Milano: Ritratti di città. Urban sceneries. Da Boccioni a De Chirico, da Sironi a Merz

| 20 settembre 2014
Ritratti di città - Como 2014

Milano

Una storia di sguardi

Oltre 60 opere inserite in un percorso che intende indagare, per la prima volta attraverso una mostra, l’incidenza dell’immagine della città moderna – tra utopia, mito e realtà – nell’arte italiana del XX secolo e del tempo attuale. Questo vediamo attualmente a Villa Olmo, complesso storico di Como in riva al lago.                     Più di altre culture, quella italiana è legata alla tradizione visiva del genere paesaggistico, dunque a un’idea di naturale largamente prevalente sull’immagine urbana. È’ solo con le spinte moderniste di fine ‘800 e soprattutto con l’avanguardia futurista che la visione urbana entra progressivamente in scena, divenendo di volta in volta il referente visivo ed intellettuale di un ragionamento esteso all’idea tutta di modernità. Dire città significa energia ottimistica, comunità dotata di un’anima e di un’identità, un progresso che allora si immaginava senza limiti e confini. Significa, ancora, un modo di vita fatto di rumori anziché di silenzi, di azione anziché di contemplazione. Il futurismo di Boccioni, Balla, Depero, Dottori, dunque, è interprete perfetto della città nuova: “le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che fiutano l’orizzonte” sono, nel Manifesto futurista, il mondo nuovo.    A fianco, subito, la “Metafisica” di De Chirico segna della sua trasognata classicità l’immagine della città, in una sorta di doppio rapporto – tra entusiasmo e resistenze culturali – con la metropoli che riempirà di sé tutto il corso del ventesimo secolo; qui spicca la figura di Mario Sironi: le sue sono, a parere di Mario Botta, “architetture senza tempo che, a dispetto del programma, solo un futurista ci poteva dare”. Vediamo anche una scultura che Arnaldo Pomodoro ha realizzato appositamente per l’evento comasco, oltre ad opere mai viste o raramente esposte, perché provenienti da collezioni private. Tra queste, “La città che avanza” di Giacomo Balla, esposta qui per la prima volta, “Via Toscanella” di Ottone Rosai e “Periferia” di Umberto Boccioni, quasi mai apparse in mostre pubbliche. Dopo Giorgio Morandi, l’aeropittura futurista, l’astrazione geometrica in chiave architettonica (come in Soldati e Galli), la visione critica ed insieme poetica (Mafai, Guttuso e Fiume), il percorso si inoltra nel secondo dopoguerra, quando la realtà urbana è tema che non coinvolge solo le avanguardie artistiche (da Alik Cavaliere a Spagnulo, da Merz a Schifano, da Tadini ad Adami a Rotella) ma anche quelle dell’“architettura dipinta” e della fotografia, da un lato con autori come La Pietra, Cantafora, Ico Parisi, dall’altro maestri come Franco Fontana, Basilico, Ghirri, Galimberti, grazie ai quali la fotografia non è più solo documento, ma interpretazione intellettuale e poetica dei luoghi. L’itinerario si conclude con una documentazione essenziale delle generazioni ultimissime, le quali, tra pittura e fotografia,  riprendono con forza il tema della crisi attuale dell’immagine di città: da Chiesi a Costa, da Guaitamacchi a Presicce.                                                                             Sempre collegata all’argomento, come trait-d’union tra la prima rassegna a tema città del 2013 e quella di quest’anno, è in corso presso la Pinacoteca Civica fino al 28 settembre “Aldo Galli: luci e astrazioni urbane”, mostra dedicata ad Aldo Galli (1906-1981), uno degli astrattisti storici comaschi che nella sua opera ha sviluppato a lungo e con varie declinazioni il tema della città. “Siamo alla seconda tappa del trittico che abbiamo progettato – iniziato nel 2013 con la mostra          “La città nuova. Oltre Sant’Elia” – ha detto Luigi Cavadini (Assessore alla Cultura del Comune) – ed offriamo ai visitatori le visioni di città di oltre cinquanta artisti, dai primi del Novecento a oggi. La pittura è protagonista, con la scultura e la fotografia”; mentre il curatore Flaminio Gualdoni ha così commentato: “Una comunità è un’aggregazione di funzioni o di persone? Una comunità è solo una somma di soggetti? Tanti artisti si sono interrogati in questo modo e noi vogliamo mostrare che sono come i famosi canarini in miniera. Quando un canarino moriva, il minatore capiva che era il caso di scappare, gli artisti sono i canarini della nostra società”.    In cuor mio la mostra è tutta una dedica al comasco Sant’Elia, che non è ancora riconosciuto nella sua grandezza”. Sottolineatura doverosa, la sua, per le opere mai prestate a mostre e quindi mai esposte, come una “Periferia” di Boccioni del 1908, e per il capolavoro di Giacomo Balla del 1942: “La città che avanza”, con il Lungotevere invaso da condomini e tralicci. La mostra è corredata da un  catalogo pubblicato da Silvana Editoriale.                                                                                Alcune notizie sul luogo ospitante. Villa Olmo è la più celebre e sontuosa tra le dimore storiche comasche e ha fatto della città lariana  uno dei centri propulsori dell’Illuminismo in Italia. Simone Cantoni (Muggiò 1739-Gorgonzola 1818) è l’esponente più famoso di una famiglia di capomastri ed architetti ticinesi che operarono a partire dal Cinquecento in area ligure, francese e tedesca. Progettista di una rigorosa architettura neoclassica in cui le citazioni dell’antico e i riferimenti alla cultura francese contribuirono a creare un nuovo linguaggio, ha lasciato opere raffinate che esprimono alti valori estetici e compositivi correlati all’espressione del “buon gusto”. Cantoni realizzò, nella sua lunga carriera, un centinaio di opere in Lombardia. Particolarmente cospicuo è il repertorio delle ville da lui firmate in Brianza e nel Comasco. Villa Olmo, iniziata a fine ‘700 e conclusa nel 1812, dagli Odescalchi passò ai Raimondi, ai Visconti di Modrone e finalmente, nel 1925, al Comune che l’ha adibita a sede di manifestazioni culturali e di mostre d’arte.

Villa Olmo – Via Cantoni 1, Como; fino al 16 novembre 2014; Orari: ven, sab, dom 10-22; mar mer giov dal 2/9 h. 10-20; lunedì chiuso; Infoline: Tel. 031 4890416 ingresso: Intero € 10, Ridotto € 8, Scuole € 5; sito Internet mostra: www.ritrattidicitta.com                                                                                                              Organizzazione: Sae Comunicazione Integrata (Via Cagnola, 3 Milano, Tel.+39 02 3311003)

Fabio Giuliani

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