Milano – Grande Arte a Palazzo Reale

| 4 gennaio 2016
Giotto 1

Certamente da non perdere, in questo periodo, le quattro straordinarie esposizioni che si dipanano negli spazi di Palazzo Reale, che qui di seguito riepiloghiamo, a partire dall’antica arte greco-romana per arrivare alla “Belle Epoque”. Ma vediamole una per una in dettagliopartendo dalla prima monografica mondiale “Giotto. L’Italia”; 14 opere, prevalentemente su tavola, nessuna delle quali prima esposta a Milano: una sequenza di capolavori assoluti mai riuniti tutti insieme in un’esposizione. Ognuno di essi ha provenienza accertata e visualizza quindi il tragitto compiuto da Giotto attraverso l’Italia del suo tempo, in circa quarant’anni di straordinaria attività, che ha rivoluzionato la storia dell’arte con l’introduzione dell’uomo reale nell’iconografia. Vengono considerate le commissioni più prestigiose che egli ebbe in tutta l’Italia di allora, e da qui il titolo della mostra: la corte di Napoli, i banchieri fiorentini, il Papa, gli Scrovegni, Azzone Visconti. La mostra ha un motivo particolare per essere realizzata a Palazzo Reale: esso infatti ancora ingloba strutture del palazzo di Azzone Visconti, ove, negli ultimi anni della sua vita, Giotto venne a realizzare due cicli di dipinti murali, oggi perduti. Una delle “eccellenze” presentate è il celebre “Polittico Stefaneschi”, pala dipinta per la Basilica di San Pietro, mai uscita finora dal Vaticano. L’allestimento è dovuto all’architetto Bellini che ha creato un’atmosfera metafisica trionfale con più di 200 tonnellate di ferro nero, un’opera d’arte da sola. Il progetto scientifico è di Pietro Petraroia (Éupolis Lombardia) e Serena Romano (Università di Losanna) che sono anche i curatori dell’esposizione, il relativo catalogo è pubblicato da Electa. La mostra si avvale di un prestigioso Comitato Scientifico che riunisce i responsabili delle istituzioni italiane che nel corso degli anni e fino ad oggi hanno contribuito non solo alla conservazione e alla tutela delle opere di Giotto, ma anche – e in misura straordinaria – alla conoscenza e all’approfondimento scientifico e tecnico delle innovazioni introdotte dal Maestro, con studi e interventi d’avanguardia, noti ed apprezzati in ambito internazionale. Il Comitato è composto dal Presidente Antonio Paolucci e da Cristina Acidini, Davide Banzato, Giorgio Bonsanti, Caterina Bon Valsassina, Gisella Capponi, Marco Ciatti, Luigi Ficacci, Cecilia Frosinini, Marica Mercalli, Angelo Tartuferi. Dal 12 dicembre il percorso espositivo si estende nella Sala delle Cariatidi dove attraverso un’installazione multimediale è proposta l’esperienza visiva della Cappella Peruzzi in Santa Croce a Firenze, decorata da Giotto entro il primo decennio del Trecento. Sito Internet ufficiale: www.mostragiottoitalia.it; Fino al 10 Gennaio 2016, ingresso 12-10 Euro, biglietto cumulativo 18 Euro con la seguente:

“MITO E NATURA. Dalla Grecia a Pompei” che ci propone le radici della nostra civiltà occidentale. Mostra archeologica, curata da Gemma Sena Chiesa e Angela Pontrandolfo, con 180 opere d’arte greca, magnogreca e romana, che illustrano un aspetto poco noto del mondo classico: la rappresentazione della natura nei suoi vari aspetti, l’azione dell’uomo sulla realtà naturale e sull’ambiente. Tutto questo grazie a prestigiosi prestiti da musei italiani e internazionali fra cui il Museo Archeologico di Atene, il Kunsthistorisches Museum di Vienna e il Louvre di Parigi. Vasi dipinti, terrecotte votive, affreschi, oggetti di lusso come argenterie e monili aurei. La mostra è articolata in sezioni con un percorso insieme tematico e cronologico: “Lo spazio della natura”, “La natura come segno e metafora”, “La natura coltivata dono degli dei”, “Il giardino incantato”, “Dalla natura al paesaggio”, “Il verde reale e il verde dipinto”, “Nature morte e nature vive di Pompei”. Emerge il valore metaforico di singole piante o animali (palma, alloro, ulivo) in specie nella ceramografia greca e magnogreca del V e IV secolo a.C. L’arte figurativa elabora le storie di Dioniso legate al vino, quelle di Demetra legate al grano e all’alternarsi delle stagioni nonché di Trittolemo, l’essere divino che ha insegnato all’uomo a seminare. Il paesaggio dipinto fa il suo ingresso nell’arte di età ellenistica. Sia nella corte macedone che ad Alessandria, la raffinata produzione artistica è caratterizzata da scene paesistiche come sfondo di cacce regali e da storie mitiche, nonché da rappresentazioni di paesaggi di campagne idilliache con alberi, rovine, pastori. Il gusto per il paesaggio giunge a Roma, dall’inizio del I secolo a.C., con importanti testimonianze nelle decorazioni delle abitazioni. Un esempio sono le storie di Ulisse dei Musei Vaticani affreschi provenienti da una ricca domus romana con grandiose scene mitiche sullo sfondo di ampi paesaggi di rocce, piante, animali ed anche le pitture provenienti dalle case pompeiane con scene mitologiche ora al Museo Archeologico di Napoli. In occasione della mostra, l’associazione botanica Orticola di Lombardia, con Hermès e IoDonna, il settimanale del Corriere della Sera, allestisce un giardino, a cura degli architetti Marco Bay e Filippo Pizzoni, riproposto con piante coltivate nell’antichità. Per la prima volta un percorso verde entra in una mostra a Palazzo Reale. Nel percorso espositivo vediamo anche un frammento di pittura con paesaggio marino proveniente dalle “grotte di Catullo” di Sirmione, una delle lussuose ville romane situate sulle sponde del lago di Garda. Queste costruzioni mostrano nelle scelte architettoniche un legame stretto con l’ambiente naturale, attraverso la presenza di terrazze e porticati affacciati sul paesaggio lacustre, di ampi giardini, di ninfei e bacini‐fontana. Questo dettaglio ha giustificato il titolo dell’ultimo incontro collaterale di approfondimento: “Arte e natura nell’architettura e nella pittura delle Ville Gardesane”. Anche questa mostra è corredata da un esaustivo catalogo edito da Electa. www.mostramitonatura.it

Passiamo alla terzo evento espositivo con il quale abbiamo la fortuna a Milano, senza andare in Ungheria per ammirare antichi dipinti che hanno fatto la storia dell’arte: “Da Raffaello a Schiele. Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest”, fino al 7 Febbraio 2016, e all’ultimo, da poco iniziato, “Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau”, delle quali parleremo più compiutamente con le relative immagini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giotto 2Fabio Giuliani

 

 

 

Mito e Natura 1Mito e Natura 2

 

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