Desenzano del Garda: Tutela delle vedute e dei palazzi storici. Sembra bello. Tutti d’accordo?

| 2 giugno 2017
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Proprio no. Soprattutto i contrari si levano tra quelli che in mezzo alle vedute, e sotto i palazzi ci lavorano! E non sono pochi: negozi, bar, pizzerie e ristoranti sono parte integrante del tessuto urbano e della tradizione desenzanese, e moltissime persone ci lavorano.

La questione plateatici ha infiammato il dibattito politico tra commercianti e amministratori anche nel corso di questo mandato, e nonostante l’approvazione del nuovo piano e una commissione creata ad hoc, la questione è lungi dall’essere risolta, tra ricorsi, litigi, avvocati e nuove coperture a vela attualmente in essere, come quella già visibile di uno storico bar in centro. Da oltre due decenni e molteplici amministrazioni di diversi colori, si discute sull’opportunità o meno di concedere le coperture agli esercenti del centro, di che tipo e su come realizzarle. E se sia il caso che siano permanenti, con tanto di basamenti ed infrastrutture, oppure removibili o stagionali. Da un lato il gusto dell’estetica, dall’altro la logica del commercio. E trovare un punto d’incontro non è facile, né lo sarà per i futuri amministratori. Gli esempi sono molteplici. C’è un bar che viene coperto dai palchi ogni volta che c’è una manifestazione in piazza Malvezzi, e lui non ne è felice. Ma il palco viene posizionato lì da tempo immemorabile, ben prima dell’apertura del bar, che tra l’altro non aveva la licenza ma ha aperto lo stesso in base alla normativa bersani che liberalizza le licenze. Per contro, uno storico bar ristorante che occupava da lungo tempo il suo plateatico, ha di colpo ridimensionato il suo spazio appena ha aperto una nota libreria che esigeva la sua visibilità, anche se il plateatico coperto che è stato rimosso stava lì da ben prima del negozio. Come saranno i plateatici nella nuovissima piazza Cappelletti? In piazza Matteotti i plateatici dei bar e hotel fronte lago non possono sorpassare l’immaginaria linea tracciata dal balcone della Galleria Barchetta. In compenso, non si può più camminare vicino ai palazzi, e si deve fare il periplo dello spazio occupato dalle sedie e dai tavoli. E perché quella del Barchetta sia LA linea, in un insieme di plateatici ed architetture che poco prima o poco dopo seguono tutt’altre geometrie, rimane per me un mistero. Alla fine di via Santa Maria, il plateatico annesso allo storico teatro deve invece chiudere prima di tutti gli altri in paese! E tra chi dice che gli ombrelloni siano poco funzionali ed insicuri e chi invoca barriere antivento e protezioni per allungare la stagione, trovare la regola, in una miria de di eccezioni e peculiarità, sembra quanto meno difficile, per cui la deroga vince sempre. In questo già difficile scenario, ci si dimentica spesso dei negozi, che pagano fior di affitti per avere vetrine che invece di essere visibili dai passanti si trovano coperte da tavoli con i loro avventori, se non veri e propri catafalchi. Oppure da banchetti, siano di ambulanti o gazebi elettorali! Da ex negoziante e quindi di parte, suggerirei che ognuno stia davanti al suo, senza andare davanti ad altri. E da residente in un palazzo storico, oso dire anche che la veduta non è solo quella del piano terra dove ci sono le attività commerciali, e che quando si alza lo sguardo spesso, più che belle facciate, vedo incuria, e qualche volta addirittura fatiscenza. Se è vero che l’amministratore deve operare in precario equilibrio tra la valorizzazione storica e la garanzia di uno sviluppo economico, penso però che lo sforzo per rendere gradevole il paese sarà sempre vano finché si cerca di imporlo tra mille eccezioni e varianti, quando invece dovrebbe essere la prima preoccupazione di varie categorie sociali, dai padroni degli immobili fino all’ultimo dei camerieri, la cultura dell’ospitalità.

di Gregorio Trebucchi

Ph Ser Sal

 

Dal Giornale di Desenzano Speciale Elezioni 2017 

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