism is made not to last, just like our domestic electronic devices. It follows the pre-announced fate of a micro-trend in fashion, that “burns out because it flares too brightly, too quickly[21] as Natasha Stagg points out.

When we search for similarities between Futurism and Accelerationism, this is the first core issue I think we should address, since the Futurists were indeed the pioneers of the in-built obsolescence paradigm. As we read in Malign Velocities. Accelerationism and Capitalism, “the brevity of their own moment, disappearing into a war which killed several of their leading members before a brief interwar revival, is one sign of their own desire to accelerate into the future”[22]. In the suicidal run of the futurist martyrs towards their necessary death, there is no time to stop and think about dogs (there is almost no time to think at all!), and the ambiguous position of Umberto Boccioni must be seen as nothing different from a transition state between one point (not-futurist) to a following one (futurist). Hybridity must disappear, in a typically modernist vision of history[23], and, indeed, it fatally disappeared, with the artist’s early death I mentioned above.

As the last Manifesto I would like to address recites, this is “the sourball of every revolution: after the revolution, who’s going to pick up the garbage on Monday morning?”[24] I would add, “especially if all the revolutionaries fanatically got killed in the process?” Searching for some new, possibly long-term, surviving strategies for the co-evolution of humans, dogs and machines, and trying to define new narratives in defense of hybridity, I propose we give a chance to the futurist and undercover Boccioni we recently discovered, and to his revealing friendship with the beloved dog Betty. Boccioni’s underrated painting can become a metaphor of an unedited, practicable, caring view towards the recovery of the vector of the future, searching for a collaborative, though corrosive, view on the era we face.

Originally written for Gang of Duck’s Chronicles http://www.gangofducks.com/stuff/chronicles/

[7] Manifesto del Futurismo, 1909 (English translation: 1973 Thames and Hudson Ltd, London).

[8] Filippo Marinetti, Let’s Murder the Moonlight, April 1909.

[9] Valentine de Saint-Point, Manifesto of the Futurist Woman, 1912.

[10]Benjamin Nyos, Malign Velocities. Accelerationism and Capitalism, Zero Books Editions, 2014.

[11]Donna Haraway, A Cyborg Manifesto: Science, Technology, and Socialist-Feminism in the Late Twentieth Century, 1983.

[12] Paul Virilio. The Art of the Motor, 1993 (translation by Julie Rose, University of Minnesota Press, 1995).

[13] Donna Haraway, A Cyborg Manifesto: Science, Technology, and Socialist-Feminism in the Late Twentieth Century, 1983.

[14]Donna Haraway, The Companion Species Manifesto. Dogs, people, and significant otherness, Prickly Paradigm Press, 2003.

[15]Ibid.

[16]Mark Leckey in “Techno-animism” by Lauren Cornell, Mousse Magazine, 2014.

[17] “Abysmal Plan: Waiting Until We Die and Radically Accelerated Repetitionism”, by John Russell, e-flux magazine, 2013.

[18]“As an alternative and more realistic revolutionary path to the “neo-primitivist localism” and “folk politics” of contemporary social movements, and the doomed fantasies of a return to Keynsianism clung to by various leftist parties”. “Futurism or the Future: Review of the Manifesto for an Accelerationist Politics”, by Aidan Rowe, Irish Anarchist Review, 2014.

[19] “Abysmal Plan: Waiting Until We Die and Radically Accelerated Repetitionism”, by John Russell, e-flux magazine, 2013.

[20]“Futurism or the Future: Review of the Manifesto for an Accelerationist Politics”, by Aidan Rowe, Irish Anarchist Review, 2014.

[21]“Trends and Their Discontents” by Natasha Stagg, Fear of Content for Berlin Biennale 2016.

[22]Benjamin Nyos, Malign Velocities. Accelerationism and Capitalism, Zero Books Editions, 2014.

[23]Chus Martinez wonderfully described this concept in the conference “On Anselmo” that took place on May 7th 2016 at Castello di Rivoli (Torino), curated by Carolyn Christov-Bakargiev and Marianna Vecellio.

[24] Mierle Laderman Ukeles, Manifesto for Maintenance Art, 1969.

]]>
Dear Betty: Run fast, bite hard! (a theoretical framework for the exhibition, part 1) https://www.giornaledelgarda.info/dear-betty-run-fast-bite-hard-a-theoretical-framework-for-the-exhibition-part-1/ Fri, 13 May 2016 06:07:04 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27303 Dear Betty: Run Fast Bite Hard![1]

Introduction

The Wikipedia page “Destruction of cultural heritage by ISIL”[2] seems like the literal, well-organized reply to the sentence “We will destroy the museums, libraries, academies of every kind”[3] shout with rough onrush in the Manifesto of Futurism in 1909. Standing on the edge of global war, while technological singularity sounds like the closest future, ultranationalism raises in many countries of the world and Accelerationists state that “the only radical political response to capitalism is […] to accelerate its uprooting, alienating, decoding, abstractive tendencies”[4], it seems as banal as legit to turn a hopeful look at Futurism, with its inner contradictions as well as its achievements, searching for unexpected answers or clamorous denials to the issues of our time. The following text tries to address some comparative insights on contemporary narratives and Futurist stories, thanks to six programmatic manifestos that succeeded one another from 1909 until today, and float in the undefined, fertile space between futurism, cyber-feminism, techno-animism and dogs.

1. Dear Betty / Umberto Boccioni loved his dog

“Dear Betty” is the title of a hilarious painting by Umberto Boccioni that portrays Betty, the beloved dog of the painter, posing on a sofa (La Cara Betty, 1909, currently in GAMeC’s permanent collection). The domestic subject and the disciplined style of the portrait definitely belong to a not-futuristic kind of sensitivity, far away from the machist, technical-progress-enthusiastic and war-loving dictates readable in the coeval first “Manifesto of Futurism” – to the extent that the painting has often been source of disappointment, if not of embarrassment, in the academic historicization of the whole production of the artist.

Far from being the first time that a “passatist pensive immobility” betrays the officially known as Futurist – and therefore alfa male, misogynist, “electric-hearted” Umberto, Betty stacks on the top of a pile of undisguised de-futurist evidences, featuring, for example, a series of secret love letters written by Boccioni from the battlefield, showing a certain reconsideration of the artist’s former interventionism; the painter’s private diaries, in which he expresses his never-ending love for great artists of the past, unfailingly censored by his fellow futurist friends; the needless-to-mention huge number of paintings and drawings portraying the painter’s mother, described as “generative Nature of all things” and “painting generating the world”[5].

The peculiar sensitivity shown by Umberto Boccioni, refusing to settle into static equations of a stereotypical view of gender relationships and patriarchal nationalistic order[6], has been obviously underemphasized in the traditional reading of his work and thought. Nevertheless, if we peek in the correspondence the artist was simultaneously keeping with his fellows and with the few exponents of the “feminine world” he related to (his lover Vittoria, his mother and his sisters), we can read the schizophrenic struggle between his sincere belief in the dogmas of Futurism on one hand and his natural tendency to express a more complex view of existence, war and gender on the other.

 In this context, it is hard not to fall in temptation of exploring this alternative undercover Boccioni (symbolized in his pictorial declaration of love for the “dear Betty”), or to wonder how his sensitivity could have evolved in a different historical time, maybe in an epoch less challenged by the radical Futurism of the first hour and the consequent psychological pressure (read: terrorism) it provoked in its followers. The unfortunate contingency of the artist’s early death makes it impossible for us to know, since in 1916 Boccioni left at 33 in a completely accidental – and quite ironical – event, falling from his horse (a female horse), who bucked him off at the sight of a running truck.

Originally written for Gang of Duck’s Chronicles http://www.gangofducks.com/stuff/chronicles/

[1] The idea for this short essay comes from the artworks and themes featured in the exhibition “Dear Betty: Run Fast Bite Hard!”, in which the dialectic between the dogmas of the Futurist Manifesto and a coeval portrait of the dog of Boccioni activates a complex temporized video installation on the co-evolution between humans and canines as a political and ethical manifesto in contemporary techno-cultures.
Dear Betty: Run Fast Bite Hard! at GAMeC, Bergamo, May 13th – July 24th , 2016
Curated by: Lucrezia Calabrò Visconti
Artists: Ivan Argote / BFFA3AE / Umberto Boccioni / Adam Cruces / Tracey Emin / Yulan Grant / Tue Greenfort with Lisa Rave / Conall McAteer / Tracey Moffatt / Tabita Rezaire / Franco Vaccari
More info

[3] Manifesto del Futurismo, 1909 (English translation: 1973 Thames and Hudson Ltd, London).

[4] Alex Williams and Nick Srnicek, Manifesto for an Accelerationist Politics, 2013.

[5] Introduction to La Grande Madre, 2015, Palazzo Reale, Milano. Curated by Massimiliano Gioni for Fondazione Nicola Trussardi, Milano.

[6] Terry Smith (Editor), In Visible Touch: Modernism and Masculinity, The University of Chicago Press, 1997.

