Trento – ORDINE E BIZZARRIA – IL RINASCIMENTO DI MARCELLO FOGOLINO

| 21 settembre 2017
Opnamedatum: 2016-01-14

“Tutto il rest’è di Marcel Fogolino / Maestro ver d’unire ogni colore, / che come al paragon sta l’oro fino,/ Così con tutti è stato ‘l gran pittore: / onde restato al fin con la vittoria / s’ha acquistato immortal lodi e gloria.” (P.A. Mattioli, “Il Magno Palazzo del Cardinale di Trento, 1539, ottava, 407)

Il Castello del Buonconsiglio, fu antica storica sede dei “Principi Vescovi”, categoria nobiliare-religiosa che dominarono la città di Trento e praticamente tutto il territorio trentino dal 1027 al 1801, quindi dal pieno “Medioevo” fin quasi alle soglie del “Risorgimento”.

Da diverso tempo annovera al suo interno una collezione permanente di opere d’arte e di arredi storici in un affascinante percorso che culmina alla “Torre Aquila”, dove si può ammirare – unico punto dell’intero maniero soggetto ad obbligatoria visita guidata tramite audioguide – al celebre “Ciclo dei Mesi”, ciclo di affreschi dipinti dal maestro Venceslao (documentato in città nel 1397) che risalgono alla fine del XIV secolo, inizio del XV, e sono il migliore esempio di gotico internazionale in Trentino ed uno dei più significativi dell’Italia settentrionale. Quando si parla di questo complesso dal punto di vista artistico vengono subito in mente le eccelse composizioni di Girolamo Romanino, in particolare quelle superiori alla loggia che da su un cortile esterno, e al cui artefice sempre in questa sede fu dedicata un’ampia mostra nel 2006. Ma sempre al Buonconsiglio ha svolto parte della sua carriera artistica anche un altro gran pittore, Marcello Fogolino, che avuto la riconoscenza che meritava…almeno fino a poco fa…infatti, dopo le grandi mostre monografiche dedicate ai pittori che affrescarono il maniero, il già citato Romanino   e i fratelli Dosso e Battista Dossi, l’evento espositivo principale del 2017 in questi spazi è dedicata proprio a lui; l’iniziativa, realizzata in collaborazione con i Musei Civici di Vicenza e in particolare con la Pinacoteca di Palazzo Chiericati, con cui è stato stipulato uno specifico accordo, riscopre un artista notevolissimo ma la cui fama di pittore venne offuscata dalle sue vicende private. La condanna per l’omicidio di un barbiere, commesso, pare, insieme al fratello Matteo, la messa al bando, l’attività di spionaggio a favore della “Serenissima” Repubblica di Venezia, gli alti e bassi con la committenza delineano un personaggio dalle tinte forti. Possiamo quindi conoscere meglio un pittore che fu costretto a una forzata permanenza in Trentino, ma che riuscì a guadagnarsi, con la sua opera, la fiducia del principe vescovo Bernardo Cles fino a divenirne il pittore di corte e, poi, del suo successore, Cristoforo Madruzzo. Figlio d’arte (suo padre era un pittore di buon livello), fu mandato da giovane a bottega da Bartolomeo Montagna, a Vicenza. In quella città lasciò opere importanti in numerose chiese prima di trasferirsi per otto anni a Venezia. E’ documentato il suo rientro a Vicenza verso il 1518 e il suo operare insieme a Giovanni Speranza. La sua pittura di quegli anni mostra un distacco dai modelli quattrocenteschi e una adesione alle novità che, nelle ville e chiese venete, stava imponendo il Veronese. Rientrato nel natio Friuli, nel Pordenonese ottiene commesse di rilevo per diverse chiese della città e del territorio, in parte purtroppo oggi perdute. In seguito Fogolino giunge a Trento dove, tra il 1528 e il 1533, si costruiva il Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio, un grandioso cantiere rinascimentale nel quale pittori, scultori, artigiani, garzoni di bottega lavorarono a tempo record per rendere sontuosa la nuova dimora rinascimentale del Principe vescovo Bernardo