Trento, 2006: GIROLAMO ROMANINO ‘EXCELLENTE PITTORE’

| 1 ottobre 2006
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Così fu definito il Romanino dal Principe Vescovo di Trento quando gli fu affidata la decorazione del Castello del Buonconsiglio nel 1531.

Per parlare di questo geniale artista (1485-1560), definito nell’attuale mostra ‘un pittore in rivolta nel Rinascimento italiano’, attivo soprattutto in Lombardia, anche a Mantova e Cremona, occorre partire dalla prima monografica dedicatagli da Brescia nel 1965 che, allora, non fece gran cassa, però gettò i semi della rivalutazione del pittore partendo dalle geniali indicazioni di quel rabdomante dell’arte che fu Roberto Longhi. Fortunatamente di quel dibattito, a cui parteciparono tra gli altri Pier Paolo Pasolini e Renato Guttuso, dieci anni dopo furono pubblicati gli atti dalla Grafo Edizioni da cui togliamo alcune frasi salienti. Pasolini: “Il Romanino è soltanto anagraficamente e biograficamente espressione del piccolo mondo bresciano, della provincia bresciana, ma non è un pittore provinciale, è un pittore internazionale, che fiorisce sulle valli alpine che congiungevano il piccolo mondo provinciale bresciano da una parte al grande mondo rinascimentale italiano e, dall’altra, al nascente grande mondo del Rinascimento europeo.”. E proprio partendo da questa frase di Pasolini passiamo ad ammirare l’attuale grande esposizione che Trento gli dedica considerato che nel 1531 egli giunge in questa città, crocevia tra il mondo tedesco e quello italiano, per offrire la sua opera al vescovo Bernardo Cles, uomo colto e raffinato, personalità di spicco della politica europea.
Egli, onde emulare le più eleganti corti rinascimentali, commissiona al Romanino uno dei cicli pittorici profani più singolari ed affascinanti del Cinquecento; il pittore qui esprime un linguaggio elevato che convive con uno straordinario realismo spinto fino al grottesco ispirato al mondo figurativo del Nord. Nella Loggia dipinge personaggi dell’antichità quali Giuditta e Oloferne, Dalila e Sansone, Cleopatra, protagonisti di vicende che invitano l’uomo a controllare le sue passioni tramite l’esercizio personale e politico della virtù; mentre nella volta un Apollo angosciato e una Diana attonita guardano Fetonte che, alla guida del Carro del Sole nella sua folle corsa, rovinerà: un chiaro invito alla prudenza. Nella camera delle udienze Romanino, in una galleria di ‘Uomini Illustri’ mette, gli uni di fronte agli altri, imperatori romani e regnanti di Casa d’Austria. Nel corridoio che conduce alla scala del giardino l’artista esprime la sua vena più autentica nelle scene di vita quotidiana del palazzo raggiungendo l’apice nel realismo della ‘Paga dei lavoranti’.
La grande mostra complementare agli affreschi consente di ammirare un centinaio di opere, fra dipinti e disegni, per la maggior parte del Romanino, allo scopo di ricostruire tutto l’arco di attività dell’artista nel contesto italiano del tempo, opere provenienti soprattutto dalla Pinacoteca di Brescia e dalle chiese lombarde ma anche da prestigiosi musei internazionali fra cui il Louvre, il Metropolitan di New York, il Museo di Budapest, gli Uffizi, Brera, la Doria Pamphilj di Roma. Alcuni dipinti sono di Tiziano, Moretto, Savoldo, Callisto Piazza, Altobello Melone. Complementare alla mostra è il ciclo sacro che egli affrescò a Pisogne in Santa Maria della Neve che Giovanni Testori definì la ‘Cappella Sistina dei poveri’, nonché in Val Canonica le chiese di Breno e Bienno.
All’evento sono collegate molte iniziative didattiche e culturali fra cui ‘Notti nei Musei’: letture di testi con accompagnamento musicale a Trento; manifestazioni a Castel Stenico e a Castel Beseno. Oltre alla bellezza la mostra offre un monito che magistralmente espose Renato Guttuso nella già menzionata tavola rotonda bresciana nel 1965: “Romanino ci serva, ci inviti a guardare la realtà e ad avere il coraggio di andarci dentro anche se essa è grande e terribile”.

Trento – Castello del Buonconsiglio, Via Bernardo Clesio 5 Fino al 29 Ottobre; da martedì a domenica 10-18 Tel. 0461-233770 ; www.buonconsiglio.it

Di: Fabio Giuliani

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