Brescia – IL CIBO NELL’ARTE. CAPOLAVORI DEI GRANDI MAESTRI DAL SEICENTO A WARHOL

| 19 maggio 2015
Cibo nell'arte 1

Un binomio che dura nei secoli

Strettamente legata al tema di Expo 2015 a Milano “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, l’attuale mostra ospitata a Palazzo Martinengo è la più importante esposizione dedicata al cibo nell’arte mai organizzata finora in Italia. Già curatore della mostra “Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori dalle collezioni bresciane”, Davide Dotti, coaduivato da un qualificato comitato scentifico, ha selezionato oltre un centinaio di opere che coprono un arco temporale di oltre quattro secoli, per offrire al pubblico l’occasione unica ed irripetibile di compiere un emozionante viaggio alla scoperta della rappresentazione del cibo e degli alimenti nelle varie epoche storiche, dimostrando altresì un secolare e forte legame fra il cibo e le arti figurative, fra la straordinaria tradizione eno-gastronomica e la cultura artistica italiana, caratteri distintivi della nostra identità nazionale. L’esposizione è distribuita, secondo un suggestivo percorso iconografico e cronologico, in dieci sezioni tematiche: “L’allegoria dei cinque sensi”, “Mercati dispense e cucine”,  “La frutta”, “La verdura”, “Pesci e crostacei”, “Selvaggina da pelo e da penna”, “Carne salumi e formaggi”, “Dolci vino e liquori”, “Tavole imbandite”, “Il cibo nell’arte del XX secolo”. Scopriamo così che i pittori attivi tra Seicento e Novecento amavano dipingere i cibi e i piatti tipici delle loro terre d’origine, e che in certe opere sono raffigurate pietanze ed alimenti oggi completamente scomparsi di cui è difficile immaginare il sapore. Capolavori dell’arte antica di Campi, Recco, Baschenis, Brueghel, Guercino, Salini, Todeschini, Baschenis, Figino, Ruoppolo sono posti in un virtuale “dialogo” con quelli dell’arte moderna e contemporanea di Magritte e De Chirico, Manzoni e Fontana, Lichtenstein e LaChapelle fino a Andy Warhol, solo per citare i nomi dei più famosi. Quattro secoli di storia dell’arte per esplorare le differenti correnti pittoriche succedutesi nel corso del tempo – dal barocco al rococò, dal romanticismo ottocentesco alle avanguardie del novecento – ed apprezzare, mai come prima d’ora, le varie iconografie correlate alla rappresentazione del cibo che gli artisti hanno affrontato esprimendo al massimo grado estro ed originalità. Tra i capolavori che si possono ammirare in mostra si distinguono i “Mangiatori di ricotta” di Vincenzo Campi, il “Piatto di pesche” di Ambrogio Figino (la prima natura morta autonoma della Storia dell’Arte italiana – pitture murali a Pompei a parte) dipinta circa un lustro prima della celebre “Canestra” di Caravaggio),           “Il guardiano dell’Orto”, in Pietra grigia, opera monumentale dello scultore arcimboldesco della metà del XVII secolo; quindi, quello che la critica specialistica ritiene essere il più importante pendant di nature morte di Giacomo Ceruti il “Pitocchetto” (mai esposto in pubblico prima d’ora), il “Tavolo con angurie” del pittore divisionista Emilio Longoni e l’ “Ultima Cena” di Andy Warhol, un acrilico su tela che reinterpreta in chiave pop il “Cenacolo” di Leonardo. A conclusione del percorso espositivo troviamo la suggestiva “Piramide alimentare”, installazione appositamente realizzata proprio per questa occasione dall’artista Paola Nizzoli Desiderato. con diversi alimenti riprodotti fedelmente a grandezza naturale in cera. L’Associazione Culturale Amici di Palazzo Martinengo ha studiato una serie di laboratori didattici condotti da operatori specializzati. Per la Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado, si tratta di un’esperienza multisensoriale che consiste nel riconoscimento non convenzionale di gusti, odori, colori e consistenze di vari cibi. Per la Scuola Secondaria di secondo grado, oltre alle proposte di laboratori didattici, sono previsti percorsi tematici in mostra che permettono di approfondire alcuni aspetti e temi del percorso espositivo. Questo evento è corredato da un catalogo di Silvana Editoriale con approfonditi saggi storico-critici ed un testo dello chef Massimo Bottura, del quale riportiamo un significativo passaggio: “Io vedo nell’arte il luogo principe dell’immaginazione, il mio ristorante testimonia questa mia devozione, basta socchiudere la porta per intravvedere quadri e sculture e incominciare a immaginare con loro. La rappresentazione del cibo è esemplificata all’Osteria Francescana specialmente da due opere che indagano sulla relazione tra arte e cibo partendo da presupposti e approcci diversissimi: la grande fotografia di Carlo Benvenuto, dove una composizione di frutta emerge da un’immensa superficie rossa, in questo caso i rimandi sono a Matisse, alla Pop Art inglese, all’idea della natura morta come tema fondamentale per l’arte occidentale. Quindi una scultura di Gavin Turk, il “Garbage Bag”, il trompe-l’oeil in bronzo di un sacco nero delle immondizie a grandezza naturale. La esortazione a vedere il rifiuto come una possibilità se non addirittura come una ricchezza. Poi potrei parlare di Joseph Beuys e il cibo visto anche come protezione, cura, calore. O pensare ai tavoli di Merz o ai sacchi di sementi di Kounellis. Alle michette Achrome di Manzoni. Ovviamente al pane ferrarese di de Chirico, alle still lifes di Picasso.”

Palazzo Martinengo – Via dei Musei 30, Brescia; fino al 14 giugno 2015                                                                                                        Orari: da mercoledì a venerdì: 9-18; sabato, domenica e festivi: 10-20; lunedì e martedì chiuso                                                         Biglietto audioguida inclusa: € 10 intero; € 8 ridotto; Biglietto Gruppi e Scuole: ridotto 8 €; scuole 5 €;                                                   Info e prenotazioni (lun-ven 10-18): Tel. 030-5785122; Informazioni e prenotazioni scuole: dal lunedì al venerdì 10-19;                             Tel. 339.8384933; www.mostraciboarte.it

Fabio Giuliani

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