DEÀNTI AL BÓSCH

| 21 maggio 2013
libro dario 001

Poesie in lingua bresciana di Dario Tornago, Disegni di Francesco Tornago Edizioni Associazione palcogiovani – Brescia.

Se con i versi La Natura è un tempio ove pilastri viventi lasciano sfuggire a tratti confuse parole; l’uomo vi attraversa foreste di simboli, che l’osservano con sguardi familiari[1]  Charles Baudelaire paragona la sua foresta a un tempio o a una cattedrale con lunghi echi che da lungi si confondono in una tenebrosa e profonda unità …  la poesia di Dario Tornago ci porta davanti, facendoci fermare con stupore al limitare di un bosco tutto suo, muti spettatori di sentimenti che da sempre agitano l’umanità. Chi osserva, o chi si addentra nella selva, scoprirà che questo bosco non ha le vetrate maestose e le alte colonne di una cattedrale o di un tempio, non è minaccioso e imponente e tantomeno solenne

dènter al bósch i sa dà del tè ‘l paghér co’ la maöla,

el sul el vé a ‘nsonnàs abelazì tra ram e umbrie (pag.13)

vi troverà invece il buon sapore delle fragole selvatiche, il colore del sole che viene a seminarsi lento fra rami e ombre, il profumo del tempo catturato fra le foglie colorate delle parole, scoprirà lo splendido sapore genuino della nostra terra.

Davanti a questo bosco le sue liriche sono stupendi fiori di campo che sbocciano lasciandoci stupefatti per la loro naturale composizione e per i loro colori.

Ognuno si riconosce nelle sue poesie perché i suoi versi racchiudono il patrimonio comune di quel sentire, quel desiderio nostrano di appartenenza che lega ogni popolo. Con quel tocco che contraddistingue il poeta, ecco sbocciare in questo bosco in controluce dapprima immagini sfocate e poi fra le fronde a poco a poco iniziano a prendere forma e rimbalzare parole che toccano, stuzzicano e si ritraggono. E chi legge, spesso timoroso come chi scrive, si affaccia su di un mondo quasi irreale.

Se “la poesia si confronta con l’impossibile[2]” questo impossibile nel libro è stato raggiunto egregiamente

Dré a le trezande encogolade …

… e la zèrla frösta – la par ulà

co’ j-oradèl del bigaröl – che sa fa àle.(pag.53)

Ammirevole è la sua ricerca di termini desueti per mantenere vivo il nostro dialetto, (per es. carpie = ragnatele / bolgherì = ricami / scamös = stoppie / mazènch = pesante / a manenmöla = a perdifiato / chèfa = velo) fa uso con maestria di parole quasi dimenticate ma capaci col loro suono di trasmettere quei concetti concisi e caratteristici della lingua dei nostri padri, spesso vocaboli intraducibili sono resi in italiano con un lungo giro di parole.

Il suo scrivere è una ricerca delle radici che ci accomunano e che ci donano un’identità sia territoriale, sia sentimentale, facendo identificare e riconoscere i bresciani come gente attaccata alla propria terra.

Numerosi i riconoscimenti ricevuti per la sua capacità inventiva e abilità di cogliere con la fantasia immagini inedite e non banali, compito difficile dopo aver composto per tanti anni poesia. Basta citare quel sole al tramonto che con il passo di una lunga gamba attraversa il mare

…vardà ‘l sul – slongà la sò gamba de lüs

e scaalcà ‘l mar – per botàs zó söl stremàs de lüna

Coi suoi scritti ha trovato un modo nuovo, e tutto suo, di presentarsi nel panorama poetico locale.

 

 

Il volume sarà reperibile presso la libreria “Serra-Tarantola” (c.so Zanardelli), presso “Il libraccio” (c.so Magenta) e presso la libreria “Librelma” (via Montello). È inoltre possibile richiederlo direttamente c/o l’Ass.ne Palcogiovani (info@palcogiovani.it).

Prezzo di copertina Euro 12,00

 



[1] Corrispondenze (Correspondences) Charles Baudelaire Da I fiori del male, Les Fleurs Du Mal, 1857 Traduzione di Attilio Bertolucci, Milano, Garzanti, 1975

[2] Marina Cvetaeva

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