“Disegni e calligrafia di Fëdor Dostoevskij”

| 20 aprile 2017
Dostoevskij - Volume 2016

Un autore da riscoprire, e non solo per le grandi pagine scritte…

Fëdor Michajlovič Dostoevskij (Mosca, 1821-San Pietroburgo, 1881 è considerato, insieme a Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi. A lui è persino intitolato un cratere sulla superficie di Mercurio, il Pianeta del nostro “Sistema Solare” più prossimo al Sole. “Delitto e castigo”, “L’idiota”, “I demoni”, “I fratelli Karamazov”. Questi sono solo alcuni dei titoli più conosciuti ricavati dalla mente del grande scrittore, fin dai tempi suoi “scandagliato”, studiato da colleghi letterati, critici, per la sua opera, spesso anche considerata dall’ambiente teatrale, con innumerevoli “trasposizioni” sceniche ed interpretazioni dei migliori attori internazionali, anche nel nostro Paese. Ma, è balzata alle recenti cronache letterarie la scoperta di un Dostoevskij mai letto, anzi, più giusto dire, mai visto…Già, perché, dopo lunghe ricerche e studi specifici sono “saltati fuori” diversi “Taccuini”, in parte inediti assoluti, e, per merito di Lemma Editrice, riuniti in un volume unico nel suo genere e riprodotti per la prima volta in dimensioni originali e con totale fedeltà cromatica. 202 illustrazioni, 151 manoscritti dell’autore ricoperti di ritratti, architetture “gotiche”, arabeschi e prove calligrafiche. Con un saggio del loro più autorevole studioso, Konstantin Baršt: un affresco della vita e della creazione “dostoevskiana”, ricco di informazioni, piacevole e rigoroso, destinato agli appassionati, agli esperti, a chi vuole scoprire il grande romanziere russo. Questi suoi lavori danno corpo ai personaggi da lui “partoriti” ancor prima della stesura dei suoi romanzi. Una finestra sul processo creativo dello scrittore, che nei suoi taccuini raccolse gli schizzi preparatori de “L’idiota”, “I Demoni” e de “I fratelli Karamazov”. Particolare menzione deve essere fatta per le fedelissime riproduzioni eseguite per la prima volta in maniera accuratissima, identici nel formato e nell’aspetto, grazie alla creazione ad hoc di due nuovi colori tipografici e all’alta qualità della carta utilizzata. I manoscritti preparatori di “Delitto e Castigo”, “L’idiota”, “I Demoni”, “I fratelli Karamazov” ed altre opere sono accompagnati dal saggio del filologo Konstantin Baršt “Disegni e calligrafia di Fedor Dostoevskij. Dall’immagine alla parola” (468 pagine, 150 euro) raccoglie 150 pagine autografe del grande autore russo in tre ampi nuclei tematici (i ritratti, i bozzetti architettonici, i calligrammi), per un totale di oltre duecento illustrazioni – e ne indaga i rapporti con la produzione letteraria. Dostoevskij fu sempre attratto dai volti, convinto che lo scavo psicologico nell’animo umano inizi dalla superficie. Sono gli anni dell’affermazione della fisiognomica – la scienza che studiava il legame tra caratteristiche fisiche e qualità morali – e lo scrittore, pur condividendo solo in parte quelle teorie, ne rimase affascinato. I suoi taccuini sono pieni di schizzi che ritraggono uomini famosi come Pietro il Grande, Voltaire, Shakespeare, ma soprattutto danno corpo ai personaggi ancor prima della stesura dei romanzi. Particolarmente numerosi sono i volti raffigurati nei quaderni preparatori di “Delitto e Castigo”, in alcuni dei quali Baršt riconosce con certezza un giovane Dostoevskij, la sorella Varvara e la madre Marija. Le loro tristi vicende familiari – la morte precoce di quest’ultima, l’ambizione di Fedor alla scrittura, il matrimonio di Varvara con un uomo ricco per salvare i fratelli dalla povertà – si ritrovano con evidenza nella storia dello squattrinato studente Raskolnikov. Tantissime pagine, poi, sono decorate con guglie, archi a sesto acuto, bifore, rosoni. È il trionfo del gotico, frutto degli studi di disegno alla Scuola di Ingegneria militare di San Pietroburgo. Raramente Dostoevskij disegnò le tipiche cupole “a cipolla” delle chiese ortodosse, come quella, bellissima, riportata sulla copertina del volume. Era il gotico che lo affascinava. Quello della cattedrale di Notre-Dame e del Duomo di Milano, visitato nel 1868. La “fuga” verso l’alto, l’anelito inappagato all’Assoluto, la ricerca del senso della vita: il gotico esprimeva per Dostoevskij l’essenza stessa dell’essere umano. Ed è proprio nel tratteggio paziente delle merlature, nel disegno minuzioso delle volte, che, sempre secondo Baršt, lo scrittore russo metteva a punto la struttura compositiva delle sue opere. Molto significativo è anche l’esame dell’aspetto puramente grafico dei taccuini, vergati da una molteplicità di scritture che non è mai casuale. In una stessa pagina si ritrovano i calligrammi dei nomi di celebri personaggi – come quello di Lev Myškin de “L’Idiota”, anche lui un fine calligrafo – scritti più volte in una grafia fatta di lettere codificate e svolazzi perfetti, segno che Dostoevskij stava definendo nella sua mente le caratteristiche del personaggio. E, insieme, blocchi di testo fitti, redatti in un corsivo piccolo e veloce per assecondare il flusso della narrazione. Di questi quaderni il letterato russo non poteva fare a meno. Li custodiva gelosamente, li sfogliava di tanto in tanto. Perché dallo scorrere incessante della mano sul foglio, dall’intreccio indissolubile di disegni e scrittura, scaturiva la sua forza creativa e prendevano forma, in immagini e parole, personaggi indimenticabili. Ottima realizzazione, questa, ancora di più in un periodo in cui la lettura sarà prepotentemente al centro dell’attenzione tramite prossime Manifestazioni importanti per questo settore, come nuova “Tempo di Libri” a Rho Fiera Milano (19-23 Aprile) e il tradizionale “Salone del Libro” di Torino che invece, dal 18 al 22 Maggio compirà il trentesimo anno di vita. Il volume è stato tradotto in inglese e, naturalmente, in lingua russa.

Per maggiori informazioni sull’acquisto e sui progetti editoriali: Edizioni Lemma Press; Via Papa Giovanni XIII 106, Bergamo; Tel. 3284905808; www.lemmapress.com

Fabio Giuliani

Dostoevskij - Volume 2016 - 2

 

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