]]>
Dear Betty: Run Fast, Bite Hard!, GAMeC, Bergamo https://www.giornaledelgarda.info/dear-betty-run-fast-bite-hard-gamec-bergamo/ Sat, 07 May 2016 13:35:59 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27292 Dal 14 maggio al 24 luglio 2016 la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è lieta di presentare la mostra Dear Betty: run fast, bite hard! a cura di Lucrezia Calabrò Visconti, il primo dei due progetti vincitori della sezione “scuole curatoriali”, istituita in occasione dell’ottava edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte, grazie alla quale studenti o ex-studenti segnalati dalle principali scuole curatoriali italiane hanno avuto la possibilità di presentare un progetto espositivo pensato per lo Spazio Caleidoscopio della GAMeC, che prevedesse la messa in relazione di una o più opere esposte nella collezione del museo con opere di altri artisti contemporanei.
In occasione dell’ultima edizione di Qui Enter Atlas. Simposio Internazionale di Curatori Emergenti – che si è tenuto alla GAMeC lo scorso autunno – i 5 candidati del Premio Lorenzo Bonaldi hanno infatti potuto confrontare esperienze personali e posizioni teoriche e metodologiche con una ventina di giovani curatori provenienti da corsi in pratiche curatoriali, in un workshop che si è concluso con la premiazione del progetto vincitore dell’ottava edizione, Soft Crash – a cura di Xiaoyu Weng che sarà inaugurato il prossimo 26 maggio)– e dei due progetti di questa nuova e dei due progetti di questa nuova sezione.

Il secondo progetto vincitore, Deus sive Natura di Elena Cardin – selezionata dalla scuola curatoriale A Plus A, Venezia – sarà ospitato alla GAMeC nel 2017.

IL PROGETTO
Lo scorso autunno, la giuria dell’ottava edizione del Premio Lorenzo Bonaldi composta da:
Chiara Bertola – Responsabile per l’arte contemporanea della Fondazione Querini Stampalia, Venezia e ideatrice del Premio FURLA
Martin Clark – Direttore della Bergen Kunsthall, Bergen
Giacinto Di Pietrantonio – Direttore della GAMeC
Stefano Raimondi – Curatore della GAMeC

ha premiato il progetto di Lucrezia Calabrò Visconti “per la capacità di trasporre la poetica futurista negli orizzonti del contemporaneo, trasformando letteralmente lo spazio in un caleidoscopio di suggestioni e stimoli.”

Punto di partenza del progetto espositivo, infatti, è il dipinto La cara Betty (1909) di Umberto Boccioni esposto nelle sale della Collezione Permanente della GAMeC, che ritrae l’amata cagnolina dell’artista accucciata su un sofà. Il soggetto e lo stile del ritratto appartengono a una sensibilità lontana dai dettami del coevo Manifesto del Futurismo, e aprono uno spiraglio su un lato di Boccioni trascurato e diverso da quello storicizzato ufficialmente dalla storia dell’arte.

Traendo spunto dalle teorie filosofiche che vedono nella co-evoluzione tra umani e animali un esempio per ripensare la nostra azione nelle tecno-culture contemporanee, la mostra Dear Betty: run fast, bite hard! è l’arbitraria ricostruzione, nello Spazio Caleidoscopio della GAMeC, dell’ipotetico rapporto tra Umberto Boccioni e il suo cane. Le voci dei due personaggi si alternano e si sovrappongono in una installazione video temporizzata, che costruisce un complesso organismo cinematico, un cervello quasi autonomo che tocca un punto di singolarità, ovvero quel momento in cui l’intelligenza artificiale supera la capacità dell’uomo – così che animale, umano e tecnologico si fondono in un tecnoanimismo inconscio e immersivo.

“Run fast, bite hard” (corri veloce, mordi forte), pur sembrando una proposta in pieno stile futurista, è infatti l’incitazione che Donna Haraway, celebre filosofa legata alle tecnoscienze contemporanee e alle teorie cyberfemministe, prende in prestito dallo sport canino Schutzhund come nuovo slogan per vivere sull’orlo della guerra globale: la proposta è di guardare all’intra-azione di uomini e cani come un manifesto etico e politico per ripensare il rapporto tra cultura e natura, tecnica e animalità, potere dominante e “significant otherness”.

Il progetto si compone di 10 opere video che propongono narrazioni dialettiche, viziate dall’esasperazione di cliché storico-politici di genere e specie, ma pronte a sradicare gli ecosistemi in cui questi si sono evoluti, a partire dal Futurismo per arrivare alle nuove forme di colonialismo. I traguardi e le contraddizioni di queste narrazioni si intrecciano e confondono, oltrepassando il mito della supremazia culturale quanto i dettami del riduzionismo biologico, alla ricerca di un’alleanza e di una strategia di resistenza tra le specie escluse dalla tecnocultura dominante.

Artisti in mostra: Ivan Argote, BFFA3AE, Umberto Boccioni, Adam Cruces, Tracey Emin, Yulan Grant, Tue Greenfort con Lisa Rave, Conall McAteer, Tracey Moffatt, Tabita Rezaire, Franco Vaccari

Collezione Permanente, Spazio Caleidoscopio: martedì-domenica, ore 9:00-13:00 / 15:00-18:00, lunedì chiuso, ingresso libero

Foto:
Franco Vaccari, I Cani Lenti, 1971, Courtesy l’artista e P420, Bologna
Tabita Rezaire, ASS 4 SALE, 2015, Courtesy l’artista e Goodman Gallery, Cape Town / Johannesburg

http://www.gamec.it/it/mostre/dear-betty-run-fast-bite-hard-0

vaccari_i_cani_lenti_1971_dear_betty_lucrezia_calabrò_visconti rezaire_ass4sale_2015_dear_betty_lucrezia_calabrò_visconti

]]>
Intelligenti, famosi ma papà senza… ingegno: “Grandi uomini, piccoli padri” https://www.giornaledelgarda.info/intelligenti-famosi-ma-papa-senza-ingegno-grandi-uomini-piccoli-padri/ Thu, 07 Apr 2016 07:17:14 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=24455 Nel nuovo libro di Maurizio Quilici “Grandi uomini, piccoli padri”, le sei biografie di personaggi tanto eccellenti nei loro ambiti intellettuali, quanto disastrosi nel rapporto con i figli. I padri migliori “quelli che sanno di non essere perfetti”.

Attenti al padre. Soprattutto se personaggio importante. Perché l’intensità del suo sentimento si concentra spesso nel personalissimo, egoistico io che porta al successo. Un’esclusiva che porta a perdere di vista il ruolo di paternità e l’attenzione ai figli. Lo spiega, con avvincente organizzata vis descrittiva, Maurizio Quilici ne “Grandi uomini, piccoli padri”, ultimo libro dell’autore che da tempo indaga nella dimensione genitoriale raccontando ruoli, condizioni, strategie e osservando ragioni, torti e dinamiche evolutive del mestiere di padre. Grimaldelli divulgativi del volume, sei autorevoli biografie/ ritratto nel contesto tematico di papà quali Alessandro Manzoni, Charlie Chaplin, Jean Jaques Rousseau, Galileo Galilei, Albert Einstein e Lev Tolstoj. Connotazione risultante d’indagine? Il disastro. Significante di valutazioni che rivelano l’essere inversamente proporzionale nella qualità l’indiscutibile talento e il miserabile atteggiamento umano. Con sorprendente immotivata escalation di crudeltà applicata. E così nessuna traccia di affettività nell’epica autorevolezza di Lev Tolstoj. Leone di scrittura, ma padre senza alcun tipo di fierezza in capo alla famiglia. Mentre ad Alessandro Manzoni difettava il senso, tanto esaltato nei suoi testi, di pietà. Mai nessuna visita infatti alla figlia Matilde poi morta molto giovane di tubercolosi. Tutto è relativo e prodomo di menefreghismo, nell’accezione di Albert Einstein. Con una figlia cancellata e mai vista, ma che importa. Altro genio, altra delusione. Del Galileo Galilei dell’eppur si muove rimbalza la codardia, stavolta non necessaria ed obbligata, di aver costretto la figlia alla vita monastica. Forse la scelta, almeno in chiave laico scientista poteva andare in direzione alternativa. E che brutta razza di genitore fu Charlie Chaplin. Tanto carino ed affettuoso ne Il Vagabondo, quanto irascibile da capo famiglia con particolare incompatibilità per i bambini in genere. Al limite dell’assurdo l’abbandono da parte di Jean Jaques Rousseau, primigenio inventore della moderna pedagogia, dei cinque figli appena nati all’ospizio dei trovatelli. Probabilmente, sic, il terrore di contaminare con la mano dell’uomo i piccoli buoni selvaggi aveva preso il sopravvento. Miti che si infrangono nei riti della quotidianità. Ma chi sono allora i padri migliori. “Sono quelli che sanno benissimo di non poter essere perfetti – ha spiegato in una recente intervista Maurizio Quilici – ma si sforzano di capire i figli, essere loro vicini insegnare con l’esempio, mostrarsi coerenti far rispettare le regole con la pazienza, il dialogo e il convincimento piuttosto che con le punizioni. Ed ancora i padri migliori sono quelli che rispettano la personalità del figlio, il suo temperamento, i suoi desideri e non cercano di plasmarlo a propria immagine e somiglianza per potersi riconoscere in lui”. Orgogliosamente, distaccatamente, produttivamente evocativi nel generare occasioni e circostanze di felicità.

