Il nostro Lago. A cura di Gregorio Trebucchi

| 30 maggio 2017
30-8-16 small

Inutile negare, le fortune di Desenzano sono dovute al meraviglioso Lago di Garda su cui si affaccia. E ogni desenzanese e rivoltellese che si rispetti è profondamente legato e innamorato del lago.

Grazie a queste acque dai mutevoli ed ineguagliabili colori si sono sviluppati una ricca flora e fauna e il commercio. Sempre grazie al lago Desenzano è oggi una delle mete più visitate d’Italia, e luogo scelto, o sognato, in cui venire a vivere. Eppure, mi sembra, questo lago è stato a lungo più sfruttato che valorizzato, e nel tempo si è perso un po’ il rapporto inscindibile che unisce le acque che bagnano le nostre sponde con i residenti della nostra città, che è andata sempre più sviluppandosi verso l’entroterra. In queste elezioni però si è tornati prepotentemente a parlare del lago. Ad iniziare dalla qualità delle acque, che soffrono per un impianto di depurazione insufficiente e per i molti scarichi fognari, i famosi sfioratori di piena, che riversano troppo spesso liquami e solidi dove poi si vorrebbe fare il bagno. Una delle sfide che dovrà affrontare il futuro sindaco di Desenzano sarà come tutelare le acque, perché non c’è turismo, né qualità della vita per i residenti, con il lago inquinato. Come risolvere il problema di un sistema fognario, che per due terzi non separa le acque nere da quelle bianche e che scarica a lago gli eccessi invece che portarli al depuratore, dove giungono acque grigie invece che solo quelle nere, è la domanda impellente sulla quale non si può più traccheggiare, e i cittadini si aspettano fatti. Nel frattempo, le sponde del Benaco vengono sempre più erose, in nome dello sviluppo turistico, delle passeggiate a lago, delle riqualificazioni. Se è bello passeggiare a sfioro sulle acque, è la scelta giusta cementificare il bagnasciuga? O costruire un impattante ponte per scavalcare una darsena? Non sarebbero più consone scelte di rinaturazione, di materiali bio, di edificazioni meno sfregianti? Anche su questo il futuro sindaco sarà chiamato a decidere, e cioè se rimanere all’interno dell’Autorità dei Bacini, sponsor ed autore di queste ed altre opere, o rivendicare l’autonomia delle scelte, e riprendersi in mano porti e passeggiate a lago. Ma soprattutto è tornata alla ribalta la riqualificazione del lungolago e delle spiagge desenzanesi. L’attuale Amministrazione ha riproposto ciò per cui la precedente aveva subito tante critiche, e contro le quali i cittadini si erano mossi in massa: la perdita della storica spiaggia Feltrinelli, sacrificata in nome di un restyling del quale molti farebbero a meno, anteponendo il legame affettivo ai presunti vantaggi d’immagine. E questo è un confronto chiave su cui i futuri amministratori dovranno esporsi. Perché le vecchie pietre, i malandati pontili, le piccole spiagge su cui abbiamo trascorso l’infanzia e gli scorci della nostra giovinezza suscitano in noi desenzanesi sentimenti contrastanti, ma sicuramente forti. Certe scelte, forse fatte più con la testa che con il cuore, lasciano perplessi. Perché quelle pietre, pontili, spiagge e scorci siamo noi, la nostra storia, ciò che ci accomuna. E se si vogliono fare cambiamenti, vorremmo che fossero fatti tenendo conto del significato simbolico e culturale che hanno certi luoghi per la comunità. E riflettere su quali valori vogliamo trasmettere alle generazioni future. Certo, una passatoia in un porticciolo può essere utile, e dei pedalò vicino ad una strada non fanno figo, ma è questo che ci importa davvero, che ci caratterizza? Oppure ci riconosciamo maggiormente in un’attesa di alba passata su dei pedalò in parte ad uno scalcagnato pontile, o nelle pietre a sbalzo sulle acque, con i pesci che nuotano li sotto, a cui non importa nulla dell’immagine, delle riqualificazioni, e delle promesse elettorali?

 

Dal Giornale di Desenzano Speciale Elezioni 2017

Tags: , , , , , ,

Commenti

×