zia Marisa – Giornale del Garda https://www.giornaledelgarda.info by Dipende Tue, 19 Mar 2024 03:45:26 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.5.30 I viaggi della Zia Marisa: TRA GLI ORSI POLARI – Viaggio alla Baya di Hudson a Churchill in Canada https://www.giornaledelgarda.info/i-viaggi-della-zia-marisa-tra-gli-orsi-polari-viaggio-alla-baya-di-hudson-a-churchill-in-canada/ Tue, 11 Apr 2017 06:57:09 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=27979 Carissimi amici, sono tornata da poco dal Polo Nord insieme ai miei compagni di viaggio. Il nostro obiettivo era vedere “I re dell’Artico”: gli orsi bianchi. Il viaggio è stato straordinario e le emozioni che ho provato sono state molto forti. Non avevo mai visto una natura così incontaminata, dai grandi laghi ghiacciati alla tundra con licheni rossi e bianchi, all’alba pallida e lontana e agli orizzonti che non finivano mai. Quando abbiamo raggiunto l’ultimo lembo di terra artica ho avuto l’impressione di essere sulla luna. Per raggiungere la Baya di Hudson abbiamo volato da Malpensa a Toronto e poi da Winnipeg a Churchill. Appena arrivati, siamo partiti alla ricerca di orsi polari a bordo di un Buggy, un jeeppone con gomme grosse e alte che protegge dagli attacchi degli orsi e permette di attraversare i laghi ghiacciati, i fiumi, la tundra, i fossi. Siamo riusciti a vedere molti orsi bianchi: alcuni dormivano, altri si rotolavano nella neve o saltavano da un fosso all’altro per poi tuffarsi nelle acque gelide. Anche mamma orsa con i suoi due piccoli ha attraversato il lago ghiacciato sotto i nostri occhi e siamo riusciti a scorgere una volpe argentata. E’ stato molto difficile fotografare gli orsi, infatti se non alzavano la testa mostrando i loro occhi neri, sembravano grandi batuffoli di lana bianca. Abbiamo dovuto aspettare pazientemente per fare buoni scatti, ma siamo stati ripagati. Durante il soggiorno in Canada, stavamo sul Buggy per osservare gli orsi dalle 8 del mattino fino alle 16, compreso il pranzo. Alla sera cenavamo con buonissima carne di bisonte e alce, e assaggiavamo dolcetti fatti dai nostri cuochi. Dopo cena il naturalista ci spiegava meglio la vita e le caratteristiche degli orsi polari. Abbiamo appreso che le madri portano avanti una gravidanza che dura soltanto un mese, e quando il piccolo nasce, pesa circa un kilo. Dopo un solo mese arriva a pesare più di dieci chili per via del latte materno molto grasso. I cuccioli rimangono con la mamma per circa tre anni, e quando crescono possono arrivare a pesare fino a un quintale. Gli orsi bianchi hanno i piedi palmati ricoperti da peli molto grossi per poter camminare sul ghiaccio: percorrono infatti anche 50 km al giorno. In autunno questi animali si ritrovano intorno alla piccola cittadina di Churchill aspettando che le lastre ghiacciate formino delle piattaforme, in modo da poter raggiungere le loro terre di caccia prima dell’arrivo dell’inverno. Nel viaggio di ritorno abbiamo fatto due soste. Ci siamo fermati prima a Winnipeg, una bella cittadina moderna e ecologica, con diversi giardini botanici e bellissime piazze. Mi ha colpito particolarmente la Piazza del Parlamento, dove si trova una stele commemorativa per il centenario del diritto di voto alle donne. La seconda fermata è stata Toronto, la capitale dell’Ontario. E’ una città in espansione, caratterizzata da alti grattaceli giovani, alternati a piazze più antiche in mattoni rossi, dove si trovano ristoranti e caffetterie caratteristici della zona. Le attrazioni più significative di Toronto sono i velieri nel lago Ontario e i musei della città. Particolarmente interessanti da osservare sono le opere di Henry Moore come la scultura in Nathan Phillips Square davanti al Municipio e le costruzioni dell’architetto Santiago Calatrava. Da Toronto siamo ripartiti con l’aereo verso casa. Si è concluso così il nostro viaggio, fatto di emozioni che non avevo mai provato prima, che mi ha dato il privilegio di conoscere l’unica zona al mondo in cui è possibile vedere e osservare da così vicino gli orsi polari, semplicemente splendidi immersi nel loro ambiente naturale.

