CANOVA – L’ULTIMO CAPOLAVORO. LE METOPE DEL TEMPIO

| 5 gennaio 2014
Canova - Metope 1

Oltre alle collezioni permanenti di grandi Maestri dell’Ottocento e del Novecento, in questo fine 2013 ci sono altri tre motivi per correre, grandi e piccoli, alla Gallerie d’Italia: la prima delle tre esposizioni temporanee riguarda i gessi di Antonio Canova; la seconda è la “Wunderkammer” (Camera delle Meraviglie) collegata con quella allestita al vicino Museo Poldi Pezzoli; la terza, “Homo Ludens”, dedicata al tema del gioco nelle interpretazioni di importanti artisti del Novecento. Ognuna di queste esposizioni prende spunto da opere possedute dalla Fondazione Intesa-Sanpaolo. In attesa del ragguaglio sulle ultime due iniziative, partiamo dalla prima.                                                                                       Sono in mostra in una sala dopo l’inizio del percorso sull’Ottocento, di seguito ai bassorilievi “Rezzonico” di Canova della Collezione Fondazione Cariplo, qui in permanenza (13 gessi “tra epica omerica ed etica socratica, tra virtù cristiane e filantropia illuminata”), sei stupende “metope” (bassorilievi in gesso) destinate  al Tempio di Possagno che l’artista progettò e fece costruire a sue spese nella città natale, nei pressi nella famosa Gipsoteca, ritrovate in un sottoscala delle Gallerie dell’Accademia di Venezia dove il Maestro le aveva inviate da Roma nel 1822 perché scultori validi dell’Accademia stessa ne realizzassero la versione in marmo da porre sul pronao del Tempio ispirato al Partenone e al Pantheon. Dopo questa anteprima milanese le metope andranno al Metropolitan Museum di New York    (20 Gennaio-27 Aprile 2014) in attesa di una nuova ala del museo veneziano dove troveranno la sede definitiva insieme ad altre opere dello scultore. Nel progetto originario dovevano essere 32 ma il ciclo non fu completato a causa della morte del Canova. I sei bassorilievi ora presenti (uno è andato distrutto) sono ispirati ai temi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Fernando Mazzocca, co-curatore della mostra con Matteo Ceriana, afferma come sia utile il confronto milanese fra il gruppo di bassorilievi della “Tomba Rezzonico” e questi ultimi suoi capolavori, creati trent’anni dopo, per vedere l’evoluzione del Maestro: mentre nei primi il Canova si era confrontato con i grandi temi classici, in questi ultimi affronta il tema religioso. In particolare, due di questi mi sono parsi straordinari: “L’Annunciazione” e  “La creazione del sole, della terra e della luna”.“Ave Maria piena di grazia!” Nessun artista, dopo il Beato Angelico, è riuscito ad infondere nella futura Madre del Creatore la bellezza dell’umiltà e della luce interiore.    “La creazione…” è un esempio di sfrenata fantasia espressa con una perfezione tecnica degna dei grandi scultori greci,   a dispetto di quei critici che considerano il Canova scultore freddamente neoclassico. Sento quindi di associarmi al giudizio di M. Guerrisi: “Antonio Canova non fu solamente un arteficie formidabile, come riconoscono tutti, ma fu anche e soprattutto un poeta, un ricreatore commosso di emozioni liriche di volume. (…). In mostra vediamo anche i sette disegni preparatori provenienti dal Museo Civico di Bassano del Grappa e, dalla Biblioteca Braidense, l’ “Atlante illustrato della storia della scultura” di Leopoldo Cicognara in cui lo storico dell’arte testimonia la realizzazione dei bassorilievi da parte del Canova.                                                                                                                                  La mostra è corredata da un esaustivo catalogo Intesa-San Paolo pubblicato da Silvana Editoriale.

Gallerie d’Italia –  Piazza della Scala, Milano Fino al 6 Gennaio 2014; orari: dalle 8 alle 22.30 per informazioni: Tel. Numero Verde 800 167619

Fabio Giuliani

 

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