Brescia: TORNA GOI DE CONTALA

| 21 dicembre 2012
goi de contala

E’ in edicola dal 7 dicembre la dodicesima edizione di “Gòi de contàla”, il cd dialettale benefico in vendita al costo di 12 euro, ottima idea-regalo in occasione delle feste.

Cristian Delai è riuscito nell’intento di combinare un ottimo mix fra artisti, collaboratori e sponsor, e a presentare un CD vivido e di notevole qualità, che gode del patrocinio e contributo del comune di Brescia assessorato alla partecipazione e decentramento e della presidenza del consiglio nonché del patrocinio della provincia di Brescia assessorato alla Pubblica Istruzione e sostenuto dalla Fondazione Asm.  Al buon tempo antico si ispirano i Màcc de le ùre con La balàda dei mestér, un intreccio a più voci dove i vecchi mestieri riemergono dall’oblìo del tempo nel mentre si legge, in sottofondo, la filosofia tipicamente nostrana del laurà.  Una situazione sempre relativa a vecchi mestieri viene descritta da Mauro Bacchetti con il Paroloto che viene bastonato da un marito che ha sentito odor di corna imminenti. Un florilegio di termini dialettali a rischio scomparsa si coglie nel Canto di questua de La cantina di Ermete, dove una sorta di “benandante” si sposta da una casa all’altra ad augurare ogni bene ma a coloro che non soddisfano le sue esose pretese lancia i più caustici anatemi. Più vicini a noi nel tempo sono i simpatici protestatari come Daniele Gozzetti con la sua ironica doglianza circa il PCB, che sembra aver avvelenato anche i nani da giardino oppure I Valtriumplini che con Tempesta de cà invitano al rispetto per cose e persone come s’usava un tempo quando ancora era in auge il vecchio buon senso. Data la situazione che siamo obbligati a vivere, I Selvaggi Band, pervasi di una sana Ràbia invitano a tègner dür, chissà che un giorno tutto cambi in meglio. Una fantasiosa soluzione sembra averla trovata Caio de Ro,  provando materialmente a staccarsi dal mondo reale mentre volteggia su La dindòca, lontano dagli affanni di ogni giorno. Una reazione vera, di quelle che, una volta, erano all’ordine del giorno, l’ha, invece, avuta l’artista di strada descritto da Isaia e L’orchestra di Radio Clochard con La balàda del pitùr che, non riuscendo a  frenare il suo estro, ha inveito contro un vigile coi scarpù che calpestava incurante la sua opera d’arte ed ora, dal cantù della strada, si trova a mostrare la sua arte sui muri di una cella di Cantù Mombèl. Forse, a questo punto, vale la pena di seguire i consigli di Lorenz Recca & Funk up hill funky che, mentre Rìa Nedàl, invita a godere delle piccole gioie di ogni giorno lasciando perdere false attese e speranze (le bàle ‘n de ‘l có). Meglio ancora può essere il dedicarsi alla donna amata come fa Sergio Minelli in Schìde, anche se egli deve affrontare il suo cör scorzégn che gli rende l’impresa oltremodo ardua oppure, altra soluzione, sussurrare amorevolmente una Nìna nàna de paés, al proprio figlioletto come fa Fulvio Anelli. L’Italian Farmer con Forever iang si stacca dal coro dei realisti (ma non per questo monarchici) e al grido rap di forever funk e forever young gioca con consumata abilità le sue carte di giovane, ma non del tutto. Ed ora, per il gran finale, prima ci gustiamo un poetico affresco dell’autunno franciacortino nel momento in cui Cambia stagiù, dipinto da Nino Paolone, con i colori che la natura ci offre gratis, quasi raccolti a piene mani fra vitigni dorati, cacciagione prelibata e dolci, digradanti declivi. Quindi aumentiamo il volume del nostro riproduttore sonoro per ascoltare l’allegra ballata del veterano di mille battaglie, Francesco Braghini, impegnato a dire la sua sul conto di un club centenario ossia l’età minima che egli spera, un giorno, di raggiungere. E di chi potrebbe trattarsi se non del nost Brèsa, già El Bressa Foot-Ball Club, la squadra che vanta il primato di permanenza nella serie cadetta e che tutta la provincia, non solo il capoluogo, ha nel suo cuore.

Info: 335 7797944

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