Confagricoltura Veneto, Assessore Pan: «Più fondi ai Consorzi di tutela per promuovere le doc»

| 13 febbraio 2017
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Tra le richieste all’assessore Pan anche l’impegno nella tutela a livello internazionale dei marchi, che rischiano di essere oscurati dalla concorrenza sleale dei vini contraffatti. Più supporto ai consorzi di tutela, con aiuti dal punto di vista finanziario per le attività promozionali. E tutela a livello internazionale dei marchi, che rischiano di essere gravemente danneggiati dalla concorrenza sleale dei vini taroccati, venduti con nomi che evocano quelli della grande tradizione italiana.

Sono alcune delle richieste messe sul tavolo dai principali consorzi di tutela delle doc venete nell’incontro promosso da Confagricoltura Veneto nella sede di Padova, al quale hanno preso parte Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltura e Alberto Zannol, dirigente della Regione Veneto. All’incontro erano presenti Christian Marchesini (presidente del consorzio Valpolicella e del settore vitivinicolo di Confagricoltura Veneto); Elisa Orrico (responsabile tecnico del consorzio Colli Berici); Andrea Cavazza (settore vitivinicolo di Confagricoltura Vicenza);  Armando Serena (presidente del consorzio Asolo Montello); Innocente Nardi (presidente del consorzio Conegliano Valdobbiadene); Luca Giavi (direttore del consorzio Prosecco doc); Arturo Stocchetti (presidente del consorzio Soave); Franco Cristoforetti (presidente del consorzio Bardolino), Emanuele Calaon (presidente del consorzio Colli Euganei); Elisa Orrico (responsabile tecnico del consorzio Colli Berici). Erano presenti anche Gianluca Fregolent dell’Icqrf (ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) ed Ezio Pelisetti, Denis Giorgiutti e Guido Giacometti degli enti di certificazione (Valoritalia, Valoria e Siquria).

«I consorzi di tutela sono fondamentali per la gestione delle doc storiche e di quelle più recenti – ha spiegato Christian Marchesini, che hanno portato il Veneto ad essere non solo la prima regione vitivinicola italiana, ma anche il quarto esportatore mondiale di vino in termini di valore e il sesto per volumi. Per questo chiediamo alla Regione un sostegno dal punto di vista promozionale, che rimane il cardine per il successo delle denominazioni, e anche un supporto nella lotta alla contraffazione, che trova ampi spazi di espansione sui mercati emergenti, terreni facili nello spacciare il falso made in Italy a consumatori non ancora esperti. Infine, nei prossimi anni ci attendono sfide importanti, dal miglioramento della qualità alla sostenibilità, valore aggiunto ineludibile per andare incontro alle richieste dei consumatori orientati verso prodotti a basso impatto ambientale. Anche in questo è importantissimo che la Regione sia al nostro fianco».

Arturo Stocchetti, presidente del consorzio di tutela del Soave e dell’Uvive (Unione vini veneti), ha sottolineato l’importanza di fare più aggregazione tra consorzi: «Bisogna smantellare i campanili e puntare a una promozione più univoca, perché è l’arma più potente che abbiamo. Siamo la quarta potenza al mondo dell’export di vino e dobbiamo esserlo anche nel promuoverci. Va in questa direzione il lavoro che stiamo facendo con l’università per creare una certificazione veneta, unica per tutte le denominazioni, che può darci una marcia in più nei confronti dei nostri competitor nel mondo».

Fabio Dei Michei, delegato del consorzio di tutela del Bardolino, ha parlato dei problemi attraversati dal Bardolino Chiaretto e dal Bardolino a causa di un aumento di giacenze e di cali di valore delle uve: «Intendiamo puntare al rilancio delle denominazioni attraverso la riscrittura e la modernizzazione dei nostri disciplinari di produzione – ha anticipato -. Il Bardolino Chiaretto va reso più fruibile per il nuovo mercato dei rosati che si sta aprendo in questo momento, mentre il Bardolino rosso va elevato dal punto di vista qualitativo per proiettarlo verso nuovi mercati».

L’assessore Giuseppe Pan ha assicurato il massimo supporto su ogni fronte: «Tavole rotonde come queste sono molto importanti per il mondo del vino veneto, che fa girare un terzo dell’economia dell’intera regione. Come Regione stiamo investendo molto in promozione, con una misura del Piano di sviluppo rurale che ha messo a disposizione 11 milioni per la promozione del comparto. Le risorse vanno, però, finalizzate nei mercati in cui questi prodotti stanno avendo una marcia in più e in un rafforzamento della presenza alle fiere più importanti, come Prowein e Vinitaly. Quello che, a mio parere, è emerso oggi di interessante è che il settore vitivinicolo sta facendo uno sforzo importante per la sostenibilità, che significa più attenzione al territorio, anche puntando alla modifica di disciplinari che prevedano una revisione delle produzioni per dare più qualità e serenità ai consumatori finali. Le previsioni dicono che una bottiglia su tre, entro il 2020, arriverà da agricoltura sostenibile o biologica».

Secondo i dati di Veneto Agricoltura, il 90% del vino veneto è riconosciuto dai marchi Doc, Docg e Igt. Il Veneto si è confermato anche nel 2016 prima regione italiana per produzione di uva da vino, segnando un + 4% rispetto al 2015. La nostra regione si posiziona al 4° posto nella classifica mondiale dei maggiori esportatori di vino in termini di valore e al 6° per quantità. Davanti solo le tre corrazzate vitivinicole mondiali, ovvero Francia, Italia (Veneto incluso) e Spagna; dietro tutti gli altri Paesi della top ten: Cile, Australia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Argentina, Portogallo e Sudafrica. La produzione di uva è aumentata del 4% rispetto alla già abbondante vendemmia del 2015, raggiungendo la quantità record di 13 milioni di quintali dai quali si dovrebbero ottenere circa 10,1 milioni di ettolitri di vino. Di questi, ben 8.064.000 quintali, i due terzi, diventano vino a Denominazione di origine (Doc e Docg), mentre 3.869.000 quintali sono trasformati in vini a Indicazione geografica tipica (Igt).  Questi importanti risultati devono comunque tener conto dell’aumento dell’8% di nuove superfici a vigneto. Grazie all’acquisizione dei diritti d’impianto da altre regioni è aumentata la superficie vitata, che complessivamente nel Veneto supera gli 87.000 ettari, con Treviso (36.583) e Verona (28.502) che fanno la parte del leone.

Per quanto riguarda la produzione, la vendemmia 2016 ha superato i 13 milioni di quintali, di cui oltre 5.394 milioni prodotti in provincia di Treviso e 4.633 in provincia di Verona. A seguire Vicenza (1.237 milioni di quintali), Venezia (oltre 936.000), Padova (oltre 811.000), Rovigo (15.000) e Belluno (11.600). Tra le doc è il Prosecco imperatore assoluto del Veneto, seguito da Conegliano-Valdobbiadene Prosecco, Valpolicella, Soave, Bardolino, Venezia, Bianco di Custoza, Asolo-Prosecco, Colli Berici.

 

Comunicato Stampa di Confagricoltura www.confagricolturavr.it

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