Verona: “La Fondazione Cariverona salvi l’Istituto sperimentale di frutticoltura”

| 19 maggio 2015
Veneto Agricoltura campagna

L’appello lanciato durante il convegno su agricoltura e ricerca a San Floriano

“La Fondazione Cariverona scenda in campo per salvare l’Istituto sperimentale di frutticoltura di San Floriano. Lo ha fatto per ingegneri e architetti, può farlo anche per un istituto di vitale importanza per il futuro delle aziende agricole veronesi, acquisendo il bene e dandolo in gestione a noi o all’università”.

L’appello è stato lanciato ieri da Christian Marchesini, presidente del Consorzio di tutela vini Valpolicella, al convegno “Riorganizzare la ricerca in agricoltura” promosso da Confagricoltura, Cia e Aic-Copagri a Villa Lebrecht di San Floriano.

L’istituto, per anni all’avanguardia nell’attività di sperimentazione sulle piante da frutto, è stato messo in vendita dalla Provincia e rischia di chiudere i battenti. Marchesini è andato giù duro con le istituzioni: “Il consorzio di tutela aveva proposto alla Provincia di gestire l’istituto – ha detto -. Avevamo anche coinvolto l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, spiegandogli che saremmo riusciti a far funzionare il centro e che ci sarebbero state aziende che avrebbero investito nella ricerca. Ma non abbiamo avuto risposta”.

Fino a pochi anni fa, ha spiegato Marchesini, Verona ha fatto la parte del leone in Veneto nel settore enologico: “Poi è arrivato il prosecco e abbiamo cominciato a soffrire anche per la mancanza di rappresentanza politica, perché tutto ciò che fa e propone il sistema Treviso Venezia lo accetta. Verona è la periferia dell’impero. Andando avanti così rischiamo di perdere questo centro, grande risorsa del territorio. Dovremmo prendere invece ad esempio la fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, che ha un centro di ricerca e innovazione al massimo livello”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Mirco Frapporti, sindaco di Fumane: “Recentemente il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina ci ha dato la sua disponibilità a impegnarsi per la salvaguardia dell’Istituto. Noi siamo riusciti a impedire che venisse fatto il secondo bando per l’alienazione. Ora impegniamoci a trovare 500 mila euro annui, necessari per la sua sopravvivenza”.

Dal convegno note dolenti sulla ricerca. Giustino Mezzalira, responsabile del settore ricerca di Veneto Agricoltura, ha puntato l’indice sulla mancanza di risorse: “Dovremmo investire almeno il 3 per cento del Pil settoriale nei prossimi anni per restare al passo con l’Europa – ha detto -. I dati ufficiali invece dicono che il Veneto dieci anni fa investiva circa lo 0,3 per cento del Pil , percentuale scesa negli ultimi anni allo 0,1 per cento. E non ci si dica che è colpa della crisi perché altre Regioni, come Trentino e Lombardia, hanno investito cifre importanti”.

Secondo Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, “in Veneto la ricerca legata all’agricoltura è molto carente e le risorse sono frammentate su molti rivoli. Noi chiediamo che gli agricoltori possano usufruire di una ricerca di prossimità, cioè vicina al territorio, che dia un orientamento sia sulle varietà più utili da coltivare, sia sulla lotta ai parassiti e ai funghi che vanno a colpire in maniera irreparabile colture come kiwi e ulivo”.

Intanto, come ha rimarcato Primo Anselmi, presidente regionale di Fedagro – Confcooperative, la concorrenza ci massacra: “Chi non fa ricerca oggi soccombe. Noi ci stiamo piangendo addosso, mentre la Spagna vola. Tempo fa avevamo proposto all’assessore Manzato di far partire un lavoro di sperimentazione nei vari comparti dell’ortofrutta e io mi ero fatto carico di parlare con le Op. Ho presentato la proposta, ma non se ne è saputo più nulla”. Lauro Berardinello, preside dell’Istituto agrario Stefani Bentegodi, avverte che “a Verona centri sperimentali non ce ne sono più”, mentre secondo Giovanni Guarda, ex direttore dell’istituto di ricerca e sperimentazione Strampelli di Lonigo, pubblico e privato devono tornare a lavorare, “ma occorre una scelta politica di fondo. I soldi li abbiamo, ma non investiamo. Veneto Agricoltura? Copia dagli altri e non fa innovazione”.

La strada da imboccare è la riorganizzazione della ricerca e della sperimentazione, avverte Giambattista Polo, candidato al consiglio regionale nella civica Moretti con il sostegno delle organizzazioni agricole: “La politica deve smettere di agire solo per il consenso. E se non promuoviamo il rinnovamento generazionale nella ricerca e nella sperimentazione non andiamo da nessuna parte”.

La nota positiva arriva dall’università con Maurizio Boselli, cattedra di viticoltura all’università di Verona e Mario Pezzotti, ordinario di genetica agraria all’Università di Verona, che riferisce di ingenti fondi investiti nell’innovazione: “L’università ogni anno finanzia 38 progetti di ricerca e investe un milione 200 mila euro per la ricerca e l’interazione con il territorio”.

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