Francesca Gardenato – Giornale del Garda https://www.giornaledelgarda.info by Dipende Tue, 19 Mar 2024 03:45:26 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.5.30 Lago di Garda: L’altra faccia del turismo https://www.giornaledelgarda.info/lago-di-garda-laltra-faccia-del-turismo/ Tue, 01 Apr 2008 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=16943 Un’indagine delle Acli ha recentemente rivelato l’identikit dei lavoratori gardesani del turismo: un settore dominato da stranieri, precariato e scarsa formazione scolastica.

Dietro le quinte del turismo gardesano un Mangiafuoco italiano e un popolo di attori stranieri e di giovani che ogni stagione tornano alla ribalta per il pubblico dei villeggianti, una platea cresciuta del 4,1% nel 2006. Sui lavoratori del Garda bresciano una ricerca del 2007, condotta dai circoli Acli di Desenzano e di Brescia, rivela l’aumento degli stranieri fra le cucine, i piani d’albergo e le sale ristoranti degli esercizi benacensi, amministrazioni e portinerie gestite da italiani, la precarietà dei lavoratori stagionali, almeno fino ai 36 anni, la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia che sfocia in un 40% di single, un sindacato ignorato perché percepito come lontano e una scuola alberghiera poco formativa per accedere al settore.

E’ stato presentato l’8 marzo, a Palazzo del Turismo di Desenzano, il rapporto con i risultati dell’indagine Lavoratori del Turismo. Analisi e prospettive. Perché il focus sul settore turistico? Perché è la risorsa primaria dell’economia gardesana, rappresenta il 12% del pil italiano, e il resto lo raccontano i dati snocciolati durante il convegno. Dal 1992 al 2006, attorno al Benaco, il numero degli addetti è aumentato del 58% (fonte: Federalberghi), in corrispondenza di un incremento del 16% dei posti letto (e un calo degli hotel del -3%). Siamo quindi di fronte a un settore in buona salute e in espansione, grazie alla maggiore mobilità del consumatore odierno che tende però ad accorciare i propri soggiorni in linea col motto del nuovo millennio che è “poco ma spesso”.

