Milano: RAFFAELLO – La “Madonna Esterhazy”

| 19 dicembre 2014
Raffaello - Madonna Esterhazy

Piccolo grande “gioiellino”

La “Madonna Esterhazy” è un dipinto a olio su tavola (29×21,5 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1508, oggi conservato nello Szépművészeti Múzeum (Museo delle Belle Arti) di Budapest. Un biglietto sul retro ricorda come l’opera venne donata da Clemente XI all’imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbuttel; in un periodo non meglio identificato tra il 1721 e 1812, passò alla famiglia Esterhazy. Venne trafugata la notte del 5 novembre 1983, insieme ad altri capolavori di Raffaello, Giorgione, Tintoretto, Tiepolo, tutti poi recuperate dai Carabinieri italiani in un convento greco abbandonato, nella località di Eghjon. L’opera ritrae la Madonna a figura intera col Bambino poggiato su una roccia, mentre si sporge verso san Giovanni Battista fanciullo, a sinistra, intento a decifrare il messaggio su un cartiglio, sullo sfondo di un paesaggio con rovine romane nello sfondo, non presenti nel disegno preparatorio al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi;    si ritiene che, per questo, l’opera venne pensata a Firenze ed eseguita immediatamente dopo l’arrivo del pittore a Roma.  A Milano, prosegue l’ormai consolidata tradizione di portare, dai primi di Dicembre, e per tutte le festività natalizie, nella Sala Alessi di Palazzo Marino – sede comunale –  un’esposizione eccezionale e gratuita di un gioiello dell’arte. Quest’anno il “regalo di Natale” ai milanesi è proprio la “Madonna Esterhazy” di Raffaello, la cui “Madonna di Foligno” è stato l’ultimo di questa riuscitissima serie di capolavori che la città di Milano aveva avuto l’onore di ospitare e di ammirare, tutti sempre con ingenti code di visitatori. Ma se quello era una “pala” in grande formato, l’attuale dipinto è in dimensioni “mini”, attorniato da un’altrettanto pregevole cornice. L’opera segna esattamente la conclusione del fondamentale periodo trascorso da Raffaello a Firenze, con la decisione di trasferirsi a Roma. “Come nella pagina di un personalissimo diario, Raffaello ci mostra questo decisivo passaggio direttamente nel dipinto stesso: la composizione infatti si ispira in modo esplicito a Leonardo, conosciuto e studiato attentamente da Raffaello durante i quattro anni passati a Firenze; ma sullo sfondo appaiono i ruderi del Foro Romano, dipinti con precisione topografica, a riprova di una conoscenza diretta e di una serena e convinta “immersione” nella classicità”, si legge in una nota di presentazione del curatore Stefano Zuffi nell’apposito catalogo edito da Skira. Ad accompagnare l’esposizione del famoso quadro, definito dallo stesso curatore “l’alba del giorno più bello dell’arte italiana”, è stato ideato un importante apparato divulgativo e didattico, comprendente un filmato visibile a ciclo continuo.    A completamento di questo progetto si è voluto proporre anche il rapporto tra la presenza del dipinto di Raffaello e il contesto artistico e storico di Milano: insieme al capolavoro proveniente da Budapest vengono esposte due opere pertinenti al patrimonio artistico e alla storia culturale di Milano, accostabili per epoca, per soggetto e per caratteristiche stilistiche: l’ottima copia della “Vergine delle rocce” attribuita a Francesco Melzi e conservata presso l’Istituto delle Suore Orsoline di via Lanzone, accostata ad un pregevole dipinto pensato per la devozione privata, la “Madonna della rosa” di Giovanni Antonio Boltraffio conservata nel Museo Poldi Pezzoli. Fra tutte le opere dei leonardeschi lombardi esposte nei musei di Milano, per stile e qualità forse solo quest’ultima – sempre seconzo Zuffi – può degnamente confrontarsi con un’opera di Raffaello. Le evidenti affinità (basti osservare, in tutte e tre le opere, il volto della Vergine e i gesti dei bambini) si combinano con le forti differenze: Raffaello pone il gruppo di figure in un luminoso paesaggio, Boltraffio preferisce un contatto più intimo e ravvicinato.   Per informazioni e prenotazioni per le scuole è possibile chiamare  il numero Verde gratuito 800.167.619. Gli sponsor principali sono stati Intesa San Paolo e         “La Rinascente”, celebre “marchio” dedito alla grande distribuzione, che, per questa occasione hanno rimpiazzato ENI, storico Ente, negli anni passati “mecenate” di questo progetto continuativo contribuendo a portare in città opere di Caravaggio, Leonardo, Tiziano,  Canova, George de la Tour.

Palazzo Marino – Piazza della Scala, Milano; fino all’11 Gennaio 2015; La mostra è visitabile (con guida) tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 20

(ultimo ingresso alle ore 19.30); giovedì dalle ore 9.30 alle 22.30 (24 e 31 dicembre chiusura ore 18).

Fabio Giuliani

 

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