CUSTOZA: UNA STORIA, UNA DOC

| 1 settembre 2014
Luciano Piona

Parlare di agricoltura, e che agricoltura quella di Custoza, in una stagione così infelice, diventa un bel problema.

E parlarne con colui che da pochi mesi è il Presidente della Doc di Custoza, con tutto ciò che ne consegue, è un problema ulteriore.

Luciano Piona, terza generazione di vignaioli, produttore di elevata professionalità (i suoi vini sono molto apprezzati dal mercato interno ed esterno) è stato nominato presidente del Consorzio di Tutela della Doc Custoza in un momento particolarmente delicato: dopo Carlo Nerozzi che ha cessato anticipatamente il suo mandato per sopravvenuti impegni professionali, dopo Giorgio Tommasi che era nel contempo anche Presidente del Consorzio di Tutela della Doc Bardolino e della Cantina Sociale di Castelnuovo, Luciano Piona si trova ad amministrare 1200 ettari di vigneti in un territorio che si estende su nove comuni e che vede ben 414 Soci del Consorzio , compresi quelli che afferiscono alla Cantina Sociale di Custoza, una settantina di Aziende agricole e imbottigliatori che operano all’interno della zona di produzione e delle aree contermini, più 54 cantine che vinificano.

Uno dei compiti, forse il compito più importante, è quello di rivalutare, nel senso di ridare al Custoza il valore che aveva sul mercato qualche anno fa: non è accettabile che il “Custoza debba essere svenduto sotto costo per la debolezza della filiera dovuta alla mancanza di comunicazione e coesione tra i produttori”.

Il consumatore ne è avvantaggiato perché acquista a poco un vino che vale molto: è solo il produttore che ci rimette. Quindi, per cercare di ovviare a questa situazione è necessario trovare un accordo tra i produttori per fissare un prezzo minimo, equo e remunerativo .

Recentemente (a giugno) c’è stata la proposta in Provincia di declassare a igt il 15% delle doc, per diminuire la produzione e, quindi, avere meno giacenze.

A qualcuno questa proposta è andata bene, ma non al Presidente del Custoza: a giugno i vigneti sono già “formati” e produrre doc chiamandolo igt è, oltre ad una contraddizione in termini, un harakiri incomprensibile.

Piona, per ovviare a qualche problema, ha istituito una commissione tecnica che dovrà, tra l’altro, definire meglio i vitigni per il Custoza (arrivano ad essere anche nove!) per dare, anche con una ricerca ampelografica da fare in collaborazione con gli Istituti di San Michele e Conegliano, una “base” (garganega e cortese?) legata al territorio che mantenga le caratteristiche del Custoza, profumato, fruttato, morbido, lievemente aromatico, ecc.

Da un paio d’anni ci sono le fascette di garanzia da applicare alle bottiglie della doc e si pensa che possano essere un controllo in più a tutela del consumatore, oltre che del produttore. Un’iniziativa importante sarà anche quella di fare sinergia con i prodotti del territorio (ad esempio il Broccoletto)per cercare di attirare l’attenzione dei media, ma anche quella del turista (Custoza ha una storia importante nel Risorgimento italiano) sia italiano che straniero, perchè sono proprio gli stranieri ad avere la conoscenza e la passione della Storia.

Certo è che gli impegni non mancano, ma per arrivare a portarli a termine in modo positivo, il Presidente, da solo, non basta, soprattutto per le difficoltà economiche che non facilitano le possibilità di promozione. E allora vai col proverbio: l’unione fa la forza!

Carlo Gheller

 

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