 

Dal Dipende di Primavera 2016 www.giornaledelgarda.info/giornali/160322-0649-231primavera2016.pdf

]]>
Artissima e Regione Piemonte rappresentano il Piemonte al 50° VINITALY con un progetto d’artista https://www.giornaledelgarda.info/artissima-e-regione-piemonte-rappresentano-il-piemonte-al-50-vinitaly-con-un-progetto-dartista/ Sat, 02 Apr 2016 08:17:31 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27285 Artissima e la Regione Piemonte/Direzione Agricoltura rinnovano per il terzo anno la loro collaborazione volta a individuare un giovane artista contemporaneo cui affidare l’ideazione dell’immagine istituzionale della Regione Piemonte in occasione della sua partecipazione al Vinitaly che si terrà a Verona dal 10 al13 aprile 2016.

Il progetto mette in dialogo in maniera innovativa e sinergica due eccellenze del Piemonte: l’arte contemporanea e il vino.

Artissima, proseguendo con il format adottato nelle edizioni precedenti che ha assicurato l’alta qualità artistica dei progetti in gara e del vincitore, ha nuovamente chiesto a tre giovani curatori – Lucrezia Calabrò Visconti, Caterina Molteni e Stefano Vittorini – di selezionare ciascuno tre artisti emergenti (nati o attivi sul territorio piemontese) da invitare a partecipare al concorso. I progetti selezionati sono stati sottoposti al giudizio di una giuria composta da: Franco Boasso, Settore Valorizzazione del Sistema Agroalimentare e Tutela della Qualità, Regione Piemonte/Direzione Agricoltura – Anna Errico, Direttore, Piemonte Land of Perfection – Gisella Guatieri, Ufficio Stampa e Comunicazione Unioncamere Piemonte – Sarah Cosulich, Direttore Artissima – insieme a Rocco Moliterni, La Stampa e Massimiliano Tonelli, Artribune, giornalisti d’arte ed esperti di enogastronomia e Guglielmo Castelli, artista e vincitore edizione 2015.

Il vincitore di questa edizione è Ambra Pittoni (Borgomanero, 1978).

Nel novembre 2014 l’UNESCO ha dichiarato il territorio vitivinicolo delle Langhe-Roero e Monferrato patrimonio mondiale dell’umanità. La sera del 17 novembre il regista Werner Herzog era presente sul palco del teatro di Alba, a celebrare l’evento: “Nei miei film, il paesaggio non è mai uno sfondo pittoresco. È uno stato mentale, possiede quasi delle qualità umane: perché è parte vitale del paesaggio interiore dei personaggi. (…)Dirigere paesaggi mi piace quanto dirigere attori o animali (…) Il punto di partenza per molti dei miei film è un paesaggio.” In questo progetto la tecnica scenografica è servita a creare un paesaggio popolato da piante vere e da materie artificiali, proprio a sottolineare la relazione esistente tra l’operato umano e l’azione naturale, così forte nei territori coltivati a vitigni.

La ricerca di Ambra Pittoni si muove con disinvoltura tra le arti visive, le tecniche audio-video e la coreografia, con progetti in cui i procedimenti time-based della performance vengono espansi fino a diventare uno strumento conoscitivo della realtà. Lo spazio in cui crescono le opere dell’artista è un ecosistema complesso, in cui le discipline si infestano a vicenda e i confini convenzionali tra natura e cultura si fanno labili – cosicché non è strano scoprire, all’interno dei suoi lavori, oggetti che seguono una narrazione coreutica e uomini che per una notte si trasformano in animali.

Nel progetto dell’artista per lo stand del Piemonte a Vinitaly 2016 un paesaggio naturale, messo in scena e allestito in studio, si trova nel duplice ruolo di scenografia e attore principale. Ritratto come il personaggio protagonista di una storia, il paesaggio ricorda quello delle langhe piemontesi, ma trasfigurato in una narrazione quasi fantastica, in cui cespugli e muschi crescono in uno scenario sintetico abitato da materiali chimerici e da presenze arcane. Ogni oggetto che ci circonda vive di eguale potenza dialogica, e ci introduce a un animismo ibrido, in cui elementi naturali e artificiali ci parlano in coro portando in superficie voci recondite. La sensazione che ci rimane è quella di un luogo familiare e sconosciuto al tempo stesso: potrebbe essere la memoria di un’epoca ormai obliata, o la visione di un futuro che ci è ancora estraneo, in cui il paesaggio è rimasto il solo testimone dei reperti archeologici prodotti dal nostro presente.

Il dispositivo privilegiato che l’artista sceglie per narrare la sua storia è mutuato dalla tecnica cinematografica: l’installazione dello stand può essere letta come un set, ambientato nel momento in cui viene girato il lento piano sequenza di un film. Lo spazio si anima così di un tempo dilatato, che dalla luce giornaliera in primo piano conduce lo sguardo fino al tramonto rosso sullo sfondo. All’interno di questa parentesi fisica e temporale si susseguono campi e controcampi, inquadrature ambientali e dettagli, che ospitano il visitatore quando si immerge nello stand come il co-protagonista e l’intruso di una scena inaspettatamente espansa.

(Lucrezia Calabrò Visconti, curatrice)

La giuria ha così motivato la propria decisione: “Abbiamo particolarmente apprezzato il progetto di Ambra Pittoni per la visione originale e immaginifica che propone sul paesaggio e sull’incontro che in esso avviene di azione umana e naturale. La riflessione dell’artista coincide pienamente con la missione del Piemonte verso la cultura del vino e del patrimonio ambientale, con un progetto di grande forza evocativa che trae spunto anche dal linguaggio cinematografico. Il lavoro dell’artista coinvolge in prima persona il visitatore dello stand in uno scenario suggestivo, catapultandolo in un tempo straordinario e indefinito, potenzialmente preistorico ma anche fantascientifico”.

Ambra Pittoni ha costruito la sua ricerca a partire da una formazione in arti visive (Brera a Milano), coreografia (Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano) e tecniche del video e del suono (Cimatics Bruxelles). Tra gli altri, l’artista ha presentato il suo lavoro presso la Werkstatt der Kulturen, le gallerie Exile e Kleiner Salon a Berlino, Careof/Viafarini, il Museo del 900 a Milano, il Museo MAGA di Gallarate, Museo Apparente di Napoli, Roberta a Francoforte. Ha inoltre partecipato a residenze artistiche presso il CCA Zamek Ujazdowski di Varsavia e la Fondazione Spinola Banna, Ashkal Alwan a Beirut. Attualmente è coinvolta nel progetto Ricerca X in cui sviluppa una ricerca sull’oggetto come dispositivo performativo presso le Lavanderie a Vapore di Collegno. Insieme all’artista francese Paul-Flavien Enriquez-Sarano indaga la performance come strumento di produzione e mediazione dell’opera d’arte.

L’appuntamento è ora a Vinitaly (Padiglione 10), da domenica 10 a mercoledì 13 aprile 2016, allo spazio della Regione Piemonte, di Piemonte Land of Perfection e di Unioncamere Piemonte, firmato dall’artista piemontese Ambra Pittoni.

Immagine courtesy Ambra Pittoni
]]>
Montichiari: UN FUTURO POSSIBILE? https://www.giornaledelgarda.info/montichiari-un-futuro-possibile/ Fri, 25 Mar 2016 08:13:28 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=24323 “Aeroporto Brescia – Montichiari: un futuro possibile per il sistema Brescia”. Un convegno con l’obiettivo di coinvolgere le istituzioni e il mondo economico circa le opportunità legate allo sviluppo dell’aeroporto di Montichiari.

Grande partecipazione al convegno organizzato da Provincia di Brescia e Comune di Montichiari sul futuro dell’aeroporto Brescia/Montichiari, che si è svolto a metà marzo a Montichiari. Tra gli ospiti, oltre ai sindaci e al presidente della Provincia di Brescia, anche i vertici di Abem – la società dell’aeroporto bresciano – e di Save, la società dell’aeroporto di Venezia. “É stata un’occasione importante per confrontarci su un tema strategico per lo sviluppo del nostro territorio – ha dichiarato il Presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli – le dichiarazioni dei relatori, provenienti sia dal mondo politico sia da quello economico hanno dimostrato che il Sistema Brescia c’è, crede nel futuro dell’aeroporto Brescia/Montichiari ed è determinato nel rilancio dello stesso”. La saturazione degli aeroporti di Orio al Serio e di Linate sia per il comparto passeggeri che per il trasporto merci e l’inserimento di Brescia/Montichiari tra i 38 aeroporti strategici nazionali, rilanciano con forza l’attualità di questo scalo la cui concessione quarantennale è stata confermata al gruppo Save di Venezia. “Insieme ce la possiamo fare – ha sottolineato il sindaco Mario Fraccaro – questa è la volta buona o davvero si rischia di far chiudere lo scalo. L’Amministrazione comunale punta con decisione e forza al sostegno e al supporto di ogni iniziativa tesa a ridare vigore e visibilità al D’Annunzio. Lo scopo del convegno è stato proprio quello di focalizzare le prospettive di sviluppo che il D’Annunzio potrà avere da qui ai prossimi anni, dando attuazione ad una delibera recentemente adottata dall’Amministrazione Comunale all’unanimità, nella quale si impegnano tutti gli enti preposti a ridare fiato all’attuale deprimente situazione”. Dal convegno è emerso il sostegno delle istituzioni, il sì convinto degli imprenditori e degli industriali, il supporto degli organi di settore, a conferma che il futuro dell’aeroporto di Montichiari potrebbe davvero non essere così lontano. “Il prossimo sviluppo aeroportuale del Nord, viste le carenze infrastrutturali degli scali vicini – ha concluso il Presidente Mottinelli – non può che passare per Montichiari con il collegamento della TAV e delle infrastrutture stradali; si può puntare al rilancio dello scalo e alle ricadute positive per l’intero territorio provinciale; un futuro possibile per il Sistema Brescia”.

