Milano – “TUTTI I COLORI DEL BIANCO”

| 5 giugno 2018
Go Wine - Tutti i colori del Bianco 1
  1. e il veneto “Soave” grande protagonista

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L’Associazione “Go Wine”, con sede principale ad Alba in provincia di Cuneo, da anni impegnata a divulgare la cultura del vino, d’intesa con il Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave promuove l’ottava edizione de “Tutti i colori del Bianco”, forum nazionale sul vino bianco italiano, culminati nel pomeriggio di martedì 29 Maggio, presso l’Hotel Michelangelo, da tempo spazio abituale (appena fuori dalla Stazione Centrale) per incontri basati degustazioni tematiche dell’Associazione, il cui Presidente, Massimo Corrado, ha brevemente spiegato ai presenti in sala quello che poi avrebbero conosciuto di persona. Ai diversi banchi d’assaggio e in un apposita simil-enoteca era presente una selezione esclusiva di bianchi d’autore. Molte cantine – rappresentate da esperti sommelier FISAR o direttamente dai produttori – hanno presentato in assaggio lo stesso vino prodotto in due annate differenti, con una parata di eccellenze dell’annata in commercio a Maggio, accompagnata dalla versione non più recente del 2015. Un’originale degustazione in verticale che spazierà dalle Alpi alla Sicilia e che ha coinvolto nomi prestigiosi dell’enologia italiana in una sorta di viaggio intra-generazionale tra vini bianchi di razza. Ma parliamo meglio e più nei dettagli su questo particolare “Bianco”, protagonista della serata, avvalendoci di informazioni storiche tratte dal Portale Internet dedicato:                                                                                                                                                        http://www.uvive.it/zone-e-consorzi/consorzio-tutela-vini-soave-e-recioto-di-soave~18.html

Moltissimi sono i documenti che parlano del Soave, ed è certo che fin dall’antichità i vini prodotti in questo territorio furono molto apprezzati. La loro fama comunque si sviluppò soprattutto all’inizio del 900 quando le maggiori case enologiche veronesi promossero il vino Soave su tutti i mercati nazionali ed esteri, fino ad arrivare ai giorni nostri con l’ambita qualifica di “eminente Classico vino bianco d’Italia” e con il prestigioso primato di vino bianco italiano più esportato. La zona di produzione del Soave è situata nella parte orientale dell’arco collinare della provincia di Verona (a nord dell’autostrada serenissima, tra il 18° e il 25° km tra Verona e Venezia).  Essa comprende in tutto o in una parte i territori dei comuni di Soave, Monteforte, San Martino B.A., Lavagno, Mezzane, Caldiero, Colognola, Illasi, Cazzano di Tramigna, San Bonifacio, Roncà, Montecchia e S. Giovanni Ilarione. Qui la Garganega, il vitigno principale della denominazione, ha trovato nel corso dei secoli un habitat ideale soprattutto nei rilievi collinari che caratterizzano le valli d’Alpone, del Tramigna, dell’Illasi e di Mezzane. Nel vasto e qualificato panorama dei pregiati vini veronesi solo in queste colline di terreno tufaceo di origine vulcanica con importanti affioramenti calcarei si è andata a realizzare questa ideale simbiosi di ambiente e vitigno per la produzione di grandi vini bianchi di qualità. L’uso della specificazione “CLASSICO” in aggiunta alla denominazione “SOAVE” , è riservato al prodotto ottenuto da uve raccolte e vinificate nei territori dei comuni di Soave e Monteforte d’Alpone, nei quali si trova la zona originaria più antica, detta “zona storica”. Castelli, chiese, campanili e ricche ville patrizie che emergono appena dal mare dei vigneti testimoniano un territorio ricco di storia, tradizione e fortemente collegato al suo principale prodotto. Già nel 1931 primo fra i vini Italiani il Soave veniva riconosciuto come vino “tipico e pregiato”. È una riflessione globale quella che da anni impegna il mondo del Soave ed il Consorzio di tutela e che ha consentito di ottenere la “G”, per il Soave Superiore. Dopo un lungo lavoro di zonazione viticola, quello che è effettivamente il territorio più studiato d’Italia ha scommesso con grande convinzione sulla propria identità proponendo con forza, l’ispirazione dei “cru” e della piramide della qualità. Rivalutare i “plus” qualificanti della Garganega e dell’autoctono Trebbiano di Soave, cultivar antiche temprate dal tempo, in collina e sulle vecchie vigne, con equilibrio nelle produzioni, adattamento al territorio     ed esaltazione del carattere e dell’identità dei vini. Per i nuovi impianti, si cercano pochi grappoli per ceppo, maggiore concentrazione, nuovi obiettivi enologici e una più facile gestione del vigneto. Selezioni più spinte in vigna e vinificazioni di singoli vigneti sono oggi gli altri fronti sui quali si indirizza l’attenzione di tutti i produttori. La sintesi di questo rinnovamento ha portato il Soave Superiore, alla D.O.C.G. e alla riorganizzazione complessiva della denominazione in senso qualitativo individuando vigneti diversi per specificità climatiche, orografiche e pedologiche. Nel il Recioto di Soave è stato il primo vino veneto ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Un documento “storico” sulla tecnologia di preparazione del “Recioto di Soave” è quello che ci ha lasciato Giuseppe Beretta in un suo libro del nel quale appare questo scritto: “Per vivo liquore io intendo quel vino che si cava da uve naturalmente appassite le quali si spremono sotto lo strettoio a cominciare da verno. Siccome a fare questo vino conviene decantare e feltrare il mosto fino che appaia netto da ogni sua parte grassa e soltanto in piccoli barili, ed in luogo piuttosto freddo, si lascia fermentare, e senza raspi né fiocini: così non potendo bollire che assai lentamente, questo vino conserva intatta una qualche parte di materia zuccherosa: la quale prerogativa è quella appunto, che da ogni altro lo distingue”. Recioto è un vocabolo dialettale della gente veronese, deriva da “recia” che è la parte alta del grappolo di Garganega quella più ricca di zuccheri e meglio esposta all’insolazione.

Fabio Giuliani

 

 

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