Milano: François Morellet – One more time

| 3 aprile 2015
Morellet 1

 

Quando la luce si fa arte

Si potrebbe dire che tutta la ricerca artistica di François Morellet – maestro dell’astrazione geometrica e dell’optical art – ruoti intorno alla questione della percezione e della natura della luce, più che all’espressione di un’invenzione “individuale”. Tra i fondatori del “Groupe de recherche d’art visuel” (GRAV, 1960, con Horacio Garcia Rossi, Julio Le Parc, Francesco Sobrino, Jean-Pierre Yvaral et Joël Stein), Morellet è stato anche uno dei primi artisti a impiegare il neon. Ha esposto anche al Centre Pompidou di Parigi. Nel 1960 è invitato da Piero Manzoni ed Enrico Castellani alla galleria Azimut di Milano per la mostra “Motus” ed è, sempre nel 1960, presente all’esposizione di Zurigo Konkrete “Kunst-50 Jahre Entwicklung”, organizzata da Max Bill.  Presso la Galleria A arte Invernizzi è attualmente ospitata una mostra che riassume un po’ tutto il suo discorso artistico. Nella prima sala del piano superiore possiamo vedere opere recenti, appartenenti alla serie “3D concertant” e “3D Bandes décimées”, realizzate sovrapponendo all’interno dello spazio della tela tre differenti schemi in cui le rette tratteggiate si dispongono in modo univoco ma secondo angolature differenti, sino a creare l’illusione ottica della terza dimensione e della geometria del cubo. Nella seconda sala del piano superiore si trova “4 neons 0° – 4 neons 90° avec 2 rythmes interferents” del 1972, lavoro in cui la ritmica alternanza dell’illuminazione al neon rosso suggerisce la visione di una griglia ortogonale. Al piano inferiore sono presenti lavori – sempre tra le ultime realizzazioni – in cui i neon non si inseriscono ordinatamente all’interno del perimetro delimitato dalla tela – o dalle tele – ma assumono un potenziale costruttivo anche a livello formale. Come scrive Enrico Mascelloni, “il percorso di Morellet, sebbene coerente con le proprie premesse, è di straordinaria varietà, (…) e l’ambiguità entra nell’opera come suo elemento costitutivo e con una radicalità che non cessa nemmeno nei lavori recentissimi. Nelle opere in cui compaiono i neon vi è come un allentamento dell’effetto-griglia, al punto che i neon stessi si piegano e diventano flessuosi, quasi danzando sopra la superficie dell’opera. I lavori coevi – organizzati in esili griglie segniche spezzate – suggeriscono un andamento musicale, simulando una dimensione di profondità e persino una sequenza di cubi per poi negarli allo sguardo successivo, riportandoci alla sostanza del lavoro di Morellet: al necessario rigore che, solo, permette alla percezione di diventare consapevole e dunque godere della propria ambiguità”. In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere in mostra, una poesia di Carlo Invernizzi e un aggiornato apparato bio-bibliografico.

A arte Invernizzi – Via Domenico Scarlatti 12, Milano; fino al 23 Aprile 2015; Tel. 02 29402855

Orari: da lunedì a venerdì 10-13 e 15-19, sabato su appuntamento; www.aarteinvernizzi.it

Fabio Giuliani

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