TASSA DI SOGGIORNO

| 13 aprile 2012
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Se ne è cominciato a parlare l’ottobre scorso e da allora la questione tassa di soggiorno non ha più abbandonato i tavoli di discussione di Comuni ed Enti interessati. Da una parte gli albergatori, arroccati sul fronte del no, dall’altra molti, non tutti, sindaci dei Comuni del Garda, ben decisi a sfruttare una delle poche possibilità di far quadrare i conti dei propri bilanci. Ora che è giunto ilmomento in cui questa tassa andrebbe applicata, a ottobre si è deciso che lo start up sarebbe stato il 1º aprile, vale la pena fare il punto della situazione e verificare se è davvero tutto pronto, se tutto il Lago di Garda sarà accomunato dall’introduzione di questo balzello, se le associazioni di categoria hanno cambiato idea. La risposta alla prima domanda sembra essere no, non è tutto pronto. E no, non tutto il Lago di Garda ha fatto  fronte comune, anzi. L’impressione che emerge da una prima analisi, è che l’unica sponda ad aver risposto in maniera univoca è quella veronese. Lo conferma il sindaco di Torri del Benaco, Giorgio Passionelli, da poco anche presidente della Comunità del Garda, che fin dall’inizio si è fatto promotore dell’applicazione dell’imposta: “La tassa di soggiorno è una grande opportunità per investire sul turismo. Per ora la sponda più coesa è quella veronese, dovei sindaci, visti i tempi, hanno compreso che chiedere un contributo a chi viene da fuori è un modo per non dover mettere le mani nelle tasche dei cittadini”. La sponda veronese, così come anche i Comuni della Valtenesi, faranno scattare la tassa in maniera graduale per quest’anno, dal 1º giugno al 30 settembre. In particolare in Valtènesi è previsto che i ragazzi sotto i 16 anni siano esonerati. Tutta un’altra storia per quanto riguarda il resto della sponda bresciana, finora il fronte più disunito. Gli argomenti contro la tassa di soggiorno riguardano il turismo, che ne risulterebbe danneggiato, e le modalità con le quali i soldi provenienti dal balzello verrebbero gestiti. Il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Giorgio Consolini, afferma: “Federalberghi Garda Veneto ritiene questa tassa ingiusta, sia verso gli albergatori, che rischiano di vedere diminuire gli arrivi, sia verso i turisti che da anni scelgono la nostra sponda per trascorrere le loro vacanze. Scorretta per la mancanza di garanzie sulla finalizzazione turistica degli interventi che saranno realizzati con i suoi proventi. Comprendiamo i nostri sindaci che sono costretti a farsi in quattro per cercare di far quadrare i conti delle casse dei comuni  e comprendiamo la loro arrabbiatura nei confronti di uno Stato che sta mettendo in ginocchio le amministrazioni locali. Federalberghi ha comunque voluto mantenere uno spirito collaborativo, mettendosi a disposizione per studiare insieme alle amministrazioni i modi, i tempi e le modalità migliori di riscossione, sempre nell’ottica del mantenimento di una linea comune per tutto il territorio”. Per quanto riguarda il flusso di denaro che proverrà dalla tassa, sulla sponda veronese e in Valtènesi ci si sta mettendo d’accordo per istituire una fondazione che si occuperà di reinvestire per il turismo. Ogni Comune avrà una commissione, composta da un rappresentante per ogni categoria, che darà degli indirizzi di spesa e supervisionerà come e dove verranno investiti i soldi. Per ora, a parte la già citata Valtènesi, non si parla di nessuna fondazione sulla sponda bresciana. Il Consorzio della Riviera dei Limoni e dei Castelli, che non è entrato nel merito della questione ma sicuramente ha il polso della situazione avendo Comuni e Associazioni di categoria fra gli associati, non ne sa nulla. Anche il sindaco di Salò, Barbara Botti, non si pronuncia in tal senso, ma afferma di aderire alla tassa di soggiorno: “Abbiamo deciso di applicarla già dal 1º aprile, con 50 centesimi per gli alberghi a 4 stelle e 40 per i 3 stelle. Prevediamo un introito di 50 mila euro, che abbiamo deciso di far confluire direttamente nella Pro loco di Salò, in accordo con Federalberghi Brescia”. Un gran numero di soluzioni diverse, basti pensare a un comune dall’importanza turistica strategica come Sirmione, che ha deciso di non applicare la tassa di soggiorno per non far gravare sui turisti costi di normale amministrazione . Viene da chiedersi quali saranno le impressioni del turista che si troverà di fronte a tasse che appaiono e scopaiono tra un Paese e l’altro.

Paola Russo

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