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Da Dipende Giornale del Garda Primavera 2017

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I Viaggi della Zia Marisa: Raccontando LUBECCA https://www.giornaledelgarda.info/i-viaggi-della-zia-marisa-raccontando-lubecca/ Thu, 28 May 2015 08:53:05 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=21170 L’anseatica “Città dei Sette Campanili” dall’illustre passato ed il dinamico presente. Tra l’elegante architettura, la festosa accogliente armonia dell’ambiente e i battelli che la attraversano per arrivare al Mar Baltico

Sono stata a Lubecca con i miei nipoti Barbara, Alessandro e Gabriella e, appena arrivati, dopo un’ora e mezzo di volo, abbiamo esclamato “che meraviglia di città!” Tutta deliziosamente raccolta, una gioia per gli occhi,  circondata dal verde e dall’acqua e vicina al mar Baltico . E’ dunque avvincente immergersi in uno spazio urbano che risale al XV secolo, superato per numero di abitanti solo da Colonia e Praga. Tra l’altro, nel 1987, l’UNESCO ha dichiarato il suo centro patrimonio culturale mondiale.  Entriamo  dalla  possente  porta dell’Hostentor, con ai fianchi  due torri appuntite risalenti al 1478,  simbolo emblematico della città di Lubecca e subito ci si presenta il fiume Trave che la attraversa, con i suoi molteplici vaporetti e barconi carichi di merce. E’ una città molto attiva e le sue tecniche per la salute e la sicurezza vengono esportate in tutto il mondo. Percorriamo poi il grande viale che dall’Hostentor ci porta nel cuore di Lubecca, Rathausplatz.  Ovvero la piazza principale dove ha sede il municipio e rimaniamo incantati oltre che per l’architettura, per  la festosità: gente che beve  birra e mangia panini con wurstel e senape, banchetti che mettono in mostra la loro merce il tutto accompagnato da tanta musica. Colpisce la ricchezza di negozi, di ristoranti dove campeggia l’aringa, di cioccolaterie e di fornerie che propongono pane e dolci squisiti. Appuntamento obbligato la storica abitazione del premio Nobel Thomas Mann, autore de “I Buddenbrook”, il suo capolavoro, dove  si descrive la decadenza  della borghesia europea. Una casa molto bella, arredata con gusto e con tante fotografie di famiglia del famoso scrittore che suscitano tenerezza.  Altrettanto bella, in stile gotico, è la chiesa di Marienkirche,con le sue guglie maestose. Al suo interno, dove assistiamo ad un concerto di musica classica, il più grande organo d’Europa. Il nostro viaggio dentro Lubecca prosegue con le visite al Duomo, alle Chiese di Santa Caterina e di Sant’Egidio, tutte con campanili aguzzi che svettano in cielo con grazia e donano alla città, chiamata appunto “città dei sette campanili”,  molta eleganza. Altra tappa quella programmata al Museo delle Marionette di Fritz Fey. Un’eccezionale raccolta di  circa 2000 pupazzi fra marionette  e burattini, antichi manifesti e arredi scenici che attira numerosissimi visitatori.  Lubecca ospita parecchi musei. Da quello di storia naturale a quello etnologico, al grande auditorium, ma che non ci è stato possibile visitare per i pochi giorni a disposizione. Visitiamo invece i piccoli  quartieri antichi chiamati i “ Gangi” che sono dei musei all’aperto ; ogni quartiere ha un portoncino d’ingresso numerato che porta all’interno di un giardino pieno di fiori con le casette  piccole a un piano. Ci pare di tornare indietro nel tempo e proviamo una sensazione di grande serenità.  Ma l’emozione più grande  arriva durante la gita  a Travemunde  sul mar Baltico con il battello. Attraversiamo tutta la città di Lubecca ammirando da lontano i suoi campanili affusolati, le casette di villeggiatura sul fiume, vedendo in lontananza il mare. Arriviamo a Travemunde “La bella figlia di Lubecca”  e ammiriamo il Baltico in tutto il suo splendore, illuminato dal sole con i transatlantici  e  il veliero Passat che scivola sull’acqua a vele spiegate . E’ uno scenario stupendo  che  conferisce a Travemunde un’aria romantica di passato marinaro come una delle città anseatiche del baltico. Passeggiamo sul lungo mare gustando l’aringa buonissima come la sanno preparare  i nordici, e bevendo un buon bicchiere di birra. Così finisce il nostro breve viaggio. Portando con noi nel cuore il ricordo di Lubecca e del Mar Baltico.

