Il Tuffo della Merla nel Lago di Ledro

| 1 febbraio 2014
tuffo merla ledro

Eroi “polari”. Temerari del freddo. Tanto da sfidare in costume da bagno la temperatura dell’aria di pochi gradi, a volte la neve, per tuffarsi tra le onde gelide e cristalline del lago di Ledro. È il rito del “Tuffo della Merla”, nato sei anni fa sulla spiaggia di Pieve, davanti a uno degli specchi d’acqua più puliti d’Italia, sospeso sull’Alto Garda, negli ultimi giorni di gennaio – secondo la tradizione i più freddi dell’anno.

Un appuntamento che piace ogni anno di più. Due bracciate al largo per evitare che la muscolatura si blocchi, un giro di boa a una decina di metri dalla partenza e poi tutti a riva. Una prova estrema? Piuttosto una “nuotata tonificante”, almeno se si vuole dar retta ai trentacinque ardimentosi (tra cui un bambino e due turisti uruguaiani) che hanno compiuto l’impresa l’anno scorso.

Per riuscirci non ci vuole quindi neppure “un fisico bestiale”: tra i nuotatori invernali del Ledro si annoverano uomini e donne di tutte le età. Soltanto un po’ di coraggio per sostenere l’impatto delle acque che hanno temperature di 2-3 gradi e… di raffreddori, giurano, nemmeno l’ombra.

Sarà vero? Quel che è certo è che qui hanno condotto uno studio sull’ipotermia condotta dal freddo in acqua, ad uso dei sommozzatori della protezione civile addetti al salvataggio nei fiumi e nei torrenti… e questo qualcosa vorrà pur dire.

Commenti

×