Vicenza: ANTONIO LOPEZ GARCIA

| 15 febbraio 2015
Lòpez Garcia

Il silenzio della realtà. La realtà del silenzio-

Un evento a pochi chilometri dal Lago di Garda

A quarantadue anni dalla prima, e unica, sua mostra personale in Italia (Torino, Galleria Galatea, 1972, con catalogo a cura di Giovanni Testori), Antonio López García ha accettato l’invito di Marco Goldin di tenere la sua seconda personale italiana. Dopo la morte di Andrew Wyeth prima, e di Lucian Freud poi, il pittore e scultore spagnolo è considerato dalla maggior parte della critica e da esperti del settore il maggior pittore figurativo vivente al mondo. “Palazzo Chiericati, la Pinacoteca Civica della città, è caratterizzata da una forte identità storica – ha dichiarato il Vicesindaco ed Assessore alla crescita del Comune di Vicenza, Jacopo Bulgarini d’Elci. Con questa mostra intendiamo mettere a confronto l’identità storica dell’edificio palladiano con nuovi linguaggi, utilizzando gli spazi del piano terra. Il contemporaneo sarà nuovamente protagonista anche nell’interrato che verrà sicuramente utilizzato in concomitanza con l’operazione culturale che interesserà la città tra la fine dell’anno e la prima metà del 2015. Continueremo quindi a proporre un dialogo tra classico e contemporaneo, come già sperimentato con la recente esposizione di Nicola Samorì”. L’esposizione a Palazzo Chiericati , promossa da Linea d’ombra e dal Comune di Vicenza, con l’apporto fondamentale di Segafredo Zanetti in qualità di main sponsor, è corredata da un volume/catalogo pubblicato per l’occasione contenente un lungo saggio di Goldin e le schede critiche dedicate alle venticinque opere esposte, racchiuse specialmente negli ultimi suoi vent’anni di attività. Molto concentrata sulla scultura, che ha occupato una parte importante dei pensieri dell’artista negli ultimi due decenni, in questa mostra vediamo anche alcuni grandi disegni preparatori per le sculture stesse, oltre ad alcune vaste tele dedicate in modo particolare alle famosissime vedute della città di Madrid, appartenenti sia a collezioni private che ad istituzioni pubbliche. La rassegna vicentina non occupa soltanto cinque sale al piano terreno di Palazzo Chiericati: due sculture monumentali in bronzo, “Carmen dormida” e “Carmen despierta”, sono state collocate in una piazza del centro storico, come annuncio della mostra personale ma anche come indicazione, sul tema della notte e del risveglio, dell’esposizione in Basilica Palladiana. L’attenzione nei confronti della scultura di López García prosegue all’interno di Palazzo Chiericati, con una netta divisione di materiali e temi; sul lato sinistro del palazzo possiamo vedere una celeberrima scultura, “Hombre”, del 2003, sempre di grande formato, e di uno tra i disegni preparatori, di oltre due metri di altezza. Ma la cosa forse più straordinaria in assoluto, è che Vicenza presenta l’ultimo, grande quadro cui López García sta lavorando, e che verrà ultimato proprio questa rassegna. Una tela quasi quadrata di oltre due metri di lato e intitolata “Nocturno, Poniente 3”. Da un interno dimesso, nella luce della notte, i riflessi sulla finestra di un paesaggio urbano che lampeggia all’esterno e lascia tutta bloccata l’atmosfera della notte. López García, che già è stato protagonista con tre opere della mostra “Raffaello verso Picasso” nel 2012 sempre a Vicenza, dedicata alla storia del ritratto e della figura (tra cui “La cena”, rivista a Milano in occasione della manifestazione interculturale “La Milanesiana” 2014, alla Pinacoteca di Brera in un ‘faccia a faccia’ con la celebre “Cena in Emmaus” del Caravaggio), si è mostrato affascinato dal progetto della mostra sui “Notturni” che il curatore Marco Goldin propone negli spazi della vicina Basilica Palladiana, accettando di parteciparvi con quattro opere, prestiti importanti, sollecitati presso collezionisti ed istituzioni dallo stesso artista. La prima di queste, una celeberrima scultura policroma su legno del 1963, “Donna che dorme. Il