Marisa Meini Ventura

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I Viaggi della Zia Marisa https://www.giornaledelgarda.info/i-viaggi-della-zia-marisa/ Mon, 23 Dec 2013 07:30:52 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=15255 Sono stata a San Pietroburgo con i miei nipoti Barbara ed Alessandro e vi posso dire che sono rimasta davvero affascinata da questa città soprannominata “la Venezia del Nord”.

Bagnata dal fiume Neva è colma di storia e di arte. E’ una città unica, e non bastano le parole per descrivere tutta la sua bellezza, così come non si può descrivere il profumo della rosa o la vibrazione di una corda di un violino.

Fu fondata dallo Zar Pietro il Grande nel 1703 per avere uno sbocco sul mar Baltico. E’ la città più europea della Russia con sontuosi palazzi barocchi e neoclassici.Al nostro arrivo nevicava, ma così dolcemente che sembrava polvere di neve tanto da rendere più affascinante il paesaggio. Facemmo una passeggiata lungo la strada principale, piena di palazzi e di musei fino alla Cattedrale di S.Isacco con la sua grande cupola  d’oro, la quarta per grandezza dopo  S.Pietro, S.Paul di Londra e Santa Maria del fiore in Firenze.

L’interno era tutto uno sfavillio di stucchi dorati di cappelle raffiguranti santi, di altari, di lampadari che illuminavano la Cattedrale affollata di fedeli in preghiera. La guida, una bella ragazza che parlava bene italiano, ci portò poi a vedere la Chiesa della Resurrezione di Salvatore sul Sangue Versato, costruita nel 1881 da Alessandro III per onorare il padre morto assassinato proprio in quel luogo: una chiesa stupenda dai mille colori con una miriade di cupole grandi e piccole tipicamente russe. Fuori era tutto ricoperto di neve appena caduta e con i nostri passi felpati ci sembrava di camminare sulle nuvole.In seguito visitammo la cattedrale di Nostra Signora di Kazan ispirata, per le forme, al barocco italiano. E’ contornata da una grande loggia paragonabile in parte al colonnato del Bernini di S.Pietro.  E’ la seconda cattedrale in ordine di grandezza dopo S.Isacco. L’immagine della Madonna di Kazan, ricca di brillanti, diamanti e rubini, è una delle più venerate dal popolo russo per il suo grande valore simbolico. Era gremita di gente che pregava e anch’io sono andata a porgere un bacio all’icona benedetta.

La mattina successiva abbiamo visitato l’Ermitage e nel vedere il grande palazzo d’inverno degli Zar sono rimasta letteralmente senza fiato per la sua bellezza. E’ molto grande e dipinto di verde  acqua marina ed è circondato da un grande giardino. Non ci sono gli zampilli d’acqua né i fiori come d’estate, ma in compenso i turisti sono pochissimi così da poter godere appieno il museo.

Ermitage significa “luogo di ritiro”, un tempo fu il museo degli zar, ora è il più grande museo del mondo. Appena entrati abbiamo provato una grande emozione nel vedere lo scalone di gala, creato su progetto dell’italiano Rastrelli, con le colonne monolitiche di granito, i dipinti del soffitto, gli stucchi dorati, pieno di arabeschi e lo spazio illusoriamente allargato nel riflesso negli specchi. In tutte le stanze e le logge di Raffaello poi un susseguirsi continuo di opere mai viste e meravigliose. L’effetto di una scenografia architettonica barocca è impressionante così come la volta del soffitto tutta dipinta con putti e il disegno del pavimento in legno raffigurante fiori e disegni geometrici. Abbiamo ammirato l'”orologio del pavone” dove nella nicchia di vetro allo scoccare dell’ora il gallo canta, lo scoiattolo mangia la nocciolina e il pavone fa la ruota: stupendo!  Ogni salone permette di respirare l’aria di culture diverse e di ammirare grandi capolavori da Matisse a Renoir, Rembrandt, Picasso, Tiziano, Gauguin, la Madonna con il fiore e la Madonna Litta opere di Leonardo da Vinci, Canaletto e tante altre opere.