Cles. Qui egli trovò fama, commissioni e, grazie alla protezione vescovile e alla benevolenza della corona imperiale austriaca, un sicuro rifugio. Il periodo trentino è illustrato in mostra con sue opere provenienti da chiese del territorio e dalle collezioni del museo, in merito alle quali particolare attenzione viene dedicata alla committenza, mentre la sua produzione profana viene approfondita partendo dai cicli pittorici del Castello del Buonconsiglio, ma anche dalle preziose testimonianze grafiche. Dopo il 1541, sotto Cristoforo Madruzzo, organizzatore del “Concilio”, Fogolino riprende a viaggiare; di certo lavora ad Ascoli Piceno, per il vescovo di quella città, conosciuto a Trento, poi a Gorizia ed ancora a Bressanone. Si sa che venne cercato per la Residenza di Innsbruck ma di lui nulla è noto in quella città. Finì quindi da artista errante una vicenda cominciata allo stesso modo. Molti sono ancora i problemi aperti intorno alla personalità e alla produzione del pittore vicentino d’origine, ma trentino d’elezione; nodi che si possono in parte dipanare anche grazie all’importante campagna di restauro condotta nell’ultimo ventennio sui cicli affrescati del Magno Palazzo, agli studi condotti sul cantiere voluto dal Cles e sulla figura del Fogolino, nonché ad accurate ricerche d’archivio. La mostra è distribuita nelle sale del Magno Palazzo, in parte affrescate da Romanino e dai fratelli Dossi e in parte dallo stesso Fogolino, ed inizia da pale d’altare che hanno contraddistinto l’evolversi del suo percorso stilistico tra Vicenza e la provincia di Pordenone, evidenziando la ricca valenza del patrimonio artistico e culturale del Triveneto e approfondendo lo studio dei rapporti e della collaborazione culturale con gli altri artisti vicentini, tra cui Giovanni Bonconsiglio, Bartolomeo Montagna e Francesco Verla. Vediamo magnifiche pale provenienti dal Rijksmuseum di Amsterdam, come la “Madonna col Bambino e santi” mai esposta in Italia, dalla Galleria dell’Accademia di Venezia, dalla Pinacoteca Nazionale di Siena, dalla Pinacoteca di Palazzo Chiericati a Vicenza ma anche le rarissime incisioni provenienti dal museo statale di Dresda. La mostra è aperta in contemporanea con la rassegna che il Museo Diocesano Tridentino dedica a Verla, altro importante artista che nei primi anni del XVI secolo soggiornò a lungo in Trentino. Il particolare clima culturale che contraddistinse il periodo “clesiano”, non senza positive influenze sull’arte fogoliniana e sulla importante stagione rinascimentale trentina, è testimoniato da materiali di confronto ispirati al gusto antiquario del tempo, alla statuaria, alla produzione libraria e incisoria. La mostra è curata da Giovanni Carlo Federico Villa, Direttore onorario dei Musei Civici di Vicenza, da Laura Dal Prà, direttore del Castello del Buonconsiglio, e dalla conservatrice del museo Marina Botteri.

Il relativo catalogo – Edizioni Castello del Buonconsiglio – raccoglie i contributi di oltre venti studiosi. L’allestimento è a cura dell’architetto Michelangelo Lupo in collaborazione con l’architetto Adriano Conci, Direttore tecnico del museo.

Castello del Buonconsiglio – Via Bernardo Clesio 5, Trento; fino al 5 Novembre 2017; orari: dalle 10 alle 18; chiuso i lunedì non festivi; biglietti: 10€ intero, 8€ ridotto; Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese; presentando il biglietto della mostra “Viaggi e incontri di un artista dimenticato. Il Rinascimento di Francesco Verla” al Museo Diocesano si ha diritto ad una tariffa di ingresso agevolata.      Per informazioni: 0461 233770; www.buonconsiglio.it

Fabio Giuliani

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Fogolino 5    Castello del Buonconsiglio

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