Brescia – “A Life: Lawrence Ferlinghetti Beat Generation, ribellione, poesia”

| 5 gennaio 2018
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Il poeta della “Beat Generation” si svela nella “sua” Brescia

“Una retrospettiva della mia vita è un modo straordinario di dare un qualche senso ai miei 98 anni sulla terra. Spero che la mia pittura e poesia, prese assieme, brillino attraverso gli anni del vivere e del morire, come una lucciola in un cielo sempre più buio.”   (Lawrence Ferlinghetti)

Una bella mostra attualmente in corso al secondo piano dei Musei di Santa Giulia rende giusto tributo alla figura di Lawrence Ferlinghetti ((Yonkers, NY, 1919), poeta, artista, editore, librario, agitatore politico e viaggiatore instancabile che ha attraversato il Novecento incontrandone i protagonisti e contribuendo, con inesauribile creatività e coraggio, al rinnovamento del panorama culturale americano degli anni Cinquanta e Sessanta. Ferlinghetti infatti, oltre a essere autore di una delle raccolte di poesia più vendute al mondo, “A Coney Island of the Mind” (1958), ha avuto un ruolo determinante nella diffusione dell’opera degli scrittori gravitanti al movimento denominato “Beat Generation”, (Jack Kerouac, Allen Ginzberg, William Borroughs, per citare solo i più noti), tramite la libreria e casa editrice City Lights, da lui fondata, assieme a Peter D. Martin, a San Francisco nel 1953. L’esposizione bresciana vuole inoltre raccontare come questa corrente letteraria abbia avuto un particolare seguito nel nostro paese grazie alla traduttrice e critica letteraria Fernanda Pivano. Possiamo così ripercorrere la storia di quegli anni e ricrearne l’atmosfera attraverso materiali a stampa, fotografie e registrazioni video. Molti dei libri e documenti esposti, oltre ad una serie di fotografie scattate ai protagonisti da Ettore Sottsass, provengono proprio dallo sterminato archivio della Pivano, attualmente curato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e dalla Fondazione Corriere della Sera. Oltre ai bellissimi scatti del famoso designer, alcuni dei quali inediti, vediamo importanti scatti di Robert Capa, Aldo Durazzi, Larry Keenan, Allen Ginsberg, Christopher Felver e Fred Lyon. Il percorso espositivo in Santa Giulia, suddiviso in 4 macro-sezioni (“Guerra, pace, arte”, “Beat”, “L’impegno”, “Le origini”), si sviluppa per temi, rispettando la cronologia degli eventi descritti, partendo dalle vicende biografiche e artistiche di Ferlinghetti, su un doppio binario geografico tra Stati Uniti ed Europa. Vediamo qui anche il prezioso olio su tela “Deux” del 1950, prima opera dipinta da Lawrence, oltre a un’ampia selezione di disegni realizzati tra gli anni Cinquanta e Duemila, mai esposti in Italia prima d’ora. Tele di grandi dimensioni, provenienti direttamente dalla collezione dell’artista, vanno ad arricchire le sezioni della mostra, testimoniando come egli sia stato sempre ispirato dalle proprie esperienze di vita, dagli avventurosi viaggi in giro per il globo alla costante ricerca delle proprie origini. Proprio per questo le ultime sale vengono riservate al rapporto di Ferlinghetti con l’Italia. Il poeta scopre di avere origini italiane solo a vent’anni e nel 1955 il poeta deciderà di prendere ufficialmente il proprio cognome italiano (da Ferling che era stato fino ad allora) e di firmare con quello tutta la sua opera letteraria e artistica; da questo momento in poi intraprenderà una lunga e tortuosa ricerca per risalire alla città di nascita del padre, Brescia, riuscendo ad individuare nel 2005 la casa da dove era partito per emigrare giovanissimo negli Stati Uniti.                                                                                            Ripercorrere la carriera di Ferlinghetti, come fa questa mostra bresciana – afferma il Direttore di Brescia Musei Luigi Di Corato – dà modo di rendere omaggio all’intero movimento letterario, aprendo lo sguardo non solo sull’opera dei singoli autori ma più in generale sul fenomeno Beat, che da New York a San Francisco, dalla costa est alla costa ovest, ha animato il panorama culturale underground americano degli anni Cinquanta e Sessanta”. La curatela di questa importante e riuscita iniziativa è una collaborazione congiunta tra     Di Corato, Melania Gazzotti e Giada Diano; su quest’ultima mi fermo un attimo. Nata a Reggio Calabria, si è laureata in Lingue e letterature straniere presso l’Università di Messina. Ha condotto un dottorato di ricerca in studi inglesi e angloamericani presso l’Università di Catania e ha collaborato con la City Lights di San Francisco come traduttrice. Ha dato vita a un’associazione culturale (‟Angoli corsari”) che si occupa di promuovere eventi culturali nel Sud; nel 2008 Feltrinelli ha pubblicato il suo libro “Io sono come Omero. Vita di Lawrence Ferlinghetti”, titolo ispirato da un’affermazione dello stesso autore: “Io sono come Omero, intendo come Omero il mio cane, sempre alla ricerca delle sue radici.” L’autrice ha lavorato a stretto contatto del poeta, ma ha consultato anche i diari privati che lui le ha messo a disposizione, ha visitato amici e conoscenti, senza naturalmente trascurare alcuni membri della famiglia.    La biografia ha dato rilievo ad episodi particolari della vita di Ferlinghetti; molti di essi hanno a che fare con le esperienze europee del poeta e con l’influenza che la stagione culturale di cui è stato padre e nume tutelare ha avuto fuori dall’America.  Il catalogo di Silvana Editoriale, arricchito da bellissimi scatti fotografici di artisti come Ettore Sottsass, Christopher Felver e Fred Lyon, ne ripercorre la vita e l’impegno, grazie ai numerosi contributi critici. Ne emerge il ritratto di un uomo libero e di un artista poliedrico, ancora oggi, quasi alla soglia dei cento anni, sempre pronto a schierarsi dalla parte degli ultimi e a denunciare i soprusi del potere, nella convinzione che la poesia possa ancora salvare il mondo. Trovo infine importante riportare il commento introduttivo alla pubblicazione, del grande regista cinematografico Francis Ford Coppola: “Brescia, in Italia, è conosciuta per la bellezza, lo splendore e la durezza del suo acciaio; è anche il luogo in cui è nato il padre di Lawrence Ferlinghetti. L’opera di Ferlinghetti possiede tutte queste qualità; la sua poesia ti fa ridere e poi ti colpisce con la forza della verità, mettendoti in guardia sulla follia dei tempi moderni. Il retaggio italiano è molto importante per lui, come lo è per me. Infatti ha inventato un nuovo verbo italiano, “fluxare”. Lo considero un eroe letterario e un amico.”

Musei di Santa Giulia – Via Musei 55, Brescia; fino al 14 Gennaio 2018; orari: da martedì a domenica 9-18; giovedì fino alle 22; Informazioni e prenotazioni: CUP (Centro Unico Prenotazioni), Tel. 030 2977833-4

Fabio Giuliani

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