 

UN PROGETTO DA 15 MILIARDI DI EURO

“Europe 1” è il nome del progetto per il rilancio dell’aeroporto di Montichiari e la trasformzione del piccolo scalo, in cui oggi transitano meno di 20mila passeggeri, ma più di 40mila tonnellate di merci, in aeroporto internazionale da 75 milioni di passeggeri.

La Sixiang Holding, società internazionale di gestione fondi di Private Equity, sarebbe il principale sponsor pronto ad investire 15 miliardi di euro per l’ambizioso progetto che prevede: l’estensione dell’aeroporto di 38 chilometri, 6 nuove piste di atterraggio, un’area commerciale e servizi, un potenziamento della viabilità con una tangenziale a quattro corsie, anche sotterranee, per raggiungere i 75 milioni di passeggeri nel 2020 e i 100 milioni nel 2023. Il primo intervento, circa 60 milioni di euro, consisterebbe nell’allungamento della pista di circa mezzo chilometro, da 2900 a 3350 metri. A conferma dei dati descritti, sul Corriere della Sera è recentemente appasa l’intervista a Michele Raucci, presidente della Sixiang Holding, principale sponsor del progetto Europe 1 «che ha già riscosso il consenso di importanti rappresentanti del governo Renzi», come spiega lui stesso al noto quotidiano. «Nel 2030 in Europa mancheranno 200 milioni di possibilità di atterraggio e la necessità di realizzare almeno dodici piste. Dopo accurati studi di fattibilità abbiamo deciso che il miglior posto in Europa dove realizzare un investimento strategico è proprio Montichiari, luogo baricentrico per tutto il Nord Italia e il sud Europa. Un aeroporto che ha grandissime potenzialità mai sfruttate. Sarà servito dai treni ad Alta Velocità e sarà raggiungibile dalle principali città di Lombardia, Veneto, Emilia, mediamente in 34 minuti». Ottime prospettive per il Garda bresciano e tutto il territorio che fa riferimento ai congestionati aeroporti di Bergamo e Milano. Il progetto preliminare ora è in attesa di concessione e, se approvato, oltre all’ampliamento del’aeroporto stesso genererà lo sviluppo di strutture alberghiere, uffici, servizi, con ricadute importanti sul Pil di intere regioni.

 

Dal Dipende di Primavera 2016 www.giornaledelgarda.info/giornali/160322-0649-231primavera2016.pdf

]]>
“Seth Siegelaub: Beyond Conceptual Art”, Stedelijk Museum, Amsterdam https://www.giornaledelgarda.info/seth-siegelaub-beyond-conceptual-art-stedelijk-museum-amsterdam/ Sat, 05 Mar 2016 14:59:34 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27279 Allo Stedelijk Museum di Amsterdam è ancora visitabile “Seth Siegelaub: Beyond Conceptual Art” la prima mostra su Seth Siegelaub, gallerista, curatore e uno dei padri fondatori dell’arte concettuale. 

Seth Siegelaub (New York, 1941 – Basilea, 2013) è stato una delle figure più influenti per l’arte contemporanea degli ultimi cinquant’anni. La sua pratica poliedrica l’ha visto destreggiarsi con successo come gallerista, curatore indipendente, ricercatore, archivista, collezionista e bibliografo, portando con sé una visione completamente inedita delle istituzioni e dei ruoli tradizionali del mondo dell’arte – inadeguati a descrivere con precisione una pratica radicalmente indipendente e rivoluzionaria.

Lo Stedelijk Museum di Amsterdam, sotto la guida della nuova direttrice in carica Beatrix Ruf, propone una mostra estensiva per ricordare e indagare il lavoro di Siegelaub, a partire dagli innovativi progetti con gli artisti concettuali negli anni Sessanta, alla sua ricerca anticipatrice sulle teorie della comunicazione  e i mass media, fino alla sua immensa collezione di tessuti, comprensiva di capi provenienti da tutto il mondo e di una comprensiva bibliografia sulla storia sociale della produzione tessile. “Seth Siegelaub: Beyond Conceptual Art” riattiva l’archivio e la vita di Seth Siegelaub, grazie a un allestimento impeccabile che si snoda nell’interezza del piano sotterraneo del museo, nelle fondamenta fisiche e concettuali delle pratiche più recenti dell’arte contemporanea.

Una sezione estensiva della mostra è dedicata agli anni newyorkesi di Siegelaub, dove si possono ripercorrere i momenti fondamentali dello sviluppo dell’arte concettuale americana attraverso opere, materiali originali e ricostruzioni fotografiche e ambientali. Siegelaub è stato il complice fondamentale del gruppo di giovani artisti che poi diventeranno celebri in tutto il mondo come artisti concettuali, sperimentando insieme a loro formati sempre nuovi di allestimento, produzione e disseminazione delle pratiche artistiche più radicali degli anni Sessanta. Come curatore indipendente, gallerista e pubblicitario ante litteram, Siegelaub ha contribuito a costruire lo spazio fisico e immateriale in cui le visioni iconoclaste di artisti suoi contemporanei come Carl Andre, Robert Berry, Daniel Buren, Jan Dibbets, Douglas Huebler, Joseph Kosuth e Lawrence Weiner hanno potuto essere testate e portate alle estreme conseguenze. Progetti come “The Xeroxbook” (1968) o “January 5-31, 1969” hanno dato il contesto e posto le fondamenta per la disseminazione delle pratiche concettuali di questi artisti, in cui lo spazio espositivo poteva essere un libro, un poster, un annuncio – o la realtà stessa, coerentemente con l’affermazione di Siegelaub “la mia galleria è il mondo ora”. Negli spazi dello Stedelijk possiamo addentrarci letteralmente nell’allestimento originale della galleria “Seth Siebelaub Contemporary Art” e della Showroom in Madison Avenue, che sono stati ricostruiti a misura naturale come una mostra nella mostra, insieme all’ufficio di Siegelaub stesso – riallestito filologicamente per soddisfare i più perversi feticismi curatoriali.

Come il titolo suggerisce, l’esposizione si concentra poi sulle ricerche meno conosciute di Seth Siegelaub: dopo aver contribuito al successo dei concettuali e aver ideato e pubblicato, insieme all’avvocato Robert Projansky, uno dei primi documenti a tutela del lavoro degli artisti, “The Artist’s Reserved Rights Transfer and Sale Agreement”(1971), Siegelaub si trasferisce a Parigi. Qui inizia a interessarsi all’ambito della comunicazione di massa come ricercatore e editore, pubblicando testi pioneristici come How to Read Donald Duck: Imperialist Ideology in the Disney Comic (1976) di Ariel Dorfman e Armand Mattelart. Una grande selezione dei testi sono visionabili in una biblioteca appositamente allestita al centro dello spazio espositivo: la biblioteca funge da cervello allestitivo dell’intera esposizione, dove la pratica di ricercatore instancabile, pensatore critico e entusiasta di Siegelaub può essere riattivata dai visitatori stessi. 

A chiudere l’esposizione sta una grandiosa selezione della collezione di tessuti di Siegelaub, allestita su grandi tavole orizzontali e visionabile da un pulpito, costruito appositamente per consentire una visione sull’intera estensione dello spazio al pubblico. I tessuti sono accompagnati da esemplari di testi antichi sulla storia della tessitura, collezionati da Siegelaub per tutta la vita e alla base della fondazione, nel 1986, del Center for Social Research on Old Textiles (CSROT). Il celebre testo di Siegelaub Bibliographica Textilia Historiae: Towards a General Bibliography on the History of Textiles Based on the Library and Archives of the Center for Social Research and Old Textiles del 1997 è la chiosa di questa sua ricerca pluriennale, ed è visionabile in mostra.

