Biella – HENRY CARTIER-BRESSON – Collezione Szafran dalla Fondazione Pierre Gianadda di Martigny (Svizzera)

| 11 aprile 2016
Cartier-Bresson - Biella 1

“Sulla stessa linea di mira testa, occhio, cuore.” (H. Cartier-Bresson)

Partiamo dal perché di questa mostra a Biella. Con ogni probabilità pochissimi sono a conoscenza che la Fondazione Gianadda a Martigny, famosa per ospitare mostre temporanee d’arte moderna e contemporanea di grande spessore, per una esposizione permanente di automobili d’epoca, per un parco che, oltre alle rovine di un Tempio celtico, contiene una collezione di sculture, ha avuto inizio da una vicenda familiare italiana e precisamente da Battista Gianadda, nato a Curino (Biella) nel 1876, nonno dell’attuale fondatore e Presidente della Fondazione. In breve la loro storia. Poiché la vita a Curino era priva di prospettive, Battista, come altri compaesani, lasciò il luogo natale in cerca di futuro. A soli 13 anni partì a piedi per la Svizzera attraverso il Sempione. Abile manovale trovò lavoro a Vaud presso un cuneese già trapiantato, trasferendosi infine a Martigny e diventando qui un impresario edile. Nel 1933 fondò con il figlio Robert, padre di Leonard, la Société Gianadda e Figlio che si affermò fra le maggiori imprese edili elvetiche. Leonard, nato nel 1935, compì studi classici; negli anni Cinquanta, viaggiando in Italia, scoprì le bellezze della terra dei suoi avi scattando stupende fotografie e girando quindi il mondo come fotoreporter per conto di giornali e riviste illustrate. Nel 1978 inaugurò a Martigny sui resti di un tempio gallo-romano scoperto su un terreno di sua proprietà la Fondation Pièrre Gianadda, in omaggio al fratello morto prematuramente nel 1976. Leonard non ha mai dimenticato le origini biellesi della sua famiglia e nel 2015 la Fondazione da lui costituita e la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella hanno firmato un protocollo d’intesa, come partner privilegiati, entrambe attente, per Statuto, ai temi sociali e culturali. Esse si impegnano a collaborare per la realizzazione di eventi e mostre comuni anche attraverso prestiti di opere d’arte, fotografiche e materiali culturali diversi. L’accordo è stato sancito dalla mostra che ha inaugurato gli spazi di Palazzo Gromo Losa, rinnovati dopo restauro: “Leonard Gianadda, l’uomo e l’opera & il Mediterraneo degli anni ‘50” con le immagini giovanili del protagonista. L’Istituzione svizzera ad oggi ha superato i dieci milioni di visitatori. Ora l’esposizione in corso a Biella presenta un corpus di opere di uno dei più grandi fotografi del Novecento, Henry Cartier-Bresson (1908-2004), tratto dalla collezione Sam, Lilette e Sebastian Szafran, di proprietà della Fondazione. Trattasi di 150 stampe originali ai sali d’argento delle oltre 200 donate nel corso degli anni dal fotografo all’artista suo amico Sam che, a sua volta, le donò alla Fondazione Gianadda in memoria del fotografo scomparso. L’amicizia tra i due era nata a Parigi durante una mostra di disegni di Szafran, al quale Henry aveva chiesto di avere lezione di disegno, sua passione trascurata per la fotografia. Avvenne così che il fotografo donò in varie occasioni, a mò di lettera, immagini tratte dal suo archivio accompagnate da dediche, riflessioni, versi improvvisati, per cui questa raccolta è un riflesso fedele di tutta la sua opera e la sua poetica, con i numerosi incontri con gli artisti come Giacometti, Matisse, Bonnard, Picasso, Edith Piaf, Jeanne Moreau, oltre a scatti di momenti storici e paesi lontani. Artista fondamentale del Novecento, fra i fondatori dell’Agenzia Magnum, fu l’inventore del reportage contemporaneo e dello stile fotografico detto “Candid”, caratterizzato dalla mancanza di messa in posa dei soggetti, catturando la realtà nel suo “momento decisivo”, titolo, questo, del suo più celebre libro, con copertina disegnata da Matisse. Palazzo Gromo Losa, acquisito nel 2004 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e al centro di un lungo restauro che ha consegnato a questo territorio uno spazio ideale di pregio per ospitare attività culturali e sociali di diversa natura, ha alle spalle una storia lunga e complessa che risale al Tardo Medioevo, quando era un’elegante dimora signorile. Il nucleo originario è costituito dalla manica nordorientale e risale con ogni probabilità al XIV secolo. Il corpo del Palazzo che si prolunga verso mezzogiorno presenta invece elementi architettonici che lo fanno risalire all’inizio del Seicento. Alla fine dell’Ottocento il complesso fu acquistato dalle Suore della Provvidenza di Antonio Rosmini e trasformato in collegio femminile prima e in istituto scolastico privato poi, per giungere all’acquisto della Fondazione. Il palazzo è circondato da un ampio giardino (visitabile insieme alla mostra di Cartier-Bresson) che occupa una superficie di oltre 5.500 metri quadri, a cui vanno aggiunti il cortile centrale, il “giardino delle essenze” (con erbe aromatiche quali salvia, rosmarino, lavanda), l’area alberata orientale e il pendio boschivo. Troviamo qui varie specie floreali che assicurano una fioritura costante da Maggio a Novembre. In parallelo a questa esposizione, la Fondazione bancaria biellese presso lo Spazio Cultura ospita la mostra “Un cammino verso il mondo: i Gianadda da Curino a Martigny”, visitabile fino al 15 Maggio 2016. Con lo stesso biglietto di 5 Euro per l’ingresso a Palazzo Gromo Losa è anche possibile accedere al Museo del Territorio Biellese per la mostra “Biella pioniera della Fotografia; un affascinante viaggio a partire da Giuseppe Venanzio Sella”; questi, primo Presidente della Banca Biellese, nata nel 1869, era fratello di Quintino, a quei tempi famoso politico, che ricoprì anche il ruolo di Ministro delle Finanze e al quale è stata intitolata la Via dove è collocato il museo stesso.

Palazzo Gromo Losa – Corso del Piazzo 24, Biella; fino al 15 Maggio 2016; Orari: venerdì 15-19; sabato 15.30-19; domenica 10-13 e 15.30-19; info: 015 0991868; www.fondazionecrbiella.it

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Fabio Giuliani

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