Gardone Riviera: eden di paesaggio e conoscenza nei Giardini del Benaco

| 12 ottobre 2016
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Oltre 300 professionisti, fra architetti, geometri, ingegneri e studenti hanno gremito il Salone di Villa Alba nella giornata conclusiva della VII Rassegna Internazionale del Paesaggio e del Giardino. Otto ore dedicate all’ascolto appassionato di filosofi, intellettuali e colleghi stranieri, per aggiungere alle ragioni della tecnica quelle di cultura e informazione.

Quanti stimoli e progetti evoca la riflessione su “Architettura come paesaggio”? Innumerevoli, come dimostrato dall’interesse di oltre 300 professionisti, fra architetti, geometri, ingegneri e studenti nella giornata conclusiva di questo viaggio proposto da Paolo Mestriner curatore dell’edizione 2016 della VII Rassegna Internazionale del Paesaggio e del Giardino, scaturita da un’idea di Graziella Belli. Così Villa Alba di Gardone Riviera ha accolto quest’ultima appassionata audience di addetti ai lavori capaci di ben otto ore di attenzione di filosofi, intellettuali e colleghi stranieri. Estraendo dal cilindro della rappresentazione le competenze, in associazione attiva con cultura ed informazione. Numerosi sono stati dunque gli interventi che in buona sostanza hanno analizzato l’armonia fra uomo e natura, sia dal punto di vista etico e sociologico che da quello tecnico e progettuale. Apertura lavori a cura di Enrica Agosti, presidente di Slow Food Lombardia, che ha sviluppato il concetto di “Buono pulito e giusto”. Iniziando dall’orto a chilometro zero, fino al cibo come diritto umanitario senza tralasciare le problematiche legate alle politiche delle multinazionali. Il filosofo Marcello Di Paola, della LUISS di Roma, ha poi affrontato le circostanze etiche dell’Antropocene, la nostra epoca dal 1800 a oggi, che vede l’umanità come forza geologica in grado di sovvertire gli equilibri della terra come mai era accaduto. Proponendo soluzioni attraverso l’agricoltura urbana con i Giardini di città. Spazi in cui si coltiva cibo per contribuire alla sostenibilità urbana e globale. La giovane e pluripremiata paesaggista Anouk Vogel ha mostrato, attraverso alcuni suoi progetti, modalità e sperimentazioni per integrare nello spazio in modo naturale forme e materiali insoliti. Il contesto critico espositivo ha poi inserito tre modalità diverse del praticare la micro-architettura. Da Sara Marini dello IUAV di Venezia, soffermatasi sul concetto di architettura parassita. P.a.r.a.s.i.t.e., acronimo derivato da un esperimento olandese, l’Architettura appunto parassita che vuole sovvertire gli spazi, costruendo dove solitamente non è possibile. Il ritorno al “Paradiso dell’Eden” e a una pluralità di elementi, è ciò che Sami Rintala ritiene debba essere l’architettura al giorno d’oggi. Tema scelto da Rintala in questa prospettiva, la foresta. Luogo inclusivo, da proteggere, in quanto a sua volta protettiva dell’uomo. L’eterea, intangibile, ma formidabile, sensorialità dell’aria ispira ed espira la progettualità degli architetti austriaci Markus Jeschaunig e Andreas Goritschnig. Ancora la foresta in primo piano. Luogo dove però l’uomo è  elemento pulsante d’ambiente. Condizione tra l’altro efficacemente esibita nel padiglione che i due professionisti hanno ideato per l’Austria a Expo 2015. Con i visitatori a recitare una parte attiva. Simboleggiando l’essere umano, che con il suo respiro dona anidride agli alberi erogatori di aria pura. Il compendio estetico della mostra intitolata all’Abitare Minimo, ha rilevato poi la spontaneità dell’impatto di un’architettura, già proposta da Paolo Mestriner e Massimiliano Spadoni al Politecnico di Milano e qui rivisitata dallo stesso Spadoni, che sfrutta e riduce l’approccio agli elementi essenziali.

Diverse discipline in Jam Session, come da efficace definizione proprio di Mestriner, a proposito del paesaggio, hanno fornito il riepilogo culturale elegantemente contaminato della rassegna 2016. Partendo dai diversi risvolti dell’architettura come scenario naturale, valutazione monetaria ed altro, fino al ritorno alla semplicità. In un dialogo sviluppato dall’architetto Pietro Giorgio Zedrini, docente LABA e Francesco Bernabei, sviluppatore sociale. Riflessioni colorate al Naturale ed Artificiale, nel loro andirivieni di ruoli, visioni riutilizzi e dinamiche nei tempi, all’interno dello spettro rappresentativo agronomo paesaggistico di Stefania Naretto e Chiara Otella. I cui pensieri  evolvono alla ricerca di nuovi legami con la natura, per ricreare ambienti sempre più condivisibili. Ipotesi confermata da Marco Cillis, architetto paesaggista e docente universitario, a ricordare che Artificiale e Naturale non sono opposti, ma alleati fra loro e con l’uomo da sempre. Finale affidato all’arte che incontra il paesaggio, come da affascinate rituale tematico di tutta la rassegna. Un architetto, Cesarina Siddi e un artista, Ettore Favini, in sincretica armonia relazionale utile allo sviluppo di un ricostituente, progressivo dibattito culturale.

Si conclude con grande partecipazione la 7^ Rassegna Internazionale del Paesaggio e del Giardino I Giardini del Benaco. La manifestazione, ideata da Graziella Belli, ogni anno propone sul Lungolago di Salò, in aprile e in settembre, la Mostra Botanica con interessanti incontri tematici: quest’anno si è parlato di biolaghi con Vera Luciani, coltivazione biologica con Diego Parolo, olii essenziali con Laura Savo e proprietà delle erbe con Pier Maria Colombo. Appuntamento con i Giardini del Benaco alla prossima primavera.

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