Pavia – PICASSO E LE SUE PASSIONI

| 8 marzo 2016
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Storie personali tradotte in Arte

Pensavate di sapere, avere visto tutto, i classici “vita, morte, miracoli” di Pablo Picasso?, Dovrete ricredervi! E’ attualmente in corso a Pavia, al primo piano di Palazzo Vistarino una interessantissima mostra con oltre 200 opere tra disegni, ceramiche e oli, provenienti da importanti raccolte private di tutto il mondo e dal museo di Mija Malaga, sua città natale, probabilmente l’artista per eccellenza del XX secolo, per la sua versatilità e poliedricità creativa. I due curatori, Lola Duran e Stefano Cecchetto, hanno inteso, con questo progetto, Illustrare i temi e le passioni che hanno dato vita alla creatività di Picasso e ne hanno influenzato l’esperienza umana e artistica. Il teatro e il circo, la tauromachia, le donne e la politica: le sue “passioni”   (da qui il titolo alla mostra), tematiche illustrate attraverso una grande varietà di tecniche distribuite in un percorso che aiuta a comprendere al meglio l’evoluzione del suo linguaggio artistico: dai primi anni parigini con le incisioni del ciclo “La Suite des saltimbanques” (1913) all’esperienza più matura delle opere grafiche (disegni e litografie), a “La Célestine” del 1971. Un nucleo importante è costituito dalle ceramiche,una delle poche collezioni complete in possesso di un privato, con il ciclo “Tauromachia” (1959), cui Picasso si è dedicato dopo la fine della seconda guerra mondiale. La sperimentazione di oggetti in ceramica (vasi, piatti, brocche, mattonelle dipinte) ha infatti caratterizzato gli ultimi vent’anni della sua vita intrecciandosi indissolubilmente con le sculture, la grafica e soprattutto i lavori su tela. Un’esposizione eterogenea per temi ed eclettica per ricerca stilistica. La donna è senza dubbio il soggetto più sentito nella pittura di Picasso, è la verità più nascosta, il “cavallo di battaglia” più sicuro nella guerra di conquista della realtà, è un simbolo limpido, è l’inesauribile tesoro e la nemica che non depone mai le armi. E’ la “joie de vivre” e nello stesso tempo è l’ossessione a cui dare forma, la sua inseparabile compagna e la sua regina. Alcuni biografi attribuiscono alla presenza di Dora Maar l’influsso esercitato nella vita di Picasso dal 1935 al 1943 e nel suo radicale cambiamento dello stile pittorico. Il temperamento forte, nevrotico e intellettualmente isterico della sua compagna portò l’artista all’esasperazione del suo espressionismo estetico, sia nella scomposizione dei piani prospettici che nella profondità e acutezza interpretativa del carattere di lei. “Tête de femme” – olio su cartone intelato, 66×51 – uno dei due dipinti su tela esposti qui (l’altro è “Autoritratto” del 1967, gouache e inchiostro di china, 75×56,5) è l’ultimo – e forse il più completo – di una sequenza di quattro ritratti realizzati tutti nello stesso giorno il 3 giugno del 1943, quasi una sorta di addio a Dora, immediatamente prima che l’artista incontrasse la sua successiva conquista e novella musa, la giovanissima Françoise Gilot.Nei numerosi autoritratti realizzati nel corso della sua lunga carriera il grande artista spagnolo in fondo ha sempre svelato l’autentica passione della sua vita: quella per sé stesso. In Autoritratto, 1967 – Gouache e inchiostro di china, cm 75×56,5 – l’artista rivela tutta l’identità e l’alterità del suo doppio. Qui Picasso è l’uomo, l’artista, l’alchimista, ma è anche il Minotauro, il toro, il demone. Alcune note sulla sede espositiva. Una residenza nobiliare di origine settecentesca, affacciata sul fiume Ticino (a poca distanza dal Ponte coperto) nel cuore di Pavia Una vera e propria “villa delle delizie”, le cui sale affrescate hanno accolto un vivace salotto letterario tra Settecento e Ottocento. Ci troviamo a Palazzo Vistarino, riaperto dopo un accurato restauro nel 2013 ad opera della Fondazione universitaria Alma Mater Ticinensis che ha restituito a questa città splendidi spazi per la cultura, dai concerti alle letture alle esposizioni d’arte, riprendendone in parte l’originaria funzione. Il marchese Gaetano Annibale Bellisomi, che fece erigere il palazzo intorno alla metà del Settecento, chiese infatti all’architetto milanese Francesco Croce di comprendervi, oltre alla sala della musica, una biblioteca, un museo antiquario e scientifico e una “Wunderkammer” con collezioni naturalistiche. Palazzo Bellisomi-Vistarino è tra gli esempi più importanti del barocchetto lombardo e, grazie all’affaccio dal belvedere e al parco, propone un felice dialogo tra la città e il fiume. Nell’Ottocento, l’edificio fu acquistato dai Conti di Vistarino che lo rinnovarono. La mostra è organizzata dalla Fondazione universitaria Alma Mater Ticinensis e dall’Associazione Culturale ViviPavia, in partnership con MUSA Group e in collaborazione con il Comune e l’Università di Pavia. Catalogo edito da Gli Ori a cura di Paola Gribaudo.

Palazzo Vistarino – Via Sant’Ennodio 26, Pavia; fino al 20 Marzo 2016; Orari: lunedì 14-19, da martedì a sabato 9-19, domenica 10-19;   la biglietteria chiude un’ora prima; Per informazioni e prenotazione biglietti, visite guidate e laboratori, per gruppi: Tel. 349 1288789; E-Mail picassopavia.gruppi@gmail.com; sito Internet ufficiale: www.picassoelesuepassionipavia.it

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Fabio Giuliani

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