Pavia – TRANQUILLO CREMONA E LA SCAPIGLIATURA

| 28 aprile 2016
Scapigliatura 1

L’Avanguardia delle “arti sorelle”

“Studiano gli scienziati il modo di immagazzinare il Sole. Io dico loro: guardate i quadri di T. Cremona.” (C. Dossi)

Dopo la mostra “I Macchiaioli. Una rivoluzione d’arte al Caffè Michelangelo” il programma espositivo delle Scuderie del Castello Visconteo prosegue con un’altra importante corrente artistica italiana dell’Ottocento: la “Scapigliatura”, un progetto ideato, prodotto e organizzato da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e curato da Simona Bartolena e Susanna Zatti, Direttore dei Musei Civici di Pavia. Per comprendere meglio il significato e il motivo di questa iniziativa occorre compiere un “salto” indietro nel tempo, e precisamente all’Aprile 1938 e alla grande esposizione “Tranquillo Cremona e gli artisti lombardi del suo tempo”, allestita sempre in questa sede e inaugurata dall’allora Re Vittorio Emanuele III. L’esposizione attuale intende rendere omaggio al gruppo scapigliato partendo dal percorso lavorativo del suo interprete più rappresentativo, con il quale viene identificato il movimento stesso, Tranquillo Cremona (che a Pavia nacque e si è formò alla Civica Scuola di pittura) per indagare il movimento in tutte le sue diverse espressioni artistiche. Il termine “Scapigliatura” – libera traduzione dal francese bohême – deriva da “La scapigliatura e il 6 febbraio” del 1862,  un testo misto di riflessioni critiche e di narrativa dello scrittore Cletto Arrighi. Nella Milano postunitaria, centro dinamico della borghesia italiana, si riuniva un gruppo di intellettuali, diversi per temperamento, ma accomunati da atteggiamenti anticonformistici e dal rifiuto delle regole imposte dalla società dell’epoca. Questo spirito di rivolta, nato dapprima in ambito letterario, si evolse in una vera e propria corrente che, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento fino all’inizio del ventesimo secolo, arrivò a coinvolgere tutte le arti ponendo le basi per un importante rinnovamento ideologico del mondo culturale italiano. Al fine di offrire una panoramica completa del mondo degli scapigliati, l’esposizione si snoda in un percorso tra pittura, scultura, letteratura e musica per far rivivere al pubblico l’atmosfera di questo movimento nelle sue principali forme espressive, accompagnato, lungo le sale delle Scuderie, dalle parole registrate di Tranquillo Cremona che racconta lo straordinario fermento culturale dell’epoca, la vita, l’opera e le forti personalità dei suoi compagni di strada. Oltre alle sue bellissime opere ne vediamo qui altre altrettanto significative degli artisti più rappresentativi della Scapigliatura tra i quali Daniele Ranzoni e Luigi Conconi per la pittura e, tra gli scultori, Giuseppe Grandi (al quale dobbiamo il Monumento alle “Cinque Giornate di Milano) e Paolo Troubetzkoy ed altri nomi, meno noti, ma da riconsiderare, secondo una suddivisione per temi, con le varie opere accostate a citazioni musicali e letterarie, da manoscritti e da partiture originali in un continuo intrecciarsi di linguaggi e rimandi sempre legati al comune denominatore dell’argomento della mostra.                                                                                                                             1 – “La Bohème scapigliata”, dove spiccano un’acquaforte di Conconi e un olio su tela di Gignous, entrambe dedicate a Cremona (il primo in ritratto, l’altro mentre dipinge) con le sculture di Ernesto Bazzaro (“Autoritratto”) e di Medardo Rosso; quindi alcuni dipinti di quel gran genio pittorico di Federico Faruffini che incontrò Cremona nell’aula della Civica Scuola di Pittura di Pavia, diretta dal maestro Giacomo Trecourt.                                                                                                                                                                                                                       2 – “Scene dal quotidiano: momenti mondani, figure femminili e maschili, presi singolarmente o in coppia.                                                      3 – “La desinenza in A”: due acqueforti di Conconi, la poetica “psicologia” vista da Cremona.                                                                                4 – “Maternità e infanzia”: l’innocenza giovanile , ma anche un’idea di giovanissimi “divi”.                                                                                    5 – “Nei salotti dell’alta società”: ritratti, ambientati e non, di personaggi d’alto rango, maschili e femminili.                                                    6 – “Amorose passioni”: corteggiamenti, bisticci, sogni, speranze…argomenti spesso messi in scena, e musicati, in opere liriche.                7 – “A casa Pisani Dossi”: ll ritratto di Carlo Alberto Pisani Dossi (1867) di T. Cremona. Il conte C. A. Pisani Dossi, in arte Carlo Dossi (1849-1910), scrittore, diplomatico e archeologo italiano, tra i più importanti esponenti della scapigliatura milanese, fu particolarmente legato ad altri scrittori del genere come Emilio Praga e Luigi Conconi ed è ancora oggi apprezzato per la schiettezza dei suoi scritti, il linguaggio ricercato ma comprensibile a tutti, la spiccata ironia e la critica che mosse al suo tempo anche in ambito politico e sociale.      Il dipinto esposto a Pavia proviene dalla Casa-Museo a lui intitolata, situata a Corbetta, località tra Milano e Magenta, abitata dal Dossi e componenti di famiglia, da dove era stato rubato tempo addietro, insieme ad altre opere legate alla scapigliatura, poi fortunatamente ritrovato, e presentato in una mostra dopo anni. Al piano superiore si trova la collezione costituita in gran parte dal materiale da lui acquistato durante le sue missioni diplomatiche. Gli oggetti raccolti comprendono ceramiche di pregiata fattura tra cui vasi attici figurati e antropomorfi precolombiani. Qui sono presenti anche frammenti marmorei, oggetti in vetro, di forme ed epoche diverse ed una collezione di lucerne romane. Per maggiori informazioni e modalità di visita riferirsi al sito Internet www.casapisanidossi.com .                8 – “Macabre visioni”: due acqueforti ed un olio di Conconi con personalissime visioni di spinta demoniaca, quasi, mi parrebbe, anticipazioni di quello che, di lì a pochi anni, avrebbe espresso il “verbo” simbolista.                                                                                     Questo nuovo importante progetto vanta la collaborazione di Gianfranca Lavezzi dell’Università di Pavia, per gli approfondimenti letterari (Arrigo Boito, noto per i libretti di varie opere verdiane) e di Daniela Gatti dell’Istituto Superiore di Studi musicali Franco Vittadini di Pavia, per gli aspetti legati alla musica (Amilcare Ponchielli, musicista, fra l’altro della “Gioconda” su libretto di Boito.      ViDi, in collaborazione con l’Associazione ARTpiù Creative Project propone una serie di attività didattiche, incontri e visite guidate gratuite per bambini e adulti con l’obiettivo di approfondire le tematiche affrontate dalla mostra. Il catalogo Skira, oltre ai saggi delle curatrici, contiene testi di Gianfranca Lavezzi pert la Lettura, Candida Felici per la Musica, Davide Tolomelli per ‘Architettura.

Castello Visconteo, Scuderie – Viale XI febbraio 35, Pavia; fino al 5 Giugno 2016; Orari: lunedì-venerdì: 10-13 e 14-18.30;                  sabato, domenica, festivi: 10-19 (la biglietteria chiude un’ora prima)    Tel: +39 0382 33676; sito Internet: www.scuderiepavia.com

Fabio Giuliani

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