Seth Siegelaub: Beyond Conceptual Art” si autodichiara inadeguata a rendere la complessità dell’inusuale ricerca di Siegelaub, ma offre certamente una via di lettura plurale nell’incredibile mole di attività del curatore, ispirazione costante per la storia della curatela anche e specialmente per la natura essenzialmente inclassificabile delle sue attività e interessi. La pubblicazione che accompagna la mostra offre una cronologia commentata e approfondimenti di diversi curatori e ricercatori del lavoro di Siegelaub, è stata prodotta da Verlag der Buchhandlung Walther Konig in collaborazione con Stedelijk Museum Amsterdam e Stichting Egress Foundation.

http://www.stedelijk.nl/en/exhibitions/seth-siegelaub-beyond-conceptual-art

Fotografie dell’installazione di Gert-Jan van Rooij, Courtesy Stedelijk Museum, Amsterdam

004.SM-SIEGELAUB 2015 -PH.GJ.vanROOIJ_original 006.SM-SIEGELAUB 2015 -PH.GJ.vanROOIJ_original

]]>
Metaphysics of Virtual Objects https://www.giornaledelgarda.info/metaphysics-of-virtual-objects/ Thu, 03 Mar 2016 14:44:10 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27316

In occasione del lancio della Call for Virtual Objects, Lucrezia Calabrò Visconti proporrà un percorso nella metafisica degli oggetti virtuali in relazione alla ricerca artistica. Giulia Mengozzi affronterà la questione del mutamento delle capacità attentive in rapporto all’immagine in rete, introducendo la pratica di Project 404: Error — Not Foundche al termine del talk verrà proposta in un workshop da Mattia Capelletti e Elena Radice.

Negli ultimi dieci anni le pratiche artistiche contemporanee sono state investite dalla tendenza generale ad individuare negli oggetti una prospettiva privilegiata di analisi della realtà. Teorie come la OOO (Object Oriented Ontology), il realismo speculativo e il neomaterialismo, che, seppur secondo gradi e metodologie diverse, mettono al centro dell’indagine filosofica gli oggetti, hanno infatti riscosso grande seguito nell’ambito della ricerca artistica, offrendo delle risposte talvolta quasi salvifiche alle aporie della de-materializzazione dell’esistenza (delle relazioni sociali, dell’economia, dei prodotti che usiamo) quanto delle pratiche artistiche.

Qual è il posto delle nuove tecnologie e degli oggetti virtuali in tale esigenza generale di ritorno all’oggettualità? E come si inserisce la mediazione tecnologica all’interno dei processi della ricerca artistica e curatoriale così delineati? Nel talk si individueranno i rapporti più o meno contraddittori tra l’informatizzazione dei processi sociali e artistici e l’economia della presenza; tra il lavoro digitale immateriale e l’evoluzione di figure come i “professional surfers” e i “tastemaker curators”; tra il concetto di interpassività e il ruolo delle proxy politics nella ricerca artistica on- e off-line. Tali dinamiche definiranno la più ampia questione di quale sia il grado di inevitabilità della grammatica imposta dagli algoritmi nella produzione contemporanea di senso e di cultura, e quali siano le vie di fuga da tale struttura impositiva.

Nel talk verranno affrontate le posizioni teoriche di: Graham Harman, Levy Briant, Joshua Simon, Donna Haraway, Alexander R Galloway, Brian Droitcour, Stefan Heidenreich, Lucy Lippard, Sven Lutticken, Robert Pfaller e Slavoj Žižek, Boris Groys, Tal Shachar e Liam Boluk, Simon Sheikh, Daniel Rourke; e le ricerche degli artisti: Guy Ben Ner, Katja Novitskova, Timur Si-Qin, Martijn Hendriks, Mark Leckey, Hito Steyerl, Cécil B. Evans, Pamela Rosenkranz.

(Abstract del talk di Lucrezia Calabrò Visconti)

]]>
Lago di Garda: CICLOANELLO GARDESANO Con 140 km di ciclabili https://www.giornaledelgarda.info/lago-di-garda-cicloanello-gardesano-con-140-km-di-ciclabili/ Mon, 27 Apr 2015 05:12:37 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=20932 70 milioni di investimento, grazie all’intesa fra Regioni e Governo. Mauro Parolini “Un percorso cicloturistico unico in Europa di cui entro fine anno dovremmo già vedere i primi frutti  ”

Alla scoperta del Garda a pedali. Attraverso 140 chilometri di piste ciclabili prossimamente completati e utilizzabili a cura di appassionati turisti e residenti. Per un investimento di circa 70 milioni. Frutto concreto di un protocollo d’intesa collaborativa tra Regioni e Governo. L’iniziativa è stata presentata dall’assessore al Turismo di Regione Lombardia Mauro Parolini insieme a Dario Franceschini, Ministro a sua volta del Turismo, durante la rassegna della BIT – Borsa Italiana del Turismo – svoltasi il mese scorso a Milano Rho Fiera “Si tratta di un percorso unico in Europa – ha spiegato Mauro Parolini, promotore dell’importante progetto cicloturistico – che permetterà agli appassionati di immergersi nella ricchezza turistica dell’area gardesana senza mai scendere dalla bicicletta fruendo di un percorso ininterrotto”. 140 km di piste per una spesa globale di circa 70 milioni si diceva. Per un programma di attuazione ed investimento, che prevede il completamento di alcune porzioni di piste ciclabili situate sulle sponde gardesane lombarde, venete e trentine. E che renderà possibile, unitamente ai cospicui tratti esistenti e a quelli già progettati e finanziati, la realizzazione di un lungo ed affascinante anello da percorrere in completa armonia ecocompatibile con la natura circostante. La sintonia d’intenti, fra le Regioni interessate ed il Governo nazionale, ha già messo in campo qualche azione concreta di sostegno al progetto “Dei 70 milioni previsti per realizzare l’opera – conferma con soddisfazione l’Assessore Mauro Parolini – i primi 7 sono già arrivati. Grazie a questo rapido intervento i lavori sono stati immediatamente appaltati ed entro la fine dell’anno dovremmo vedere attuati i primi frutti di tutta l’operazione”.

]]>
Venezia: prossima all’apertura la 56° Esposizione Internazionale d’Arte https://www.giornaledelgarda.info/venezia-prossima-allapertura-la-56-esposizione-internazionale-darte/ Sat, 18 Apr 2015 08:35:28 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=20875 È prossima all’apertura, ai Giardini della Biennale e all’Arsenale, la 56° Esposizione Internazionale d’Arte, visitabile da sabato 9 maggio a domenica 22 novembre 2015. Intitolata All the World’s Futures e diretta da Okwui Enwezor, la Biennale di quest’anno accoglie 90 partecipazioni nazionali e 44 progetti collaterali, mentre la mostra internazionale al Palazzo delle Esposizioni e alle tese dell’Arsenale si prospetta come interdisciplinare, politica e di aspirazione epica.

Sebbene le biennali fioriscano in tutto il mondo ad una velocità vertiginosa, la Biennale di Venezia è sempre un momento immancabile per l’universo dell’arte contemporanea di incontrarsi e tirare le fila sulle tendenze e i temi emersi negli anni appena trascorsi. 
Se i progetti collaterali di cui è costellata la città (quest’anno ufficialmente 44) puntano infatti di solito alla ricerca di nuovi e freschi protagonisti, la mostra internazionale si è conquistata, nei 120 anni di attività della Biennale, l’autorità di filtrare quali tra i fulcri della ricerca artistica contemporanea verranno storicizzati ufficialmente – per discuterli e da lì fondare nuovi punti di partenza.
Così è stato con Il Palazzo Enciclopedico, la mostra curata da Massimiliano Gioni nel 2013, la quale, oltre a risollevare una reputazione internazionale piuttosto bassa della rappresentanza italiana alla Biennale (a causa dell’ogni anno più discutibile padiglione nazionale), ha messo un esaustivo e necessario punto al tema dell’utopica tensione alla conoscenza universale, sempre più trattato nelle ultime decadi. Insieme ad esso Gioni ha analizzato e felicemente congedato il concept dell’archivio museale e della wunderkammer, per dichiarare poi una volta per tutte la supremazia dell’immagine e dell’immaginazione sulla diatriba del valore tra artisti professionisti e outsider. 
Okwui Enwezor, curatore famoso per progetti complessi e interdisciplinari, legati soprattutto ai temi storico-politici sollevati dal contemporaneo mondo post-coloniale (basti pensare ad esempio alle “piattaforme” di Documenta XI, 2002) non farà da eccezione quest’anno, con un progetto di ampio respiro che promette di trattare l’attuale stato delle cose, l’inquietudine e l’instabilità di un mondo segnato da guerre e conflitti, dalla crisi economica permanente e da sempre più popoli immigrati e in fuga, attraverso una mostra comprendente 136 artisti provenienti da 53 paesi, per un totale di 159 nuove produzioni. 
Quello che quest’anno ci si aspetta dalla Biennale è che Enwezor riesca a sdoganare temi come il postcolonial, il rapporto tra arte, politica e attivismo e il fallimento ormai annunciato del neoliberalismo, con un progetto esplorativo e volto a costruire nuove pratiche ma che prende le mosse dalle grandi narrazioni che precedono la postmodernità – ispiratori d’eccezione di All the World’s Futures sono infatti Walter Benjamin e Karl Marx. Come spiega Enwezor nel suo intervento di apertura, non ci sarà un unico tema a guidare la Biennale: il percorso del visitatore sarà coordinato da una serie di Filtri, i cui titoli sono Vitalità: sulla durata epica, Il giardino del disordine, Il Capitale: una lettura dal vivo. Insieme a questi, ulteriore elemento ispiratore del progetto di Enwezor è stata la storia della Biennale stessa: racconta infatti il curatore di quando, dopo il violento colpo di stato di Pinochet in Cile nel 1973, la Biennale decise di dedicare una parte dei suoi programmi del 1974 proprio al Cile, esponendosi attivamente con un gesto di solidarietà verso il paese: “Quel programma di eventi dedicato al Cile e contro il fascismo incide la nostra recente memoria come una tra le più esplicite prese di posizione con cui un’esposizione della statura della Biennale Arte abbia non solo reagito, ma abbia anche coraggiosamente tentato di condividere il proprio palcoscenico storico con il contesto politico e sociale contemporaneo. È superfluo osservare che, nell’inquietudine dell’attuale scenario internazionale, gliEventi della Biennale del 1974 sono stati una fonte d’ispirazione per la Mostra di quest’anno.”

