Recensioni LE PAROLE SULLE PIETRE CHIARE

| 1 marzo 2011

Epigrafi e annali di cronaca di Desenzano nell’800

Amelia Dusi e l’Associazione di studi storici “Carlo Brusa” restituiscono alla comunità desenzanese la memoria di tutto un secolo. Il libro si offre come la rievocazione di un secolo, l’800, per molti aspetti tragico e travagliato, ma nello stesso tempo ricco di spunti per gli sviluppi di quello successivo, attraverso la lettura delle epigrafi scolpite sulle lapidi custodite nel cimitero di Desenzano. A testimonianza del fatto che la memoria storica può essere recuperata anche attraverso gli aspetti più quotidiani della vita di una città. E’ questo lo spunto, questa l’occasione: le parole sulle pietre chiare. Una cronaca dettagliata, ricca di particolari, che quasi ricorda gli annales, i documenti d’archivio ordinati di anno in anno nei quali i romani trascrivevano gli eventi rilevanti di un popolo; uno strumento importante e utile per un desenzanese che voglia conoscere qualcosa di più del luogo in cui abita, o, perché no, del cognome che porta. Un modo per riscoprire le proprie radici e ritrovare la propria identità, a maggior ragione nell’anno in cui ricorrono i 150 anni dall’unità d’Italia. Quella raccontata nel libro non è una storia di grandi nomi e di grandi avvenimenti. Certo, le battaglie più importanti sono menzionate, i nomi dei protagonisti che vi hanno agito anche, ma tutto è in funzione di una storia diversa, più quotidiana, più attenta ai singoli che hanno contribuito all’evoluzione di questa città. Così, accanto a Josef Radetzky, Francesco I d’Asburgo e Giuseppe Garibaldi (solo per citarne alcuni), Amelia Dusi colloca personaggi desenzanesi che hanno fatto parte dei consigli comunali, dei sindaci che di volta in volta si sono alternati, degli educatori come Gerolamo Bagatta, importantissimo fondatore del Liceo di Desenzano; uomini e donne che hanno fatto l’interesse della città e che hanno contribuito a modificarne e migliorarne la storia. Attraverso quei nomi incisi sulla pietra (e per questo indelebili) la Desenzano dell’800 sembra quasi riprendere vita, con i problemi che la affliggevano, le epidemie, la povertà e la fame; il lago, che più che fonte di ricchezza, sembrava voler essere portatore di sventure, con le numerose inondazioni che erodevano le coste e rendevano improduttivi i campi. Non solo. Desenzano, nel corso del secolo, subì numerosissimi passaggi di eserciti, con le conseguenze che ne derivarono; ma seppe essere generosa e prodiga, pronta a curare feriti e ospitare soldati. L’800 di Desenzano si articola in tre fasi, le stesse che scandiscono il libro: la prima, che vede una Desenzano napoleonica, la seconda, con una Desenzano asburgica; infine la terza, la Desenzano italiana. La lettura delle epigrafi che ricordano personalità di rilievo che si sono distinte nella vita politica e sociale di Desenzano, poi, offre al lettore la possibilità di soffermarsi ancor di più sugli aspetti intimi e commoventi della storia desenzanese. Alcune sono confezionate finemente come delle vere e proprie poesie, altre sono più brevi, altre più altisonanti: il loro insieme mostra lo sforzo dell’autrice nel restituire a Desenzano una parte così importante del suo passato.

Cenni biografici
Amelia Dusi, nata nel 1947, è una storica desenzanese. Ha scritto diversi libri, sempre dedicati alla storia di Desenzano tra ‘800 e ‘900, fra cui Premiata fabbrica di liquori Mario Chesi, Cronaca di una vicenda desenzanese del primo Novecento, 1996, e Desenzano di terra, 2002; pubblicati entrambi dall’Associazione di Studi Storici Carlo Brusa.

Il libro è acquistabile presso la stessa autrice (contattabile al numero 339 2065049, email: dusi.ganz@libero.it), presso la Galleria del Libro Podavini in Via Roma, e l’edicola di P.zza Garibaldi.

Di: Paola Russo

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