IMPOSTA SUL TURISMO

| 3 novembre 2011
lago dal tetto 107

30 Comuni gardesani decisi ad applicare il balzello che porterà gettito fiscale nelle casse comunali. No deciso da parte degli albergatori. L’estate 2012 vedrà il ritorno sul Lago di Garda dell’imposta sul turismo, già soppressa nel 1989? Nell’ultimo incontro svoltosi il 27 ottobre a Torri del Benaco, i sindaci di 30 comuni della sponda bresciana e veronese hanno espresso l’intenzione di portare in ciascun consiglio comunale il regolamento sull’imposta entro la fine di novembre. Si tratta di una legge prevista dallo Stato per cui i Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche hanno la facoltà di istituire una tassa di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate nel proprio territorio. Le amministrazioni locali ne stanno discutendo, primo esito di questi incontri è stato che 30 comuni riviereschi su 33 hanno sottoscritto un documento che disciplina il regolamento di applicazione di tale imposta, con la manifesta volontà di indirizzarne il gettito interamente nelle casse dei singoli Comuni. L’obiettivo è ovviare ai tagli che regolarmente lo Stato impone alle possibilità di spesa dei Comuni. Su un fronte dichiaratamente opposto si sono schierati gli albergatori gardesani. In un confronto serrato svoltosi il 24 ottobre presso la sede della Comunità del Garda, hanno rispedito al mittente la proposta di introdurre “un balzello iniquo, che produrrà un grosso danno d’immagine per il settore e l’intera categoria”, afferma Paolo Rossi, presidente di Federalberghi Lombardia e degli albergatori bresciani. L’imposta di soggiorno prevede che dal primo aprile al 31 ottobre di ogni anno, a seconda del numero di stelle e del tipo di struttura, i turisti potranno pagare da 5 centesimi a 2 euro in più per ogni giorno di permanenza. Si tratta di entrate che, così prevede il documento sottoscritto dai sindaci, saranno destinati al finanziamento di interventi in materia di manutenzione, servizi pubblici e turismo. Secondo i rappresentanti di categoria, tra cui Federalberghi Lombardia, Asshotel Brescia, e Tourist Coop Valtenesi, è ingiusto che a pagare siano i turisti, che accorrono sul Lago proprio per l’ottimo rapporto qualità prezzo delle strutture ricettive. Se proprio si vuole tassare l’unica industria del territorio, ovvero il turismo, gli albergatori propongo una tassa di scopo, che ricada su tutte le categorie che beneficiano dei flussi turistici: alberghi, dunque, ma anche trasporti, ristoranti, shopping e servizi. Difficile, però, e più complicato, secondo il sindaco di Torri, Giorgio Passionelli, rappresentante dei Comuni bresciani e veronesi del Garda, l’imposizione di una tassa di scopo, per la quale bisognerebbe presupporre uno studio progettuale. Al contrario, l’imposta di soggiorno è prevista da legge dello Stato e città come Roma e Venezia già la applicano. La posizione dei Sindaci riflette un’esigenza che nessuno può negare, quella di trovare liquidità che consenta loro di investire in strutture che mancano eche anche i turisti chiedono. Alle spiagge del Lago di Garda manca un servizio di salvataggio, imposto come obbligatorio dall’Unione Europea, così come manca un sistema di avviso di burrasca. Sono problematiche concrete, a rendersene conto sono gli stessi albergatori. Stando all’incontro del 27, i Sindaci sono più che indecisi a procedere. Dall’altra parte gli albergatori sottolineano che in realtà manchi una reale condivisione di intenti fra gli amministratori pubblici. Non si sono ancora pronunciati Malcesine, che probabilmente aspetta l’esito delle prossime elezioni per decidere, Lazise, Tremosine e, secondo Sergio Bassetti, in  rappresentanza della Riviera dei Limoni,“anche a Salò non sono tutti convinti”.

Paola Russo

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