Trent’anni di Slow Food: ADAGIO DI QUALITA

| 14 dicembre 2017
slow food Garda

La geniale intuizione del fondatore Carlo Petrini con il suo lento, rivoluzionario, ma tradizionalmente innovativo e metodologico approccio, alle piacevolezze del cibo. L’evoluzione in filiere aggreganti di gusti e produzioni.  E le interessanti esperienze nel territorio gardesano

Sinfonia rivoluzionaria dalle tonalità e i timbri pacati. Digeribilissima, fra sapori e sensazioni che intercalano la vita per come deve essere correttamente vissuta. Mentre le golosità genuine apprezzano e festeggiano questi trent’anni di Adagio gastronomico di qualità insieme a Slow Food. Compleanno importante, per Carlo Petrini e i suoi discepoli, attivi internazionalmente e anche sul nostro Garda identitario di profumi e sapori d’eccellenza, dove la condotta locale è guidata oggi con passione e competenza da Ivan Spazzini e prima ancora da Gianni Briarava. Anniversario utile a ripercorrere una strada che ha sviluppato, nell’era della globalizzazione spericolata, la specialità nel preservare e connotare in maniera tradizionalmente innovativa la percezione del cibo. Trasformando le singole peculiarità in rete globale sostenibile. In quella scala dal multiforme/localistico ingegno agricolo gastronomico, in generativo rilancio dello stesso attraverso le modalità ben richiamate dallo slogan Buono Pulito e Giusto. Con la lentezza, correttiva di ansie immotivate, a beneficio di un’idea esistenziale tutta da assaporare. Era il 3 novembre del 1987, quando sul “Gambero Rosso”, allora inserto gastronomico del quotidiano “Il Manifesto” appare la prima concettualizzazione ideale del progetto Slow Food. Un manifesto, appunto, nel quale Carlo Petrini e i suoi sodali ed autorevoli compagni d’avventura, proponeva quel modello alternativo preso come esempio a tutte le latitudini. Oggi Slow Food si è infatti trasformata in quella rete globale – Buona Pulita e Giusta  – presente in 160 Paesi del mondo,  è una grande associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali, un cibo che cessa di essere merce e fonte di profitto, per rispettare chi produce, l’ambiente e il palato, favorendo la biodiversità e un’agricoltura equa e sostenibile dando valore all’agricoltura di piccola scala e ai trasformatori artigiani attraverso il progetto dei Presìdi Slow Food e proteggendo i prodotti a rischio di estinzione con l’Arca del Gusto. Carica di significati la netta opposizione verso l’isteria, ben codificata, presente nel mai domo, progressivo sviluppo del Fast Food. “Contro la vita dinamica propugniamo la vita comoda – spiegano gli estensori del manifesto opponendo la loro contrarietà a coloro che confondono l’efficienza con la frenesia e – sempre a costoro – proponiamo il vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato godimento. Da oggi i Fast Food vengono evitati e sostituiti dagli Slow Food, cioè da centri di goduto piacere. In altri termini, si riconsegni la tavola al gusto, al piacere della gola”. Antidoto sicuro dunque quello della lentezza come atteggiamento virtuoso. Per uno stile che è stato in grado, ad esempio, di creare per agricoltori e piccoli artigiani del gusto una rete: “Terra Madre” adatta per riuscire a restare sul mercato, diventando simbolo di buona tavola e di qualificate scelte per fare la spesa. Altri dati ricordano che sono milioni i contadini, gli artigiani, i vignaioli, i cuochi, i pescatori e gli studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche, che sviluppano le loro attività sotto le insegne di Slow Food. E pensare che solo 15 anni fa nessuno si domandava come era prodotto un alimento giudicato buono. Mentre il mentore di questa grande esperienza, Carlo Petrini, è stato inserito dal quotidiano inglese The Guardian nella lista delle 50 persone che potrebbero salvare il pianeta. Tornando al Lago di Garda, ricordiamo alcune fra le più importanti esperienze sostenute dalla sezione locale. Fra queste la didattica tematica di “Orto in Condotta” organizzata nella scuola primaria “Margherita Hack” di Padenghe sul Garda. Qui i bambini, attraverso un percorso multidisciplinare sul cibo, coltivano frutti e ortaggi, visitano cascine didattiche, produttori locali e diversi ambienti caratteristici del territorio locale imparando a conoscerlo ed apprezzarlo . Altro presidio benacense, quello sviluppato a favore di tutela e conservazione del pesce di lago in genere e nelle varietà esclusive come il Carpione e la Trota. Tanti auguri dal Lago di Garda a Slow Food ed al suo lento, infaticabile, scorrevole respiro cadenzato in un rassicurante Adagio di qualità.
A.F.

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