TAV: il potenziamento della linea storica fra Brescia e Verona è la soluzione ribadita.

| 26 marzo 2015
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L’assemblea dell’associazione “Consorzio Colline Moreniche del Garda” tenutasi recentemente ha ribadito e confermato la decisa opposizione al progetto ferroviario di Alta Velocità sulla tratta Brescia – Verona così come redatto dal Consorzio CEPAV DUE ossia nella sua edizione risalente al 2003.

E’ stato fatto notare come le ragioni per le quali l’opposizione all’attuale progetto siano pienamente motivate, scevre da ideologie politiche e da interessi diversi da quelli del benessere pubblico e della reale, pubblica utilità. Nonostante ripetuti appelli scritti e verbali per ottenere un confronto diretto, i vari Ministeri interpellati non hanno mai concesso la possibilità di esporre ed argomentare tali ragioni del tutto sostenibili, supportate da considerazioni e documenti di illustri esperti della materia che hanno considerato i molteplici aspetti che, per un’opera ed un investimento di tale portata, meritano di essere valutati. In particolare, per la tratta che interessa il territorio posto a sud del Lago di Garda e comprendente anche parte delle colline moreniche delle province di Brescia, Mantova e Verona, sono stati di nuovo evidenziati i motivi della necessità di una completa revisione di quel progetto risalente ad oltre dodici anni or sono, ivi inclusa una nuova ed approfondita Valutazione di Impatto Ambientale, sulla base di alcune motivazioni oggettive fra le quali:

-costi sproporzionati rispetto ad analoghe strutture europee e mondiali;

-scelta del progetto più invasivo fra i tre considerati nel 1992;

-mancato rispetto e mancata tutela delle economie locali (produzioni viti-vinicole, zootecniche, attività turistica) capisaldi delle attività socio-economiche del territorio;

-compromissione delle attività di alcune aziende poste sul futuro sedime della nuova tratta quali, a solo titolo di esempio, l’Azienda Zootecnica IL SERRAGLIO, l’Azienda Vitivinicola ROVEGLIA e molte altre entità economiche;

-ripercussioni assai gravi sugli ecosistemi ambientali di assoluto valore naturalistico e paesaggistico (corridoio ecologico RETE 2000 dell’anfiteatro morenico, laghi inframorenici, zone umide, Lago del Frassino, siti palafitticoli riconosciuti dall’UNESCO come il sito del Lavagnone);

-compromissione della rete idrica minore determinata dalle gallerie e dalle trincee previste in progetto (Lago del Frassino, altri);

-impatto negativo sullo sviluppo socio-economico dell’intera area, soprattutto alla luce dell’indirizzo ormai consolidato verso un turismo internazionale che ricerca ed apprezza le peculiarità naturali, storiche, paesaggistiche, agronomiche, agrituristiche, enogastronomiche di pregio unico;

-consumo e spreco di suolo di alto valore economico, sociale ed ambientale senza alcun beneficio bensì con danno per la popolazione residente (mancanza di connessione alla linea storica e quindi mancato possibile utilizzo delle stazioni ferroviarie esistenti quali Desenzano del Garda e Peschiera del Garda).

Vi è inoltre da considerare che la comunità gardesana si sta attivando per richiedere il riconoscimento del lago e del territorio circostante, incluse le colline moreniche, quale sito UNESCO – patrimonio dell’umanità. Nei mesi scorsi Desenzano del Garda, membro del ” CONSORZIO “, quale capofila, affiancato dal Consorzio del Lugana e dai Comuni coinvolti dal progetto – Calcinato, Lonato, Pozzolengo, Castiglione delle Stiviere, Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Sona, Sommacampagna – nonché da altri soggetti consortili ed economici, ha sviluppato una proposta alternativa ed unitaria che è stata sottoposta al nostro interlocutore, lo Stato Italiano, affinché possa essere esaminata congiuntamente e presa in considerazione.

Tale proposta, pienamente condivisa dal Consorzio Colline Moreniche del Garda, si basa sull’ottimizzazione dell’utilizzo, mediante opportune integrazioni tecnologiche, della linea storica cosiddetta “Ferdinandea” nella tratta Brescia – Verona, soluzione che, tra l’altro, figurava già tra le tre opzioni individuate da CEPAV DUE fin dal 1992. Questa proposta ha ottenuto un’ampia ed unanime condivisione da parte di autorevoli esperti del sistema economico e tecnologico ferroviario e tiene conto di indirizzi ricavati da esperienze nazionali ed europee.

