Piacenza – MERCATO DEI VINI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti

| 1 dicembre 2016
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Dal 18 Giugno al 3 Luglio 2016 migliaia di persone, italiane e stranieri, molte giunte anche da lontano, tra lunghe attese di trasporti e file interminabili hanno potuto attraversare a piedi una parte del Lago d’Iseo, sponda bresciana, partendo da Sulzano, passando da Monte Isola e, in via eccezionale, dall’isolotto privato di San Giorgio, tramite “The Floating Piers”, l’opera galleggiante dell’artista Christo, forse l’evento artistico e di massa più noto a livello italiano ed internazionale per l’anno che sta per finire. Grande affluenza e un’infinità di immagini scattate a quella “striscia” gialla larga 16 metri e al paesaggio circostante, quindi…ma chi osservava da vari punti di vista quello che gli si trovava davanti, a fianco, molto probabilmente ignorava di camminare proprio sopra una cantina immersa…sì, chi scrive (e ha vissuto quell’esperienza particolare ed irripetibile) non è improvvisamente impazzito, ma è venuto poi a conoscenza di un’azienda vitivinicola in alta Valle Camonica. Solo pochi giorni prima dell’apertura al pubbblico della “Passerella”, da esperti sommozzatori veniva recuperata l’annata 2012 del vino “Nautilus” Cru Storico Millesimo 2012, lasciato affinare 36 mesi nelle profondità lacustri del Lago d’Iseo, e contemporaneamente deposta “a riposo” l’annata 2015. La storia di questo “Bollicine” è davvero particolare. Nasce da radici vecchie e ceppi storici, uve a bacca rossa da biotipi e varietà locali provenienti da due appezzamenti di vigneti presso il comune di Cividate Camuno, anticamente la romana Civitas Camunnorum, fondata nell’anno 16 a.C e culla primigenia della viticoltura in terra camuna. Nel 2010 venne alla luce il primo “Nautilus”, un Metodo Tradizionale Blanc de Noirs, niente Cuvée. La mancanza di una cantina adatta per l’affinamento ha reso necessari ingegno e fantasia, ed ecco che il Nautilus (nome non casuale) fu calato a 40 metri di profondità nel Lago d’Iseo, con pressione e temperatura di 5° costanti, nel buio più totale. Il risultato è un Pas Dosé unico, un vino di alta qualità e senza compromessi, ideale sia per aperitivi che per pasti di adeguata struttura. Quest’anno per la prima volta viene stabilito un record mondiale. Con il recupero dell’annata 2012, “inabissata” nel mese di Giugno 2013, verranno infatti tratte dalle acque 3200 bottiglie, 50 magnum e 30 jéroboam arricchite da ben 3 anni di affinamento lacustre! È inoltre da sottolineare che questo metodo, approvato dall’Autorità di Bacino Lacuale dei Laghi d’Iseo e dal Comune di Monte Isola, è assolutamente ecologico e ad impatto ambientale zero. Questo particolare prodotto (che, in fatto di “bollicine” e metodo produttivo ha un “collega” omologo, sotto le acque marine liguri di levante in zona Portofino), è stato posto come vero e proprio “trofeo” dal produttore camuno (ma non fatto purtroppo degustare, come invece altri suoi interessanti vini bianchi e rossi) sabato 26 e domenica 27 Novembre a Piacenza Expo nell’ambito del “Mercato dei Vini”, organizzato dalla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che ha visto protagoniste praticamente tutte le regioni italiane, in particolare la Lombardia e, nello specifico, il territorio gardesano, sponda bresciana e veneta, dalla Franciacorta alla Lugana e dintorni. 421 i vignaioli erano presenti a questa sesta Edizione, quasi un centinaio in più rispetto al 2015. Una crescita di adesioni che sottolinea come il Mercato sia diventato ormai un appuntamento imperdibile, luogo d’incontro, di condivisione e di confronto con il pubblico ma anche tra i produttori stessi. Qui i produttori assieme ai loro vini portano la loro esperienza di vita. Ognuno bada al proprio pezzo di terra, interpretando il territorio a suo modo: chi segue la tradizione, chi la tradisce o la abbandona per poi farci ritorno, chi innova, sbaglia, gioisce e soffre. Ma il vignaiolo è il vero custode del vino: ogni suo bicchiere restituisce il territorio che lo ospita e la sua cultura. Nel corso del Mercato è stato assegnato il “Premio Romano Levi” per il Vignaiolo dell’anno ad un produttore di Prosecco nel territorio di Conegliano-Valdobbiadene; sulla retroetichetta delle sue bottiglie era riprodotta la frase “Sopra la stessa zolla. Sotto la stessa goccia. Nello stesso letame.”, messaggio che la FIVI ha fatto proprio messaggio lanciato dalla FIVI nel corso della “due giorni” piacentina che ha chiuso con oltre 9.000 ingressi. Sono state inoltre assegnate le targhe FIVI ai nuovi punti di affezione, enoteche e ristoranti in tutta Italia che propongono in modo particolare i vini dei vignaioli e che possono esporre lo stemma dell’Associazione nel loro locale. Sono state anche premiate le foto vincitrici del contest #chinonbeveincompagnia lanciato sui social media da FIVI; le cinque migliori si sono aggiudicate un weekend enogastronomico e bottiglie di vino. Questa sesta edizione ha chiuso quindi i battenti con un afflusso di pubblico superiore del 50% rispetto alla precedente. Il successo della manifestazione è stato tale che alcuni vignaioli si son trovati già sabato sera ad aver esaurito le bottiglie. Significativa anche la presenza di realtà vitivinicole straniere: da tutta Europa (Francia, Portogallo, Norvegia; Svizzera, Austria, Slovenia, Svizzera e Germania) ma anche dall’Australia e dal Giappone. Segno che l’interesse e l’importanza data a questa Evento non ha confini. Non possiamo concludere questo resoconto senza dire alcune note su chi ha organizzato tutto questo. La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”. Attualmente sono quasi 1000 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 10.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 70 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 240 milioni di euro. I 10.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 20 % secondo i principi della lotta integrata e per il 31 % secondo la viticoltura convenzionale. Per maggiori informazioni, su attività, eventi, incontri riferirsi al sito Internet ufficiale www.fivi.it

Fabio Giuliani

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