GIOVANNI FATTORI – CAPOLAVORI DA COLLEZIONI PRIVATE – Pittore “del vero”, un anticipatore

| 11 gennaio 2014
Fattori 3

Milano

“Erano belle le sue pitture, ma il suo cuore d’uomo, d’artista e d’amico era anche più bello. L’ingenuità, la freschezza e la bontà di questo suo cuore era anche nei suoi dipinti. La sua modestia superava la sua bravura e la sua bontà. Ed è morto povero perché, al solito, o punto o male compreso finchè è stato vivo. Ma, però, sempre contento e sempre sereno. (…) Gli anni ultimi di sua vita li passò, come diceva lui, da gran signore, per merito di Ferdinando Martini, il quale, venuto Ministro della Istruzione, si ricordò di lui e gli procurò un posto nell’Istituto di Belle Arti di Firenze, con un guadagno meschino, ma sufficiente per questo novissimo trappista intollerante delle comodità e dell’agiatezza.” (Renato Fucini, 1921)

E’ una mostra temporanea, ma sembra la sala permanente di un museo, l’esposizione attualmente in corso alla GAMManzoni. Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea di Milano, per celebrare Giovanni Fattori (Livorno 1825-Firenze 1908). Curata da Francesco Luigi Maspes ed Enzo Savoia, la rassegna ripercorre le tappe fondamentali della carriera dell’artista attraverso la selezione di quaranta capolavori – alcuni dei quali mai esposti in pubblico – provenienti da prestigiose collezioni private italiane, come quella del milanese Giacomo Jucker o quella del genovese Mario Taragoni, privilegiando le opere eseguite tra il 1860 e il 1905 circa, il periodo della sua piena maturità creativa e stilistica. Dopo gli studi accademici a Firenze ed una prima fase romantica Fattori aderisce alla poetica della “Macchia”, complice il critico d’arte Diego Martelli, sostenitore di questo gruppo, di cui, per primo vede la stretta correlazione con gli “Impressionisti”; In entrambi, infatti, è la luce-colore che costruisce ogni parte dell’opera. Ammiriamo qui le “impressioni” paesistiche della Maremma, quella parte della campagna toscana che Fattori “preferiva per istinto, sentendosi più libero e puro e più vicino all’essenza delle cose nella semplice e selvatica solitudine della natura”. I dipinti “Case nella campagna livornese”, “Veduta di Poggio Pelato a Castiglioncello”, “Viale soleggiato”,, “Uliveto” e il “Bosco di San Rossore” ci rivelano la vera essenza “macchiaiola”: pochi ma essenziali “getti” cromatici. Altrettanto di alta qualità e poetici troviamo i quadri in cui è inserita la presenza umana, ad esempio “Silvestro Lega che dipinge sugli scogli”,  in cui Fattori sfrutta e intensifica le venature del legno per ricreare visivamente la sensazione del vento che investe gli scogli, sui quali siede l’esile figura dell’amico pittore, così come “Contadina nel bosco”. La stessa che Fattori applica anche alle opere dedicate al lavoro dei campi documentate in mostra da “Riposo in Maremma” e da “Le boscaiole”. Alla calma silente di questi dipinti fa da contraltare la vitalità di certi quadri di butteri, come i due grandi pastelli “Incontro fatale” e “Un incontro”. Vediamo rappresentazioni di vita quotidiana ambientate sullo sfondo di paesaggi urbani che l’artista realizza nei primi anni Ottanta, fra cui “Viale principe Amedeo a Firenze” e “L’arrivo dei barocci”. Dipinti come “Passaggio del Mincio”, “Le vedette”, “Cavalieri in perlustrazione”, “Cavalleggeri in avanscoperta”, “Manovre di artiglieria” “Le ordinanze”, “Militari al bivacco”, “Ritorno dalla passeggiata”, e “L’appello dopo la carica” documentano la sua lunga, quanto attenta riflessione sui modi e sui tempi della guerra; sarebbero, pensiamo, piaciuti molto al regista John Ford della famosa “Trilogia della Cavalleria”, film realizzati circa un secolo dopo.                                                                                                                   Con questa importante rassegna il Centro Studi GAMManzoni conferma la propria attività di istituzione culturale finalizzata alla promozione e trasmissione del sapere artistico in territorio lombardo. Lo stretto legame che lo lega alla città di Milano è in questo caso sancito dalla sua collaborazione con il Museo della Permanente, che mette a disposizione il suo archivio per le ricerche degli studiosi coinvolti nell’iniziativa, fra cui Francesca Dini, tra i maggiori esperti dell’artista livornese. Il catalogo della mostra è a cura di GAMManzoni edizioni.

GAMManzoni. Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea di Milano – Via Manzoni 45                                                                                       Fino al 12 Gennaio 2014; orari: Tel. 02-62695107; www.gammanzoni.com

Fabio Giuliani

 

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