sogno”, dal museo Reina Sofía di Madrid, è posta in dialogo con le sculture dell’antico Egitto e con i ritratti del Fauym a lui cari. Nella sezione successiva le opere “Grande finestra” del 1972/73 e “Finestra di notte, Chamartin” del 1980 sono posta in relazione con le finestre notturne di Giorgione e Tiziano; la quarta, “Tomelloso, giardino di notte”, del 1980, appare nella penultima sezione dedicata alla pittura sulla notte condotta nel Novecento da Klee e Hopper fino a De Staël e Rothko. Alcune note biografiche. Antonio López García (Tomelloso, 6 gennaio 1936). La sua pittura è stata il soggetto del documentario “Il sole della mela cotogna (El sol del membrillo)” (1992), diretto da Víctor Erice. La sua precoce abilità nel disegno viene riconosciuta dallo zio Antonio López Torres, un locale pittore di paesaggi, che gli diede le prime lezioni. Tra il 1950 e il 1955 studia alla “Scuola d’arte” di Madrid, vincendovi numerosi premi. Presso la scuola conosce la pittrice Maria Moreno, che sposa nel 1961 e stringe amicizia con Francisco Lopez Hernandez, Amalia Avia, and Isabel Quintanilla, con i quali costituisce un gruppo realista a Madrid. Nel 1955 con una borsa di studio viaggia in Italia con l’amico Francisco, studiando la pittura italiana a partire dal Rinascimento e parallelamente rivaluta la pittura presente nel Museo del Prado, e in particolare l’opera di Diego Velázquez. Tra il 1957 e il 1964 le sue opere assumono elementi del Surrealismo: figure ed oggetti appaiono fluttuare nello spazio e i quadri popolati di immagini distaccate dal loro contesto. Mostra un crescente interesse per la raffigurazione di oggetti indipendentemente dal loro contenuto narrativo. Alla metà degli anni Sessanta la sua pittura è intrisa di realismo magico, in seguito il mondo fisico assume un’importanza sempre maggiore. Nelle sue opere tridimensionali sono presenti affinità con il Rinascimento toscano (“Testa di Carmencita”, del 1965-68, ricorda opere in bronzo quattrocentesche di Desiderio da Settignano) ed anche la pittura riprende capolavori del passato. I soggetti rappresentati sono umili e l’intento è quello di far percepire la bellezza nelle loro semplici forme e di invitare a riconsiderare la presenza degli oggetti comuni. Intorno al 1960 inizia a dipingere vedute panoramiche di Madrid. Le opere vengono realizzate in varie tecniche tradizionali. Il paesaggio è il genere costante nelle diverse tappe della sua carriera e quasi sempre è il paesaggio urbano.Gli altri grandi temi trattati dal maestro sono le nature morte e il ritratto. La prima mostra personale risale al 1961 a Madrid, alla quale seguono esposizioni presso la Staempfli Gallery di New York nel 1965 e nel 1968. Nel 1986 ha luogo la mostra maggiormente rappresentativa presso la Marlborough Gallery di New York. Sue opere sono presenti in diversi musei degli Stati Uniti. Per la maggior parte della sua carriera ha lavorato in una cultura artistica dominata prima dall’astrattismo e poi dalle correnti di arte concettuale, ma la sua fama cresce costantemente nel corso degli anni Sessanta e Settanta. Nel 1985 ottiene il premio Principe d’Asturia delle arti e nel 2006 il premio Velázquez delle arti plastiche.

Palazzo Chiericati – Piazza Matteotti 37/39, Vicenza; Fino all’8 Marzo 2015; orari: tutti i giorni dalle 9 alle 17;                                                                          Biglietto unico: € 6 (valido per tutte le mostre in Palazzo Chiericati fino all’8 marzo 2015);                                                                                                                    Biglietto ridotto: € 3 (per titolari di Biglietto Unico Musei Civici di Vicenza);                                                                                                                                                          Per informazioni: Tel. +39 0422 429999, lunedì-venerdì: 9-13.30 e 14.30-18; sabato: 9-13;

Fabio Giuliani

 

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