Abbiamo ammirato la loggia del  Canova con numerose opere tra le quali spicca la meravigliosa scultura di marmo bianco di Amore e Psiche, e le Tre Grazie,  che furono donate all’Ermitage dal figlio di Giuseppina Beauharnais in occasione del suo matrimonio con la figlia dello zar Nicola I. Il giorno dopo la nostra guida ci ha portato a vedere il Palazzo d’estate a Zarskoje Selò cioè il villaggio dello Zar. Questa residenza fu costruita sempre dal grande Bartolomeo Rastrelli e offerta in dono da Pietro I a sua moglie Caterina I che adorava intensamente. Il palazzo è grandioso, lungo più di trecento metri decorato di strisce azzurre, bianche e tanti stucchi dorati alle finestre. In fondo troneggiano le cupole della Chiesa a forma di cipolla tutte rivestite di oro zecchino. L’interno è meno appariscente del palazzo d’inverno ma sempre emozionante. Le scale sono ricoperte di tappeti rossi e alle pareti ci sono una infinità di mensole di marmo con sopra vasi di Limoges. Abbiamo visitato i saloni del trono, quello della galleria di pittura, tutti grandiosi pieni di luce grazie alle finestre e agli specchi con intagli dorati e soprattutto abbiamo ammirato le enormi stufe di maioliche azzurre tutte dipinte. Bellissimi i servizi di porcellana che imbandivano le sale da pranzo con decori floreali.

Ma il maggiore spettacolo del palazzo resta la sala d’ambra completamente decorata con gemme preziose. Guglielmo I donò allo zar Pietro I i pannelli d’ambra che in seguito diventarono la base della sala del palazzo. Le sue tre pareti dal parquet al fregio sono completamente rivestite di varie tonalità di ambra dal colore d’oro che le rendono splendide. Durante l’occupazione nazista la sala d’ambra fu rapinata, rimasero soltanto un mosaico fiorentino e un mobile. La ricostruzione durò alcuni decenni e il 31 maggio 2003 la sala è stata inaugurata . Essa risulta, come ha detto la guida, il massimo esempio dell’abilità di tanti celebri artisti del passato e del presente.

Tutto di San Pietroburgo mi ha affascinato e incantato: le sue cattedrali, i suoi musei, i canali, i palazzi, i suoi dintorni, i ristoranti caratteristici chiamati “ristoranti biblioteca” con tanti libri alle pareti, lo splendido Ermitage e anche “ la polvere di neve “ che ci baciava dolcemente…

 

Marisa Meini Ventura

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IMPRESSIONI DI VIAGGIO https://www.giornaledelgarda.info/impressioni-di-viaggio/ Thu, 01 Feb 2007 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=17129

Da questo mese inizia una nuova rubrica. Zia Marisa ci racconta le sue impressioni e i suoi ricordi di viaggi in giro per il mondo.

Cari lettori, sono appena tornata dall’Arnashal Pradesh nell’India nord est. Vorrei raccontarvi del mio viaggio che è stato molto interessante anche se faticoso. Infatti abbiamo dovuto fare molti percorsi in montagna in jeep con una infinità di curve da rally, pensate che un giorno da Ziro ad Along al confine con la Cina e il Bhutan abbiamo fatto 320 km di curve ininterrotte. Ma ne è valsa la pena perché il paesaggio è stato stupendo: abbiamo visto la vera foresta tropicale con bananeti, bambù giganti, pareti di montagna piene di stelle di Natale, felci enormi, papaia, piante di tek, abbiamo visto scendere dai canaloni elefanti che portavano tronchi d’albero guidati da indigeni (sembrava di vedere una scena del film Kim di Kipling). Abbiamo provato l’emozione di navigare sul grande fiume Bramaputra che nasce dall’Himalaya e va nel Gange, vedendo i villaggi e come vivono. Abbiamo attraversato i ponti sospesi fatti di bambù. Abbiamo “assaporato” cosa significa dormire in letti di assi con delle coperte anteguerra e per bagno un buco alla turca con un secchio d’acqua e un rubinetto. Abbiamo visto tribù dove le donne si imbruttiscono mettendosi dei piattelli neri al naso per fare in modo di non essere rapite. Abbiamo goduto della vista di grandi piantagioni di tè e di riso, pensa che la pianta del tè è alta circa 60 cm e ha le foglie come il nostro basilico. È bello vedere a perdita d’occhio tutta quella distesa di verde. Abbiamo provato l’emozione anche di dormire in un cottage che era la residenza estiva di un Marhaja con un parco da paradiso terrestre e lenzuola di seta pura. Gli indiani sono persone squisite di una gentilezza raffinata, le ragazze sono bellissime con capelli neri fluenti e la pelle ambrata e hanno tanta grazia perfino quando vanno in bicicletta. 
    

Di: Marisa Ventura

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