Milano – BERTY SKUBER – “WIDDERSHINS”

| 18 dicembre 2015
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Berty Skuber vede il proprio lavoro come una specie di enciclopedia fantastica per- sonale e impiega un’ampia gamma di mezzi espressivi: scatole, assemblaggi, oggetti, libri, libri-oggetto, video, fotografia, pirografia, disegno, collage, pittura, scrittura autografa, scrittura simulata e prelievi di testi stampati. La parola è uno dei punti di partenza essenziali per la sua opera, cosa peraltro messa in evidenza dalla cura dedicata alla scelta dei titoli e delle tematiche delle sue mostre; ne elenchiamo alcuni fra i molti, quali “Agama”, “Widdershins”, “Katabatic Wind”, “Dead Moon”, “Aljira”, “Six Analogs”, “Emily Likes the TV”, “Territories”, “Hortus Conclusus” e “Looking for Chimeras”. Uno tra i suoi lavori più importanti, “Under Penalty of Law”, combina il suo interesse per i linguaggi trovati con collage o patchwork di etichette di vestiario. La sua opera è stata esposta diffusamente in Europa e negli Stati Uniti ed è presente in numerose collezioni pubbliche, come: Museum Albertina (Vienna), Museum Ferdinandeum (Innsbruck), Museo d’Arte Moderna (Lodz), Bibliothèque Nationale de Paris (Parigi), Museion (Bolzano), Getty Museum (Malibu), Sackner Archive (Miami), Centro di Arte Contemporanea (Varsavia), Fondazione Mudima (Milano), Deutsche Bank (Frankfurt), Museet for Samtidskunst, (Roskilde), Stiftung Heinrich Risken (Bad Rothenfelde), Emily Harvey Foundation (New York e Venezia). Antonio d’Avossa ha contribuito con un testo alla pubblicazione “Widdershins II (eleven)” che accompagna la mostra attualmente in corso alla Fondazione Mudima, storica galleria, diretta da Gino Di Maggio, da anni sempre attenta ai fenomeni artistici e ai protagonisti dell’arte contemporanea italiani ed internazionali, questi ultimi magari poco noti da noi al grande pubbico ma meritevoli di attenzione e di approfondimenti. Riportiamone un frammento: “Per Berty Skuber figurare l’intuizione e l’istante in cui questa si manifesta nella visione, consiste nella concretizzazione dell’immagine per cicli di lavoro dove la casualità dell’incontro, o meglio la casualità del vedere coincide con la costruzione stessa dell’opera. (…) È da questa postazione pratica e teorica del fare che Berty Skuber organizza sistematicamente il suo trovare e il suo cercare immagini e temi, personali e collettivi, privati e pubblici, dove i materiali e le tecniche si confondono superando definitivamente i generi ed i linguaggi, le tecniche e le visioni: disegni, fotografie e collage (peraltro realizzati con materiali ed oggetti più diversi) sono solo alcune di queste operazioni linguistiche che si alternano e coincidono nei suoi lavori. È qui, in questo punto del trovare e cercare che l’uno diventa tutto e lo coniuga verso un tempo dove tutto diventa uno.” Questa esposizione, curata da Caterina Gualco, offre una visione d’insieme di molti dei diversi e complessi cicli di lavoro che l’artista ha sviluppato nel corso degli ultimi vent’anni, ed è anche l’occasione per la presentazione in anteprima del suo ultimo video, “Widdershins”, da qui il titolo dato a questa iniziativa.

Fondazione Mudima – Via Tadino 26, Milano; Tel. +39 02 29 40 96 33; www.mudima.net; Fino al 19 Dicembre 2015; orari: lunedì-venerdì 10-13 e 15-19; ingresso libero;

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