Pistoia – OMAGGIO A GIOVANNI PISANO

| 14 agosto 2017
Giovanni Pisano 1

Nove “stanze” per nove capolavori

Una piccola straordinaria mostra ci è offerta dalla città di Pistoia, dichiarata “Capitale italiana della cultura 2017”. Ideata da Giovanni Agosti, curata da Roberto Bartolini con la collaborazione di Sabina Spannocchi,    si svolge nel settecentesco Palazzo Fabroni in via Sant’Andrea di fronte all’omonima Pieve che conserva al suo interno il pulpito marmoreo di Giovanni Pisano scolpito nel 1301: un capolavoro assoluto con il quale si confrontano altre opere studiate magistralmente che nell’occasione viene valorizzato perennemente da una nuova illuminazione. Pisa, città dove nacque nel 1248, e Siena, dove morì nel 1319, furono le sedi principali della sua attività che si estese poi anche a Perugia, Pistoia, Padova e Genova. Nove opere, esposte in altrettante “Stanze”, ci raccontano la sua vicenda d’artista: nella “Stanza 1” vediamo un’opera del padre Nicola, rilievo con le stimmate di San Francesco proveniente dal Museo Civico di Pistoia e recentemente attribuitogli. Nella “Stanza 2” è esposto un “Tondo” rappresentante una “Madonna con Bambino” che documenta gli esordi di Giovanni al fianco del padre. Segue nella “3” la statua lignea e policroma “Angelo in veste di diacono che tiene la testa del Battista”. Mentre l’angelo venne eseguito da un artista francese alla metà del Duecento, nel 1275 Giovanni aggiunse la testa e il Gruppo venne collocato nel Battistero di San Giovanni in Corte a Pistoia; attualmente è conservato nel Museo del Palazzo dei Vescovi.

La “Stanza 4” ospita una delle 21 statuette in origine collocate a coronamento dei pinnacoli del Battistero di Pisa: una figura femminile danzante con la quale Giovanni inizia a distinguersi dalla figura paterna offrendo un primo saggio di quel suo “dinamismo impetuoso e di quell’espressionismo patetico che costituiranno in seguito le caratteristiche essenziali di tutta la sua arte. “Stanza 5”: “Crocefisso ligneo policromo” realizzato da Giovanni nel 1310 circa, proveniente dalla chiesa pistoiese di San Bartolomeo in Pantano che introduce al “Crocefisso” della “Stanza 6” proveniente dalla Cattedrale di Siena, a quello della “Stanza 7” dalla Pieve di Sant’Andrea di Pistoia e a quello della “Stanza 8” dalla chiesa di Santa Maria a Ripalta di Pistoia, oggi conservato in Sant’Andrea. La mostra termina nella “Stanza 9” con la scultura marmorea rappresentante “Allegoria della Giustizia”, figura “Cariatide” del monumento funebre della Regina Margherita di Brabante (moglie dell’Imperatore Enrico VII, morta trentaseienne di peste nel 1311 a Genova) scolpita nel 1313 circa per la chiesa di San Francesco al Castelletto di Genova (di cui lei era stata benefattrice), oggi conservata nella Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.

L’esposizione è corredata da un catalogo-giornale con splendide fotografie, biografia, schede delle opere, antologia critica che inizia dal Vasari per giungere fino al ventesimo secolo con le impressioni dai famosi scultori Moore e Manzù che ci parlano dell’attualità dell’espressione artistica di Giovanni Pisano. Per gli approfondimenti sono elencati i luoghi operativi dei Pisano.

Alcuni cenni sulla sede ospitante. Il nucleo più antico, appartenuto intorno alla metà del Trecento alla nobile famiglia pistoiese dei Dondori, era costituito da una tipica casa-torre, il cui orto confinava sul retro con le mura della seconda cerchia della città. All’inizio del XVII secolo i Fabroni, già proprietari di altre casa nella zona, acquistarono la dimora dei Dondori e alla metà del secolo successivo (1748-1769), per volere di Atto Fabroni, tutti i nuclei abitativi ancora separati furono riuniti in una ristrutturazione complessiva che conferì al palazzo l’aspetto attuale, con la nuova facciata elegante e scenografica, caratteristica per il suo andamento curvilineo. I Fabroni, proprietari anche della villa e della fattoria di Celle, sede attualmente della prestigiosa collezione di arte ambientale, mantennero la dimora cittadina, fornita di una ricca galleria di quadri e di una notevole biblioteca, fino al 1842. Divenuto proprietà della Comunità civica di Pistoia nel 1861, il palazzo, destinato nel corso degli anni ad usi incongrui, fu variamente ristrutturato e trasformato nella distribuzione interna degli spazi. Sede prima della Sottoprefettura e dal 1928 al 1945 della Federazione del Partito fascista, venne poi usato come scuola media statale. Successivamente il lungo restauro, a cura dell’ufficio tecnico comunale, liberò la struttura architettonica dalle modifiche e superfetazioni otto-novecentesche e riportò in luce elementi preesistenti delle case-torri trecentesche, delle quali alcune parti sono visibili nel salone del piano nobile. Al termine degli interventi di recupero, la storia recente del palazzo inizia negli anni 1990-1993 con la scelta da parte dell’Amministrazione Comunale di destinare il primo e secondo piano allo svolgimento di attività espositive di arte contemporanea. Inaugurata nel 1997 e costituita da fondi civici originari, acquisizioni e donazioni, la raccolta consente un itinerario attraverso il panorama artistico dell’arte contemporanea dal dopoguerra ai giorni nostri. Intorno al grande salone centrale a doppio volume del primo piano, individuato come luogo privilegiato per la riflessione sull’arte anche grazie all’imponente Scultura d’ombra di Claudio Parmiggiani sulle pareti, il percorso inizia con le sale monografiche che ospitano le opere di Mario Nigro, Gualtiero Nativi e Agenore Fabbri. Pistoiesi di nascita, si tratta di artisti che hanno svolto la maggior parte della loro attività fuor di Toscana percorrendo, a livello nazionale, la strada dell’Astrattismo e dell’Informale. Interamente dedicata al pistoiese Fernando Melani è la sala in cui sono collocate opere di dimensioni maggiori e particolari ‘progetti’ non ubicati nella casa-studio di Corso Gramsci. Il percorso museale prosegue con le sale collettive che ospitano le opere donate al Comune di Pistoia da molti degli artisti intervenuti dal 1990 a Palazzo Fabroni con mostre personali o tematiche, e sono illustrati i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea dall’Arte Povera al Concettuale, dalla Minimal Art alla Poesia visiva.

Palazzo Fabroni – Via Sant’Andrea 18, Pistoia; fino al 20 Agosto 2017; Orari: da martedì alla domenica e festivi 10-18; chiuso lunedì; lunedì 14 Agosto, ore 10-18; Tel. 0573 371817; www.palazzofabroni.it;

Fabio Giuliani

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