 

Info:

Biennale di Venezia

56. Esposizione Internazionale d’Arte: All the World’s Futures

dal 9 maggio al 22 novembre 2015

http://www.labiennale.org/it/arte/esposizione/

 

Sedi espositive

Giardini / Arsenale

orario: 10.00 – 18.00

orario: 10.00 – 20.00 sede Arsenale – venerdì e sabato fino al 26 settembre

chiuso il lunedì (escluso lunedì 11 maggio, lunedì 1 giugno e lunedì 16 novembre 2015)

 

Biglietti d’ingresso Special

Intero  Special 2days  € 30 (pass valido per due giorni consecutivi per entrambe le sedi)

Ridotto  Special 2days under 26  € 22 (pass valido per due giorni consecutivi per entrambe le sedi)

Permanent pass  € 80 (pass valido per tutta la durata dell’esposizione)

Permanent pass studenti Under 26  € 45 (pass valido per tutta la durata dell’esposizione)

 

Biglietti d’ingresso Regular

(tipologia di biglietto valido per un solo ingresso per ciascuna sede, Giardini + Arsenale, da utilizzare anche in giorni diversi e non consecutivi)

Intero  Regular  € 25

Ridotto  € 22

COOP, CTS, ISIC, ITIC, FAI, Touring Club, Cinema Più, Venezia Unica city pass, Rolling Venice Card, Carta Giovani, ACI, Trenitalia con bigl. Frecciargento/Frecciabianca con dest. VE (antecedente max. 3 gg.) e soci CartaFRECCIA

Ridotto € 20 (over 65, militari, residenti Comune di Venezia, su presentazione di un biglietto del 43. Festival Internazionale del Teatro, del 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea e dell’abbonamento alla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica)

Studenti Under 26 € 15 (con tessera o libretto universitario e con carta d’identità)

Ridotto € 15 Biennale Card Gold e Platinum

Formula Family € 42 (2 adulti + 1 under 14 + 14 € ogni biglietto aggiuntivo under 14)

Gruppo adulti € 16 (min. 10 persone, prenotazione obbligatoria)

Gruppo studenti scuole secondarie € 10 (min. 10 persone, prenotazione obbligatoria)

Gruppo studenti università  € 14 (min. 10 persone, prenotazione obbligatoria)

Gruppo studenti università convenzionate € 20 (min. 50 persone, prenotazione obbligatoria,

il biglietto/accredito dà diritto a visitare entrambe le sedi espositive per 3 giorni consecutivi)

Ingresso gratuito: fino a 6 anni (inclusi), accompagnatori di invalidi, studenti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado che usufruiscono dei servizi educational

Biglietteria

 

Informazioni e prenotazioni (Visite guidate, gruppi, scuole)

Educational e Promozione

Tel. 041 5218 828 – Fax 041 5218 732

promozione@labiennale.org

 

Come raggiungere le sedi espositive

da Piazzale Roma / Ferrovia:

per Arsenale: linee ACTV 1, 4.1

per Giardini: linee ACTV 1, 2, 4.1, 5.1, (6 solo da Piazzale Roma)

]]>
STAMPARE E GUSTARE D’ANTAN https://www.giornaledelgarda.info/stampare-e-gustare-dantan/ Thu, 24 Oct 2013 08:13:09 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=11039 I primi libri di gastronomia a Venezia dal 1469 al 160 raccontati e divulgati nel volume “Cucina sotto torchio” dal food writer veneziano Flavio Birri.

Gustata e descritta. Gradevole sia all’appetito senza tempo che alla conoscenza usa, ricorda e riproponi. E’ la “Cucina sotto torchio” organizzata nel piatto editoriale che racconta i primi libri di gastronomia stampati a Venezia dal 1469 al 1600 (Helvetia Editrice Collana Rosso Veneziano – pagine 144 – Euro 13). Originale compendio storico gastronomico, pianificato in scrittura da Flavio Birri. Al particolare taglio talentuoso del suo essere food writer veneziano (della Terraferma come indica orgogliosamente nelle note biografiche) il compendio narrativo di un’eccellenza Serenissima tutta da scoprire. Perché, come precisato nella presentazione del volume “Nel Quattrocento Venezia fu il primo centro italiano a diffondere in tutta Europa i libri stampati mediante torchi a caratteri mobili, e fu importante anche nel formare un diverso modo di intendere la gastronomia mediante la pubblicazione di ricettari che fecero conoscere le elaborate portate servite nei banchetti di corte dei maggiori principi italiani”. Così Birri – apprezzato collaboratore in diverse riviste gastronomiche nazionali, tra le quali ricordiamo “Gambero Rosso”, scrittore di saggi specialistici dagli intriganti azzeccatissimi titoli quali “Nel segno del baccalà”, “Sua Maestà il Maiale”, “Cade a fagiolo” oltre che docente all’Università Ca’ Foscari Challenge School nel Master “Cultura del Cibo e del Vino” – rende merito a queste perle storiografiche di nicchia. Argomentando e descrivendo di ricette elaborate d’altra epoca del tipo “Torta d’anguilla da Quaresima”. Unitamente ai consigli pratici nel definire i modi di servire, ordinare stoviglie, eccetera di quel tempo che fu e, perché no, potrebbe essere ancora nella modernità di un passato ricondotto a divulgazione e conoscenza grazie a questa rinnovata effervescenza da “Cucina sotto Torchio”.

a cura di Lucrezia Calabrò

]]>
Budapest – SZIGET FESTIVAL – dall’8 al 15 agosto 2011 https://www.giornaledelgarda.info/budapest-sziget-festival-dall8-al-15-agosto-2011/ Thu, 21 Jul 2011 12:04:55 +0000 http://www.giornaledelgarda.info//?p=890 L’appuntamento a Obuda (vicino a Budapest) per il terzo festival più grande del mondo, il Sziget, quest’anno sarà dall’8 al 15 agosto: una settimana di musica ed arte da ogni parte del mondo

Torna anche questo agosto il Sziget festival, chiamato anche la “Woodstock sul Danubio”, che ogni anno riunisce a due chilometri da Budapest, per una settimana, musicisti e artisti da ogni parte del mondo, ma anche sportivi, videoartisti, teatranti e fondamentalmente qualsiasi individuo si interessi di sperimentazione espressiva.

Nato nel 1993 grazie all’artista ungherese Peter Muller Sziami e alle capacità organizzative di Gerendai Karoly come piccolo raduno, è ormai alla sua diciannovesima edizione, ed è diventato un evento senza pari, vantando ogni anno 1000 spettacoli e 40.000 presenze in una sola settimana.

I 70.000 campeggiatori calcolati verranno ospitati come sempre nell’isola (in ungherese “sziget”, appunto) di Obuda, che per l’occasione si trasformerà in una cittadina vera e propria, attrezzata di ristoranti, uffici postali, un ospedale da campo, una stazione di polizia, spazi ludici per bambini e forme di intrattenimento ovunque, tra mostre, installazioni e stand di cucina internazionale. Ma la vera attrazione dello Sziget festival sono i concerti: innumerevoli palchi per ospitare praticamente ogni genere di musica: pop, rock, metal, hip hop, blues, reggae, afro, world music, folk, elettronica, jazz, classica e così via. L’unico posto al mondo in cui si possono trovare, a poche centinaia di metri, Amy Winehouse, Judas Priest, Crystal Castles e Goran Bregovic, in un medley multiculturale che non poteva trovarsi in posto migliore di Budapest, ponte simbolico tra Europa occidentale e orientale. Tra le 62 nazioni ospitate dal 1993 figura anche l’Italia, quest’anno rappresentata dai Verdena e dalle centinaia di persone che parteciperanno al festival. E allora buon divertimento a chi passerà l’inizio di agosto in quel di Obuda, nel festival più grande d’Europa, a portare avanti lo spirito di Woodstock con “7 Days Of Peace  And Music”.

Lucrezia Calabrò

]]>
Desenzano del garda (Bs) 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITà D’ITALIA: Le celebrazioni di giugno 2011 a S.Martino https://www.giornaledelgarda.info/desenzano-del-garda-bs-150-anniversario-dellunita-ditalia-le-celebrazioni-di-giugno-a-s-martino/ Wed, 08 Jun 2011 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=17602 Emanuele Giustacchini, già presidente delComitato per la Battaglia di San Martino e Solferino, nel 2011, in qualità di assessore alla cultura del comune di Desenzano ha partecipato attivamente alla stesura del programma generale degli eventi celebrativi per il 150 anni dall’Unità d’Italia. Il 17 giugno si inaugura il restauro della Torre di S.Martino.

