Milano – Lorenzelli Arte – Continuità nella tradizione

| 11 gennaio 2016
Dorazio - Lorenzelli 1

Il 23 Dicembre scorso, l’antivigilia di Natale, da Lorenzelli Arte, unitamente ad un brindisi con tanto di panettone, è stata soprattutto l’occasione di presentare ben tre cataloghi: il primo riguarda una mostra già conclusa, tenutasi dal 1° Maggio al 31 Luglio, su Enrico Castellani e Leo Ufan, curata da Matteo Lorenzelli e Federico Sardella, realizzata con la collaborazione degli artisti e della Fondazione Enrico Castellani, in cui avevamo visto, distribuite nelle tre sale della galleria, una decina di opere per entrambi gli autori, realizzate a partire dagli anni Sessanta ad oggi. Questi due artisti fanno entrambi parte della storia espositiva di Lorenzelli Arte già dal Marzo 1986, data della prima mostra dedicata all’opera di Castellani, poi seguita nel 1991 dalle due personali degli artisti e quindi di nuovo nel maggio del 1997 da quella di Ufan. Le esposizioni monografiche tutt’ora in corso, di cui sono appunto da poco uscite le rispettive pubblicazioni, riguardano Piero Dorazio e Osvaldo Licini. “Il colore della pittura” è un doveroso omaggio a Dorazio a dieci anni dalla scomparsa del grande maestro dell’astrattismo italiano, e vuole rappresentare la grandezza dell’artista anche attraverso le opere che nell’ambito del suo percorso sono state considerate “meno interessanti”. L’intento della mostra è quello di ribadire che la pittura e che la produzione di questo autore vanno al di là della loro identificazione con un mero singolo periodo, ma si svilupparono in diverse forme nell’arco della sua intera vita. L’elegante intelligenza formale unita alla sapienza cromatica dei lavori esposti sono un’evidente e coerente evoluzione verso l’alto rispetto al mondo dei monocromi (chiamati reticoli), uniti dalla stessa trama di luce e colore. Passiamo a Licini, il grande artista marchigiano di cui la galleria è sempre stata un punto di riferimento, sin dalla prima esposizione del 1961. Da sempre non allineato, difficilmente inquadrabile, non incasellabile nelle strette gabbie di lettura della critica, sia per le modalità di lavoro che per i risultati della sua ricerca. Questa rassegna si concentra principalmente sui disegni affiancati da alcuni dipinti “gioiellini” che completano l’esposizione. Come scrive in catalogo Roberto Borghi, co-curatore della mostra insieme a Matteo Lorenzelli, “È una mostra quasi solo di disegni: moltissimi disegni, pochissimi quadri. Seguendo una progressione di disegni che attraversa le pareti della galleria si può comprendere come hanno avuto origine i diversi cicli creativi dell’artista, come si sono generati l’uno dall’altro. Al di sotto di questa linea continua, che per la verità è costellata di cesure, di pause quasi musicali, sono collocati alcuni dipinti. Stanno in basso perché è come se fossero addensamenti delle pulsioni, delle intuizioni presenti nei disegni, e perciò avessero maggiore gravità”. Mentre Giorgio Magnoni, il collezionista e studioso di Licini, che già contribuì in misura notevole alla mostra del 2001 “Licini secondo noi”, così sottolinea: “E’ possibile tentare di seguire il percorso artistico di Licini osservando attentamente le sue opere, mettendo in primo piano i suoi disegni e tentando di ricostruire, grazie a loro, il procedere della sua ricerca”. Riprendendo inoltre ciò che scrisse Giuseppe Marchiori, il critico che di Licini fu il più costante interlocutore, si può affermare che “il disegno era mezzo, espressione e strumento d’indagine: il sismografo, per così dire, delle idee immediate. Per arrivare alla pittura, Licini passava, come gli antichi, attraverso il disegno, studiando e perfezionando gli schemi compositivi, fino a creare, del suo mondo immaginario, alcuni archetipi perfetti e definitivi”. Una serie di circa 70 disegni e una decina di oli documenta quindi un percorso che va dai primi lavori astratti, ai paesaggi fantastici, dai personaggi volanti a Leopardi, dalle Amalasunte agli Angeli ribelli. La mostra si conclude con i disegni che “preparano” ed anticipano uno degli ultimi suoi capolavori, “Angelo di santa rosa”, del 1957, anch’esso esposto.

Lorenzelli Arte – Corso Buenos Aires 2, Milano; fino al 31 Gennaio 2016; Tel. 02 201914; Orari: da martedì a sabato 10-13 e 15-19;  lunedì su appuntamento, festivi chiuso; www.lorenzelliarte.com

Dorazio - Lorenzelli 2Licini 1Fabio Giuliani

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