In questo caso, viene garantita una velocità d’esercizio di 220- 240 km/orari e si possono realizzare fermate nelle stazioni di Desenzano del Garda e di Peschiera del Garda, anche alternativamente, per apportare un reale beneficio all’economia ed alla popolazione del territorio gardesano. Il potenziamento della linea storica può essere realizzato ricorrendo a tecnologie e strutture atte ad incrementare la frequenza dei convogli e queste integrazioni, nonché i costi di adeguamento tecnologico, possono essere ridotti ad investimenti calcolabili in qualche centinaio di milioni di Euro in luogo dei miliardi di Euro fino ad ora previsti dal tracciato nuovo. L’economia, che si regge sull’attività turistica ed agricola a sfondo turistico, ne può trarre indubbi vantaggi anziché danni certi, immediati e futuri irreversibili.

Vengono mantenute la peculiarità e la superficie del suolo di pregio formatosi in millenni di lente evoluzioni naturali e secoli di pazienti lavorazioni, capace ora di offrire un contributo di assoluto rilievo al PIL locale e nazionale.

L’ecosistema viene tutelato ed i siti di importanza storica e culturale soprannazionale ne possono trarre ulteriori vantaggi con riflessi positivi sulle attività turistiche e culturali.

Il territorio gardesano può aspirare, in tal modo, a diventare un esempio virtuoso di armonica convivenza fra bellezze paesaggistiche, economia sostenibile ed infrastrutture moderne caratterizzate da tecnologie avanzate. Possono essere così aggiunti ulteriori, positivi elementi alla sua legittima aspirazione di conseguire il riconoscimento di patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.

Negli ultimi tempi sono apparse anche altre teorie e proposte come, ad esempio, il quadruplicamento della linea storica promosso da LEGAMBIENTE, che non tengono sufficientemente in buon conto le criticità e le problematiche che tale scelta procurerebbe comunque al territorio ed alle zone urbanizzate nonché i benefici che deriverebbero al territorio gardesano dal miglioramento e dall’aggiornamento della linea storica.

Il vero problema rimane da sempre rappresentato dall’atteggiamento del nostro interlocutore: lo Stato.

Da Enti, Istituzioni, Consorzi, Confederazioni Sindacali, Comitati ed altri soggetti coinvolti

dal progetto TAV è stata formulata innumerevoli volte la richiesta di un confronto organico e concreto con lo Stato attraverso il suo Primo Ministro, i Ministri responsabili dei diversi dicasteri coinvolti, gli organismi tecnici preposti sia alla progettazione sia alla vigilanza ed al controllo nonché i referenti responsabili del progetto.

Questo confronto è avvenuto solo in modo estremamente parziale, parcellizzato, disorganico.

Oggi questa rappresentanza coesa, che comprende la popolazione, le Istituzioni e le associazioni più rilevanti del territorio gardesano, chiede che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti rifaccia il progetto valutando a fondo le alternative proposte e migliorando tutte le stime e le analisi costi – benefici, coinvolgendo concretamente il territorio in tutte le sue espressioni istituzionali, economiche e della società civile.

Auspica inoltre che tutti gli organismi dello Stato preposti a questa tipologia di interventi e di investimenti vogliano operare e vigilare affinché interessi e necessità reali della Nazione siano considerati nelle giuste priorità ed anteposti a meccanismi che la cronaca quotidiana ci presenta in tutto il loro squallore.

Ribadisce quindi la richiesta della sospensione di ogni ulteriore decisione operativa riguardante l’area gardesana: sia prima presa una decisione strategica sull’assetto ferroviario – con il contributo dei rappresentanti del territorio – e si proceda poi, eventualmente e dopo accurata, completa e trasparente valutazione complessiva,– per lotti funzionali logici e successivi, evitando di compromettere a priori un territorio dal delicato equilibrio mediante tronconi scelti in modo all’apparenza tanto casuale, illogico e rigido quanto definitivamente impegnativo a priori per l’intera opera.

 

Associazione ”Consorzio Colline Moreniche del Garda”

 

 

 

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