Chi sono i lavoratori – Tra maggio e settembre 2007, a 600 esercizi alberghieri ed extralberghieri della sponda bresciana a Sirmione (40%), Limone e Gardone Riviera è stato sottoposto un questionario sui loro operatori stagionali. I dati sono stati analizzati dal professor Roberto Rossigni, Presidente provinciale Acli e da Valentina Rivetti dell’ufficio studi. L’indagine coinvolge 17 mila occupati del settore alberghiero, del comparto bar-ristorazione-intrattenimento e dell’extralberghiero (camping, bed&breakfast…). La fascia d’età prevalente è fra i 36 e i 50 anni (40%), seguita da un 28,3% di 26-35enni.
Gli stranieri – Rappresentano il 27% del campione e solo 1 su 4 vanta un contratto a tempo indeterminato. Provengono principalmente dall’Est Europa e dall’Africa. Anche se nel basso lago la percentuale di lavoratori stranieri è ancora contenuta, mentre è in continua crescita nell’alto Garda. Pare che siano «ben integrati e calorosi con il cliente», stando agli intervistati. Più disponibili, ma sottopagati rispetto agli italiani e addetti ai ruoli più umili.
I contratti di lavoro – Il 68,8% degli operatori del turismo ha un contratto a tempo determinato e solo il 22,5% ha un posto “sicuro” (gli over 50-60). Il problema è legato soprattutto alla mancanza di strutture ricettive che portino turismo anche nella stagione invernale. Assumere a tempo indeterminato per un albergo – che spesso è a gestione familiare – comporta costi fissi troppo alti nella bassa stagione. Stagionalità e motivazione sono le prime cause dell’instabilità lavorativa nel turismo. La riprova viene dallo stesso Presidente degli albergatori di Sirmione, Dalle Vedove: «Proprio per la natura del turismo lacustre, è difficile confermare il contratto per l’intero anno e per gli anni successivi. Ma se si vede che il collaboratore è qualificato e ha buona volontà, sarà sicuramente ricontattato. Spesso, comunque, sono i giovani che preferiscono cambiare luogo di lavoro ogni stagione, per acquisire più esperienza». Sopra i 36 anni però il contratto a tempo indeterminato si fa meno utopico e sono le donne a ricercare più stabilità e ad essere meno “mobili”. Ma piace il lavoro stagionale? Per il 31,7% è una scelta obbligata in mancanza di un posto fisso migliore.
Il sindacato –Il 75% degli intervistati non ci si è mai rivolto e il 73% non si è mai appellato ad un patronato. «Facciamo fatica ad intercettare i lavoratori del settore – constata Alberto Pluda, responsabile del settore turistico della Cisl di Brescia -, proprio perché il contratto contiene figure diverse e tanti lavoratori occasionali. Il problema è che il sindacato non è considerato un interlocutore di pari dignità, a causa della disinformazione».
La scuola – Il 62,5% dei casi non fa alcun aggiornamento e il 48% non utilizza la propria formazione scolastica. A scuola non si infondono sufficienti competenze e conoscenze; l’esperienza di stage è positiva ma il monte ore settimanali insufficiente. Sull’argomento, ha ribattuto il Vicepreside dell’istituto alberghiero di Desenzano, Walter Mesar: «In 28 anni di lavoro scolastico, posso affermare che molti nostri ex studenti occupano oggi anche i quadri direzionali. Con 40 ore settimanali di scuola, intramezzate da weekend di lavoro nei ristoranti o negli hotel, la preparazione non manca. Chi arriva nel mondo del lavoro spesso non trova professionalità nei rapporti. La prima selezione comunque viene fatta dalla stessa scuola: al termine del primo anno perdiamo circa il 50% degli alunni». Resta comunque il fatto che per il 56% dei casi la formazione scolastica non è servita per trovare lavoro: il 57% ha ottenuto il posto mediante il “passaparola”. Nella ricerca sembra funzionare bene anche il porta-a-porta (per il 20,6%), scarsi invece i contributi forniti da agenzie interinali, internet, inserzioni sui giornali e centri per l’impiego.
Il nomadismo – Una quota di intervistati non lavora sempre nella medesima zona ma si sposta, in particolare verso il Veronese (il 6%), mentre il 10,6% raggiunge altre province (dati 2006). I meno “girovaghi” sono gli italiani di una certa età, le donne e gli africani. Grande propensione alla mobilità invece da parte degli immigrati dell’Est Europa.
La famiglia e il reddito – Come si concilia con il nomadismo? Il 40% degli intervistati è single; mentre il 31,6% è sposato con uno o più figli, e gli altri convivono. E la casa? Buona parte dei lavoratori abita presso l’hotel: «circa il 70%», secondo un imprenditore del settore. Dei lavoratori non dipendenti in azienda, il 34,5% sono familiari proprio per la tipologia di gestione. Dal punto di vista reddituale, la fetta maggiore delle famiglie si colloca nella fascia dei 10-20mila euro l’anno, stando al reddito derivante dalla sola stagione. In generale, il costo del lavoro nel turismo è alto e gli stipendi sono bassissimi, il part-time diviene spesso un full-time retribuito con “fuori busta”.
Conclusioni, pareri e prospettive – Cosa fare ora? Ezio Campagnola, alla guida delle Acli di Desenzano, fa notare che “è doveroso iniziare a tessere un approccio sinergico tra amministrazioni locali, scuole, sindacati, associazioni di albergatori e parrocchie, per recuperare l’orgoglio professionale che in passato ci ha consentito di essere al vertice del mondo ». Secondo il Presidente provinciale Acli, Roberto Rossigni, «la sfida sta nel trovare stabilità nei contratti di lavoro». E’ un settore vivace che offre buone prospettive per i giovani, gardesani e non, con la possibilità di ricoprire, nel giro di alcuni anni, ruoli di alto livello arrivando a guadagnare – se pensiamo ad un cuoco esperto e conteso da più alberghi – anche 4mila euro al mese. Serve solo combinare flessibilità contrattuale e sicurezza nel lavoro: flexicurity. La fotografia delineata dall’indagine «deve servire per incalzare gli altri portatori di interessi, imprenditori in primis. Questo è un modello da cui partire per crescere e giungere alla coesione sociale», chiude il Presidente Acli della Regione Lombardia, Giambattista Armelloni.

Di: Francesca Gardenato

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