Torino: EVE ARNOLD – Retrospettiva

| 22 marzo 2014
Eve Arnold 8

“Che cosa mi ha spinto e mi ha fatto andare avanti nel corso dei decenni? Qual è stata la forza motrice? Se dovessi usare una parola sola, sarebbe curiosità.” (Eve Arnold)  Così si espresse un giorno Eve Arnold, (Philadelphia, 1912-Londra, 2012), una delle più grandi fotografe del Novecento. Prima donna a essere ammessa nella celebre agenzia Magnum Photo, non voleva essere considerata una “donna fotografo, ma un fotografo donna”, per sottolineare il suo ruolo professionale al di là di qualsiasi appartenenza di genere.  Curiosamente, però, è proprio la retrospettiva a lei dedicata ad inaugurare a Palazzo Madama, come ha spiegato Patrizia Asproni, Presidente della Fondazione Torino Musei, “un fil rose, anzichè rouge” di mostre a carattere femminile, sia a livello di tematica che di vere e proprie produttrici di arte. Durante la conferenza stampa è intervenuta anche la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, grande amica della fotografa statunitense, conosciuta venticinque anni fa durante un ricevimento a Londra, per ricordare l’estrema modestia, nonostante avesse immortalato tutti i più grandi nomi della politica e del cinema: “Preferiva raccontare degli incontri con la gente comune, i ragazzini dell’Avana, le donne dell’harem in Arabia,  bambini di strada, gli anziani. Le piaceva fotografare mani e piedi perché diceva che era racchiusa lì la loro anima”. In un percorso costituito da 83 fotografie a colori e in bianco e nero riviviamo la sua lunga carriera  esercitata dal 1950 al 1984 (ci ha lasciato, quasi centenaria, un paio di anni fa) durante la quale ha saputo passare con disinvoltura dal glamour dei ritratti dell’alta società e dei divi di Hollywood (celebri quelli di Marilyn Monroe, di cui fu amica, ma anche di Joan Crawford, Liz Taylor, Marlene Dietrich) a quelli di presidenti, reali, attivisti politici come Malcolm X, che la scelse personalmente per documentare la sua battaglia, fino ai grandi reportage nelle regioni più remote del pianeta, commissionati da “Life”, dal “Sunday Times” e dalle più prestigiose riviste dell’epoca. Proprio i lavori realizzati in giro per il mondo, come quelli dall’India all’Afghanistan, dalla Cina alla Mongolia, anche in Vaticano, qui documentati, le valsero importanti riconoscimenti internazionali nel campo della Fotografia  (“National Book Award” del 1980 e il “Lifetime Achievement Award dall’American Society of Magazine Photographers”). Accanto al fotogiornalismo, di cui è considerata una pioniera, Eve Arnold si è interessata anche a temi sociali legati al cambiamento dei costumi e delle abitudini nel mondo americano, come si può vedere nella sezione che documenta la sfilata di modelle nere a New York nel quartiere di Harlem.                                                        Questa iniziativa, che ha avuto l’importante sostegno della Versicherungskammer Bayern di Monaco, nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Torino Musei, Magnum Photos e la casa editrice Silvana Editoriale (già produttrice di altre importanti mostre fotografiche negli anni scorsi dedicate a Henry Cartier Bresson, Robert Capa e Werner Bishof sempre a Torino nel vicino Palazzo Reale); nel catalogo che accompagna la mostra, a cura di Dario Cimorelli e Alessandra Olivari, vediamo tutte le immagini esposte, un testo della critica Angela Madesani e della sig.ra Hornby; di questa riportiamo alcuni passaggi significativi. “(…è l’unica che viaggiava e scriveva i propri reportage. (…) La sua scrittura è matura, semplice, elegante e incisiva: una vera e propria scrittrice. I suoi libri e la sua autobiografia sono opere di notevole valore letterario – e di successo. Non ci si annoia mai con lei, guardando le sue fotografie e leggendo i suoi scritti. (…) Nel 1979, quando aveva 67 anni, Eve visitò la Cina. Nel catalogo c’ è un potente ritratto di una ‘retired woman’, una pensionata. Anche quello a colori. Sullo sfondo nero appare al centro della fotografia il volto appena ovale di una anziana cinese sorridente. Guarda dritto negli occhi. Pelle rugosa, palpebre pesanti, naso dritto, minuscoli orecchini – è un autoritratto di Eve stessa. Quegli occhi hanno la stessa luce degli occhi della Eve che conobbi e amai; comunicano lo stesso amore per gli altri, lo stesso senso di ironia, la stessa calma curiosità. E la gioia di vivere che mai l’ha abbandonata. Glielo dissi. Eve non distolse lo sguardo dalla fotografia. Poi sollevò il capo, e mormorò quello che a me sembrò: ‘May be’ (Forse!).” Una retrospettiva da non perdere, per constatare che l’artista può anche nascere donna.

Palazzo Madama, Corte Medievale – Piazza Castello, Torino; fino al 27 Aprile 2014; Orari: da martedì a sabato 10-18,                               ultimo ingresso alle 17; domenica 10-19, ultimo ingresso alle 18    Tel. 011-4433501; sito Internet: www.palazzomadamatorino.it

Fabio Giuliani

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