“Il ricco calendario di questi anni è il frutto del paziente lavoro fatto negli scorsi anni, grazie alla collaborazione straordinaria che abbiamo avuto dalle associazioni, dal mondo del volontariato e dalle tante realtà economiche presenti nel territorio – afferma l’Assessore – il 17 giugno ci sarà l’inaugurazione del restauro della Torre Vittorio Emanuele di San Martino alla quale sono stati invitati capi di Stato e autorità. Durante la stessa occasione, verranno inaugurati anche l’allestimento permanente del Museo della battaglia e il restauro della rocca di Solferino. Evento clou delle celebrazioni, la Rievocazione storica della Battaglia di San Martino e Solferino: “sarà un evento unico, con la partecipazione di 250 figuranti, e ci stiamo impegnando perché possa rimanere a memoria per gli anni futuri e diventi un appuntamento fisso da organizzare ogni anno” conclude Emanuele Giustacchini. Quindi il 26 giugno Desenzano celebra con una serie di iniziative il ricordo di quello scontro, che avvenne il 24 giugno 1859, quando l’esercito del Regno di Sardegna, sotto il comando del re Vittorio Emanuele II, si scontrò con il contingente austriaco. Contemporaneamente, l’esercito francosardo si scontrava con gli austriaci a Solferino. Fu una delle battaglie più lunghe e cruente fra quelle che si combatterono per l’indipendenza e l’unità d’Italia. Si comincia in mattinata, alle 9.00, con Ciclostory 1859, una manifestazione ciclistica non competitiva sui luoghi della Battaglia a cura del G.S. San Martino in collaborazione con il Comitato per i gemellaggi. Alle 11.30 la Marching Band di Bedizzole sfilerà lungo il centro di San Martino che fin dai giorni precedenti sarà addobbato con bandiere tricolori. Nel pomeriggio poi, alle 16.00, sarà la volta della Grande Rievocazione Storica della Battaglia. Presso il complesso monumentale di San Martino sfileranno figuranti in costume e armamento d’epoca con l’accompagnamento musicale della Banda cittadina; a seguire, l’annullo filatelico del 150°. Sempre nel complesso monumentale alle 21.15 si svolgerà il Concerto della Banda dell’Esercito Italiano, complesso composto da 102 sottufficiali. Come degna conclusione della giornata, alle 22.30 spettacolo pirotecnico, realizzato da la Pirofantasia Fireworks di Veronella, e salve di cannone.

Intervista televisiva su www.dipende.tv

Di: Lucrezia Calabrò

]]>
Valeggio sul Mincio (Vr) – VALEGGIO VINTAGE 2011 https://www.giornaledelgarda.info/valeggio-sul-mincio-vr-valeggio-vintage-2011/ Fri, 29 Apr 2011 14:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=16574 A pochi chilometri dal Lago di Garda appuntamento con la moda, l’abbigliamento, gli accessori d’epoca e il modernariato. Numerosi gli espositori presenti, professionisti provenienti da tutta Italia, che già partecipano alle più importanti fiere del settore (Vintage Selection di Firenze, Mercante in Fiera di Parma, Next Vintage Show di Pavia, Mercato dei Navigli a Milano, Il Mercato dell’Antiquariato di Valeggio sul Mincio) e che, oltre alla vendita al dettaglio, curano anche un’attività di ricerca e creazione di archivi storici del costume, preziosa fonte di documentazione per stilisti e redazioni di moda.”VALEGGIO VESTE IL VINTAGE” è un magnifico viaggio a ritroso nel tempo, dove riscoprire modelli della raffinata tradizione sartoriale anni ‘50 o rivoluzionari capi d’abbigliamento anni ‘70, esemplari delle collezioni di famosi stilisti, accessori ricchi di fascino come cappelli d’epoca, preziosi bijoux americani, occhiali, borse, ma anche valigie, bauli e molti altri oggetti usciti un po’ alla volta dalla nostra quotidianità, che siamo ormai abituati a vedere solo in foto d’epoca o nelle produzioni cinematografiche stile “dolce vita”. Nell’atrio del Palazzo Municipale verrà ospitata la mostra “La scatola che ha cambiato il mondo”. Saranno in mostra rari modelli di televisori degli anni ‘40 e inizi ‘50: dai primi esemplari a quelli che hanno segnato la storia del design. La mostra, curata da Rossana Iasoni e Enzo Motti di 9% Nove Cento Design, delinea un percorso che va dalle origini della sperimentazione radio-televisiva (1929) fino alle prime trasmissioni (1934) e all’inaugurazione ufficiale della prima rete RAI della televisione in Italia(1954). La ricerca di stile che ispira tutta la manifestazione riguarderà anche il gusto: durante la
giornata sarà infatti possibile degustare prodotti tipici valeggiani e non solo, proposti da gastronomie, ristoranti e pastifici artigiani locali. L’atmosfera della giornata sarà resa ancor più vivace da alcuni concerti di musica dal vivo. In caso di maltempo la manifestazione si svolgerà presso la struttura coperta del Mercato Ortofrutticolo di Valeggio sul Mincio, in Zona Artigianale. Info: 045.7951880.

Il 21 e 22 maggio si segnala VINTAGE DESIGN & FASHION MARKET altra manifestazione dedicata all’argomento a Gardone Riviera (Bs). Per l’occasione sarà possibile visitare l’Isola del Garda info 3332043201

Di: Lucrezia Calabrò

]]>
XIII SETTIMANA DELLA CULTURA 2011 https://www.giornaledelgarda.info/xiii-settimana-della-cultura-2011/ Mon, 11 Apr 2011 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=18347 Tra il 9 e il 17 aprile in Italia monumenti aperti gratuitamente per la XIII Settimana della Cultura

Un’occasione preziosa per tutti gli appassionati che desiderino scoprire una parte dello splendido e ricco patrimonio culturale di cui il nostro Paese dispone. Il Ministero dei Beni e delle Attività culturali, infatti, apre gratuitamente tutti i luoghi statali dell’arte: biblioteche, musei, archivi storici, monumenti e aree archeologiche. Per l’occasione sono previsti appuntamenti diffusi su tutto il territorio nazionale, che rispondono a molteplici gusti e inclinazioni: visite guidate, laboratori didattici, aperture straordinarie, mostre, convegni e concerti. Dipende segnala l’articolato calendario di appuntamenti nelle province del Garda.

PROVIN CIA di VERONA
Villafranca di Verona
Museo Nicolis dell’auto,
della tecnica, della meccanica
Visita libera – Dal 09 aprile 2011 al 17 aprile
2011. In occasione della XIII Settimana
della Cultura il Museo Nicolis propone
l’ingresso omaggio per i ragazzi fino ai
14 anni. Orario: 10-18, lunedì chiuso.

PROVIN CIA di TRENTO
Arco
Apertura gratuita Galleria Civica
G. Segantini Visita libera – Dal 09 aprile
2011 al 17 aprile 2011. Evento promosso
dal Progetto MAG (Comune di Arco
e Comune di Riva del Garda) e dalla
Galleria Civica ‘G. Segantini’ Arco.
Orario: 10-18, lunedì chiuso

Molina di Ledro
Il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro
Visita libera – Dal 09 aprile 2011 al 17 aprile
2011. Oggetti di vita quotidiana sono
esposti sullo sfondo dei resti dell’antico
villaggio palafitticolo e mostrano la vita
durante l’Età del Bronzo. Orario: martedìdomenica
9.00-17.00

Riva del Garda
Cartografia storica e governo del territorio
Museo di Riva del Garda. Convegno/
conferenza – L’8 aprile 2011. Conferenza
di. Leonardo Rombai(Univ. Firenze) e
Luisa Rossi (Univ. Parma). Orario: 18.00

Apertura gratuita del Museo di Riva
Museo di Riva del Garda. Visita libera – Dal
09 aprile 2011 al 17 aprile 2011. Evento
promosso dal Progetto MAG (Comune di
Arco e Comune di Riva del Garda) e dal
Museo di Riva del Garda. Orario: 10.00-
12.30/13.30-18.00, chiuso il lunedì

Pasqua Musicale Arcense –
Omaggio a Henryk M. Gorecki

Chiesa arcipretale di S. Maria Assunta.
Concerto – Il 10 aprile 2011. Concerto
musicale in omaggio al musicista polacco
scomparso nel 2010. Orario: 21.00

Dalla guerra alla democrazia.
Museo di Riva del Garda. Incontro/
presentazione del libro “ i Comitati di
Liberazione Nazionale di Arco, Riva del
Garda e Torbole” di Ferdinando Martinelli
– I’11 aprile 2011. Orario: 20.30

C’era una volta a… Riva
Museo di Riva del Garda. Spettacolo
teatrale – Il 12 aprile 2011. Spettacolo
teatrale del Centro di Educazione per
Adulti (IC Riva1) ispirato ad una novella
di Karl von Hydel. Orario: 18.00

Quindi M’APPArve
Museo di Riva del Garda. Spettacolo
teatrale – Il 16 aprile 2011. Spettacolo a cura
dell’Associazione Musica Contemporanea
Quadrivium, all’interno delle sale che ospitano
la mostra sulla cartografia storica del Garda.

