“Seth Siegelaub: Beyond Conceptual Art”, Stedelijk Museum, Amsterdam

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Allo Stedelijk Museum di Amsterdam è ancora visitabile “Seth Siegelaub: Beyond Conceptual Art” la prima mostra su Seth Siegelaub, gallerista, curatore e uno dei padri fondatori dell’arte concettuale. 

Seth Siegelaub (New York, 1941 – Basilea, 2013) è stato una delle figure più influenti per l’arte contemporanea degli ultimi cinquant’anni. La sua pratica poliedrica l’ha visto destreggiarsi con successo come gallerista, curatore indipendente, ricercatore, archivista, collezionista e bibliografo, portando con sé una visione completamente inedita delle istituzioni e dei ruoli tradizionali del mondo dell’arte – inadeguati a descrivere con precisione una pratica radicalmente indipendente e rivoluzionaria.

Lo Stedelijk Museum di Amsterdam, sotto la guida della nuova direttrice in carica Beatrix Ruf, propone una mostra estensiva per ricordare e indagare il lavoro di Siegelaub, a partire dagli innovativi progetti con gli artisti concettuali negli anni Sessanta, alla sua ricerca anticipatrice sulle teorie della comunicazione  e i mass media, fino alla sua immensa collezione di tessuti, comprensiva di capi provenienti da tutto il mondo e di una comprensiva bibliografia sulla storia sociale della produzione tessile. “Seth Siegelaub: Beyond Conceptual Art” riattiva l’archivio e la vita di Seth Siegelaub, grazie a un allestimento impeccabile che si snoda nell’interezza del piano sotterraneo del museo, nelle fondamenta fisiche e concettuali delle pratiche più recenti dell’arte contemporanea.

Una sezione estensiva della mostra è dedicata agli anni newyorkesi di Siegelaub, dove si possono ripercorrere i momenti fondamentali dello sviluppo dell’arte concettuale americana attraverso opere, materiali originali e ricostruzioni fotografiche e ambientali. Siegelaub è stato il complice fondamentale del gruppo di giovani artisti che poi diventeranno celebri in tutto il mondo come artisti concettuali, sperimentando insieme a loro formati sempre nuovi di allestimento, produzione e disseminazione delle pratiche artistiche più radicali degli anni Sessanta. Come curatore indipendente, gallerista e pubblicitario ante litteram, Siegelaub ha contribuito a costruire lo spazio fisico e immateriale in cui le visioni iconoclaste di artisti suoi contemporanei come Carl Andre, Robert Berry, Daniel Buren, Jan Dibbets, Douglas Huebler, Joseph Kosuth e Lawrence Weiner hanno potuto essere testate e portate alle estreme conseguenze. Progetti come “The Xeroxbook” (1968) o “January 5-31, 1969” hanno dato il contesto e posto le fondamenta per la disseminazione delle pratiche concettuali di questi artisti, in cui lo spazio espositivo poteva essere un libro, un poster, un annuncio – o la realtà stessa, coerentemente con l’affermazione di Siegelaub “la mia galleria è il mondo ora”. Negli spazi dello Stedelijk possiamo addentrarci letteralmente nell’allestimento originale della galleria “Seth Siebelaub Contemporary Art” e della Showroom in Madison Avenue, che sono stati ricostruiti a misura naturale come una mostra nella mostra, insieme all’ufficio di Siegelaub stesso – riallestito filologicamente per soddisfare i più perversi feticismi curatoriali.

Come il titolo suggerisce, l’esposizione si concentra poi sulle ricerche meno conosciute di Seth Siegelaub: dopo aver contribuito al successo dei concettuali e aver ideato e pubblicato, insieme all’avvocato Robert Projansky, uno dei primi documenti a tutela del lavoro degli artisti, “The Artist’s Reserved Rights Transfer and Sale Agreement”(1971), Siegelaub si trasferisce a Parigi. Qui inizia a interessarsi all’ambito della comunicazione di massa come ricercatore e editore, pubblicando testi pioneristici come How to Read Donald Duck: Imperialist Ideology in the Disney Comic (1976) di Ariel Dorfman e Armand Mattelart. Una grande selezione dei testi sono visionabili in una biblioteca appositamente allestita al centro dello spazio espositivo: la biblioteca funge da cervello allestitivo dell’intera esposizione, dove la pratica di ricercatore instancabile, pensatore critico e entusiasta di Siegelaub può essere riattivata dai visitatori stessi. 

A chiudere l’esposizione sta una grandiosa selezione della collezione di tessuti di Siegelaub, allestita su grandi tavole orizzontali e visionabile da un pulpito, costruito appositamente per consentire una visione sull’intera estensione dello spazio al pubblico. I tessuti sono accompagnati da esemplari di testi antichi sulla storia della tessitura, collezionati da Siegelaub per tutta la vita e alla base della fondazione, nel 1986, del Center for Social Research on Old Textiles (CSROT). Il celebre testo di Siegelaub Bibliographica Textilia Historiae: Towards a General Bibliography on the History of Textiles Based on the Library and Archives of the Center for Social Research and Old Textiles del 1997 è la chiosa di questa sua ricerca pluriennale, ed è visionabile in mostra.

Seth Siegelaub: Beyond Conceptual Art” si autodichiara inadeguata a rendere la complessità dell’inusuale ricerca di Siegelaub, ma offre certamente una via di lettura plurale nell’incredibile mole di attività del curatore, ispirazione costante per la storia della curatela anche e specialmente per la natura essenzialmente inclassificabile delle sue attività e interessi. La pubblicazione che accompagna la mostra offre una cronologia commentata e approfondimenti di diversi curatori e ricercatori del lavoro di Siegelaub, è stata prodotta da Verlag der Buchhandlung Walther Konig in collaborazione con Stedelijk Museum Amsterdam e Stichting Egress Foundation.

http://www.stedelijk.nl/en/exhibitions/seth-siegelaub-beyond-conceptual-art

Fotografie dell’installazione di Gert-Jan van Rooij, Courtesy Stedelijk Museum, Amsterdam

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