Desenzano del Garda (Bs): GLI SCATTI DI MACEO TOGAZZARI NEGLI ANNI ’30

| 27 marzo 2013
togazzari

Raccolti nel calendario 2013, rappresentano la creativa passione di un autore capace di imprimere su carta emozioni, ricordi e sensazioni legati alla memoria di un luogo.

Cuore antico classico per immagini di Desenzano e Rivoltella. Evocativamente rappresentato nell’oggetto cult del calendario “Desensà 2013”, quest’anno impreziosito dalle fotografie anni 30 di Maceo Togazzari, in mostra lo scorso gennaio a lla Galleria Civica di Desenzano Autore che fu, come recita il sottotitolo del lunario, realizzato dall’Associazione “Noàltèr de la rìa del lac” grazie al contributo di numerosi e appassionati sostenitori, “Il fotografo che ha dato un cuore a “Desensà e Riultela”. L’idea è stata resa possibile grazie alla sensibilità di Giuliano Togazzari, che ha messo a disposizione l’archivio fotografico del nonno Maceo. Parente illustre arrivato a Desenzano ai primordi degli anni 30. Con un’idea precisa: fare il fotografo. Alle spalle la città di Lodi dove il Ragionier Maceo Togazzari era direttore di banca. Professione autorevole, ma non rappresentativa del talento in divenire di Togazzari. Così, insieme alla moglie Maria, ecco l’arrivo sul Garda. E l’apertura del primo negozio in Via Papa, poi trasferito in Piazza Matteotti e successivamente tramandato, in dinastica dimensione, al figlio Marcello, padre di Giuliano. La pagina del mese di marzo del Calendario 2013, riporta questo cammeo d’autore a descrivere un luogo, una professione, una memoria. Per un generativo di ricordi poi suggellato, nelle diverse immagini del come eravamo, a corollario della scansione di giorni e mesi. Traducendo nella classicità bianco nera il volto di Desenzano e Rivoltella. Così rileggiamo a nostalgia la vecchia stazione ferroviaria in riva al lago. La famosa Maratona. Che ci fa riflettere su quanto sarebbe utile adesso per arrivare in centro, dallo scalo di Desenzano, evitando traffico, automobili e parcheggio. Oppure il porto prima della dogana, che oggi sono sono i giardini a latere del ponte alla veneziana. Un setaccio memorabile di ricordi delicatamente impresso dagli scatti di Maceo Togazzari. Che non dimenticano la storia ufficiale. Con i flash sul 75° anniversario della Battaglia di San Martino e Solferino, correva l’anno 1934. Descrivendo epopee frastagliate e controverse. Come quelle del ventennio dei sabato fascisti, con tanto di Avanguardista e Marinaretti in quella che fu Piazza Imbarcadero, oggi intitolata a Matteotti, ancora orfana della terrazza dell’Hotel Barchetta. Tappa obbligata per apprezzare il piacere della tavola gardesana delle origini. Mentre al Viadotto, prima e dopo il bombardamento, il viatico immaginifico che incamera e le truppe americane in una Via Santa Maria ancora lastricata a ciottoli. Non manca l’aspetto ludico. Con il ribaldo, baldanzoso coraggio dei tuffatori in mezzo al porto. Affollatissimo evento di anti manieristica affettuosa partecipazione collettiva. E poi il Desenzanino e il lungolago. Dove non c’era quasi niente. E Rivoltella, nel suo nobile elegante distacco, mai domo e rassegnato all’identità striminzita di frazione. E molto altro. Raccontato da Maceo Togazzari con il click di una volta. Armonicamente assemblato nella camera chiaro scura del cuore.

Beppe Rocca

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