PROVIN CIA di MANT OVA
Guidizzolo
Oratorio di San Lorenzo e i suoi arredi sacri
Oratorio di San Lorenzo. Domenica 17
aprile 2011 apertura straordinaria con
visita guidata dell’Antico Oratorio di San
Lorenzo e alla collezione di arredi sacri.
Orario: 15.00-18.00

Incontri letterari: La vita è la migliore
invenzione che conosciamo
Biblioteca Comunale. Incontro/
presentazione – Il 12 aprile 2011.
L’incontro verterà su una serie di
autori, e registi, che hanno saputo unire
leggerezza del contenuto e stile narrativo,
come Alexander McCall Smith o Said
Sayrafiezadeh. Orario: 21.00

Dentro l’Arte.
Liceo artistico Alessandro Dal Prato.
Incontro/presentazione – Dal 12 aprile
2011 al 17 aprile 2011. Il liceo artistico
statale Alessandro Dal Prato, per far
conoscere le esperienze artistiche
presenti e passate e far partecipare i
cittadini alle attività culturali promosse
dalla scuola, apre al pubblico le porte
della sua splendida sede. Orario:
Mart 09.00-16.00,giov-sab14.30-17.00,
dom10.00-12.00,15.00-17.00.

Rodigo
Porte aperte al centro visite del Parco del
Mincio e Museo Etnografico dei Mestieri
del Fiume a Rivalta
Parco del Mincio e Museo Etnografico dei
Mestieri del Fiume. Apertura straordinaria
– Dal 09 aprile 2011 al 17 aprile 201. Il
Museo propone una raccolta di attrezzi
e strumenti utilizzati nelle attività tipiche
della valle. Orario: mart-sab15.-18,
giov-ven. 10.00-12.30 – dom 10.00-
12.30,15.00-18.00

PROVIN CIA di BRESCIA
Calvagese della riviera

Visite presso la Pinacoteca Sorlini
Fondazione Luciano e Agnese Sorlini,
visita guidata – Dal 09 al 17 aprile. Il
pubblico potrà accedere agli ambienti
del seicentesco Palazzo Sorlini. La visita
guidata permetterà di ammirare alcune
importanti opere della collezione. Orari:
sab. e dom. 14. 30 – 18.30 (ultimo ingresso
ore 17.30).

Desenzano
Inaugurazione del Civico Museo
Archeologico Giovanni Rambotti, dopo
i lavori di riallestimento
Civico Museo Archeologico Giovanni
Rambotti. Inaugurazione -10 aprile
Orario: 15.00. Riapertura del museo dopo
i lavori di ristrutturazione.

Villa romana e antiquarium.
Apertura gratuita al pubblico dal 9 al 17
aprile Via Crocefisso, 22 tel. 030/9143547
villaromana.desenzano@beniculturali.it
mbac-sba-lom@mailcert.beniculturali.it
Orari: 8,30 – 19,00 (martedì – domenica)
– dal 1° marzo al 31 ottobre

Gardone Riviera
Gregorio Sciltian al Vittoriale
Vittoriale degli Italiani – Villa Mirabella.
Mostra – Dall’11 al 15 aprile. Esposizione
di 16 tele del pittore Gregorio Sciltian e
di alcune opere appartenenti alla sua
collezione privata. Orario: 9.00-12.00,
14.00-17.00

Lonato
Rocca viscontea veneta.
Via dei Fanti, tel. 030 3534808
Fiori nella Rocca.
Mostra mercato di piante rare
Rocca Visconteo-veneta, 09-10 aprile.
Orario: dalle 9.00 alle 18.00

Manerba del Garda
Scambio libri: Libri in volo
Biblioteca Comunale – Palazzo Minerva,
apertura straordinaria – Il 09 aprile. Attività
culturale in biblioteca. Orario: 14.30-18.00

Luoghi di eccellenza
dell’archeologia gardesana
Museo Civico Archeologico della Valtenesi,
Centro Visitatori del Parco Archeologico
Naturalistico della Rocca di Manerba
del Garda. Incontro/presentazione – Il
10 aprile Presentazione del progetto
di valorizzazione e comunicazione
multimediale di alcuni siti archeologici
del basso Garda.
Orario: 10.30-12.30 Dal 9 al 17 aprile
visita gratuita

Mazzano
Porte aperte ai Musei Mazzucchelli
Musei Mazzucchelli. Dal 09 al 10 aprile
visite guidate gratuite – su prenotazione
alle ore 16 e alle ore 16.45 tel 030 212430

Salò
Il film pubblicitario
da Carosello agli audiovisivi
Museo Archivio Audiovisivo Gardesano,
visita guidata – Il 10 aprile. Nei teatri di posa
del centro di produzione Ondastudios sul
lago di Garda, trasformati in museo, breve
viaggio nel filmato pubblicitario italiano.
Orario: 15.00-18.00

Sirmione
Grotte di Catullo e museo archeologico
Piazzale Orti Manara, 4 tel. 030/916157
grottedicatullo.sirmione@beniculturali.it
sba-lom@beniculturali.it.
apertura gratuita dal 9 al 17 aprile

La cultura è di tutti: partecipa anche tu,
Rocca Scaligera, visita guidata – Dal 09
al 17 aprile. Sabato 9 e sabato 16 aprile
visite guidate gratuite secondo i seguenti
orari: 11.00, 12.00, 14.00, 15.00

Sirmione e la Rocca Scaligera nei primi
anni dopo l’Unità d’Italia

Sirmione, Rocca Scaligera di Sirmione
09 – 17 aprile. Esposizione divulgativa
di alcuni documenti conservati presso
l’Archivio Storico di Sirmione, all’ingresso
della Rocca Scaligera di Sirmione.

Il Paesaggio, ricchezza del nostro Paese
Attività didattica – Dal 12 al 14 aprile.
Funzionari della Soprintendenza per i
Beni Architettonici e Paesaggistici per le
province di Brescia, Cremona e Mantova
spiegheranno agli studenti delle scuole
medie e superiori che cos’è il paesaggio,
com’è cambiato nel tempo e perché è
importante tutelarlo.

Io, architetto nel mondo romano!
Le meraviglie della villa delle Grotte di
Catullo.
Area Archeologica e Museo delle Grotte
di Catullo. Attività didattica – Dal 12 al 15
aprile. Percorsi didattici rivolti alle scuole
dedicati all’architettura in epoca romana:
tecniche edilizie, materiali da costruzione
e sistemi di misura. Ingresso gratuito con
prenotazione obbligatoria. Orario: 10-12

Toscolano Maderno (Bs)
Villa romana.
Località: Capra, tel. 02/89400555

Di: Lucrezia Calabrò Visconti

]]>
Castelnuovo del Garda e Valeggio sul Mincio (Vr) SULLE ALI DI PEGASO https://www.giornaledelgarda.info/castelnuovo-del-garda-e-valeggio-sul-mincio-vr-sulle-ali-di-pegaso/ Tue, 01 Feb 2011 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=11460 Un progetto nazionale ed un concorso, a proposito delle malattie rare, volti alla sensibilizzazione di tutti gli studenti delle terze classi delle scuole secondarie di primo grado

E saranno ben due le scuole gardesane, in provincia di Verona, che parteciperanno a questo interessante progetto, realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca: l’Istituto Comprensivo Montini di Castelnuovo del Garda e l’Istituto Comprensivo G. Murari di Valeggio sul Mincio. “Sulle ali di Pegaso” nasce come strumento di consapevolezza a proposito di tematiche delicate quali le patologie rare, le cui vittime purtroppo sono troppo spesso i ragazzi. Non a caso si è pensato di “trasferire” nelle scuole il messaggio che la Giornata Mondiale delle Malattie Rare rappresenta. Questo progetto è inoltre pensato per arricchire l’offerta formativa e per donare strumenti a docenti per una partecipazione attiva degli studenti. Alle scuole aderenti verrà inviato un libro che contiene i racconti di alcune storie di malattie rare incentrate sul vissuto dei pazienti e che sottolineano i nodi centrali su cui riflettere a proposito di questi temi. Il libro conterrà anche il DVD dello spettacolo teatrale che verrà messo in scena a febbraio, in occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare. Dopo la lettura del libro e la visione del filmato, insegnanti ed alunni dovranno confrontarsi in un dibattito, ricavandone idee per la realizzazione di un elaborato, sia esso uno spot, una drammaturgia, un cortometraggio o un brano musicale. Questi elaborati, che dovranno essere inviati entro settembre, saranno giudicati poi da una giuria che verrà nominata entro marzo dall’Istituto Superiore di Sanità e che premierà la scuola vincitrice nel convegno che si terrà a ottobre 2011. Gli elaborati, una volta presentati e conclusosi il termine di presentazione, saranno pubblicati nella pagina di Facebook dedicata al progetto “Sulle Ali di Pegaso”.

Di: L.C.

]]>