Angelo Peretti – Giornale del Garda https://www.giornaledelgarda.info by Dipende Fri, 29 Mar 2024 07:57:27 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.5.30 Bardolino DOC: Chiaretto revolution https://www.giornaledelgarda.info/bardolino-doc-chiaretto-revolution/ Fri, 10 Apr 2015 18:32:22 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=20753 Angelo Peretti intervista Franco Cristoforetti,  presidente del Consorzio del Vino Bardolino DOC, a proposito della rivoluzione del nuovo vino Chiaretto nella zona del Lago di Garda veronese.

]]>
Il 25 aprile si andava a San Vigilio https://www.giornaledelgarda.info/il-25-aprile-si-andava-a-san-vigilio/ Wed, 25 Apr 2012 07:58:11 +0000 http://www.giornaledelgarda.info//?p=8218 Di tanto in tanto s’alzava, strepitando, una voce femminile: “Sante spòrte piene, òra pro nobis”. Rispondevano gli altri in coro: “Sante spòrte ùde, òra pro nobis”. Era il popolino che si burlava un po’ del prete e delle litanie che accompagnavano la processione, quella che da Garda, sul “mio” lago, portava a punta San Vigilio la mattina del 25 aprile, giorno di San Marco e delle rogazioni, quelle che servivano a invocare l’intercessione divina sulle campagne, ma anche a controllare i confini della parrocchia. E la pieve di Garda ha giurisdizione anche su San Vigilio e sulla sua romantica chiesetta che si tuffa nel lago. Oggi i gardesani non ci vanno più a piedi fino a San Vigilio. Domina l’auto: la processione e le giaculatorie sono un ricordo. Eppure c’è sempre parecchia gente alla Messa mattutina nella chiesuola. Anche perché questa del 25 di aprile è l’unica occasione per entrarci. Poi ci si ferma sul porticciolo a mangiare uova sode e pane e salame. Che cosa fosse il 25 aprile dei gardesani fino a tre o quattro decenni fa l’ha raccontato con ottima penna il compianto Pino Crescini. “Una volta – ha scritto – era un largo fiume, che si snodava variopinto lungo la strada bianca verso Torri, stretta fra cipressi e olivi. Già grosso partiva dalla chiesa e, a ogni sbocco di strada, s’arricchiva di famiglie e comitiva che vi s’imbrancavano, o s’accodavano, davanti al sacerdote salmodiante. E dal sagrato della chiesa fino a San Vigilio era tutto un dipanarsi di avemmarie e paternostri, cui tutti rispondevano cantilenando, eccetto i ragazzini che scherzavano e si pizzicavano e venivano presi a sberle dai papà” Il testo di Crescini è stato pubblicato postumo: il libro s’intitola “Parole che muoiono”. “Via via – continua la narrazione di Crescini -, i passi si facevano più strascicati, i bambinelli frignanti venivano issati sulle spalle dei padri, le voci si facevano più fioche e roche. Finché si giungeva, oltre le Preare incoronate di gran cespi d’agave dai fiori azzurri, al culmine della salita. Il chierichetto con la croce si precipitava affannato giù pel viale opaco di cipressi che mena di fronte a villa Guarienti, e dietro a lui, accelerando e passo e litanie, la valanga dei fedeli. Sicché il prete in piviale si trovava all’improvviso solo, coi due chierichetti aggrappati ai fianchi, a consumare la restante via a passo solenne di pro-cessione”. Ed ecco, nel racconto di Crescini, cosa accadeva finita la Messa: “Finalmente ci si poteva sparpagliare in libertà: era ora, sbatteva una fame! Famiglie, parentele, sciami di ragazzotti e signorine fra le còle di olivi, fra i dirupi dei Bechéti a specchio del Trép, sui ciottoli bianchi dell’armonioso seno di Sentrémole, coronato di alti pioppi stormenti. C’era chi s’arrampicava fin sulle balze di Gàrdole e di là chiamava i rimasti sulla riva. Sul tardi si ritornava in comitive sbrigliate, che s’allungavano o s’addensavano sul ciglio della strada, e nelle retroguardie s’imboscavano i morósi. Il prete che era più avanti, con la cotta sul braccio, seguito dal sagrestano impacciato dal piviale, ogni tanto guardava addietro con occhi tra bonari e severi”. Questo era il san Marco dei gardesani, dei miei ex compaesani. Oggi non è più così. Ma la tradizione non è del tutto dimenticata. Spero non finisca tra le parole che muoiono.

Angelo Peretti

]]>
CICLISMO INTORNO AL GARDA SOUTHGARDABIKE 2011 https://www.giornaledelgarda.info/ciclismo-intorno-al-garda-southgardabike-2011/ Tue, 12 Apr 2011 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=16671 Anche quest’anno la granfondo medolese tornerà a calcare gli splendidi scenari offerti dalle Colline Moreniche, richiamando migliaia di appassionati per una giornata di sport e divertimento sul nuovo tracciato disegnato nel basso Garda tra i comuni di Medole, Cavriana e Solferino, in programma il prossimo 2 – 3 aprile. Il percorso marathon della 5ª South Garda Bike Colline Moreniche, ideato da Gianluca Bosio del Pedale Medolese, misura 54 chilometri, con una parte inedita di tracciato, quella che interessa la prima parte di gara, quella in cui il percorso si snoda da Medole sino a ridosso delle Colline Moreniche, attraverso una serie di passaggi spettacolari che alternano tratti veloci ad altri più tecnici che raggiungono l’apice nei pressi di Cavriana. Superato il centro abitato, il percorso diventa più semplice e scorrevole e si snoda su larghe strade sterrate favorendo andature di gruppo dove potrà essere fondamentale trovare la ruota giusta. La corsa proseguirà sulle storiche terre di Solferino ed a pochi chilometri dal traguardo, nella zona tra Solferino e la Madonna della Scoperta, l’inedito passaggio al Passo dei Corvi nasconderà gli ultimi passaggi tecnici che metteranno a dura prova i bikers prima della volata finale. Un percorso che nei suoi 54 km. presenta solamente 700 m di dislivello complessivo ma non per questo dovrà essere sottovalutato. “Il tracciato della 5ª South Garda Bike Colline Moreniche non è particolarmente difficile” commenta Gianluca Bosio al rientro dalla prima ricognizione sul tracciato. “E’ adatto a tutti ed è stato ideato tenendo in considerazione quella che potrà essere la preparazione dei partecipanti nelle prime fasi della stagione”. Grazie alla rinnovata collaborazione tra Sport Nature Tour e ADICI – Associazione Distretto Calze e Intimo alla 5ª South Garda Bike Colline Moreniche sarà distribuito, solo ai primi 1000 iscritti, un pacco gara di assoluto valore tecnico: un’innovativa maglietta sottotuta studiata e progettata grazie all’esperienza di ADICI secondo i canoni richiesti da chi vive la mountain bike. La festa della mountainbike comincerà con la Baby bike il sabato pomeriggio nel parco comunale di Medole, mentre nel tardo pomeriggio di sabato i campioni della specialità animeranno il Bike trial. Domenica alle ore 10 è prevista la partenza della gara per il percorso Marathon e Middle e alle alle 10.15 partirà anche la Familybike la passeggiata ecologica non competitiva con qualsiasi tipo di bici, aperta a tutti.

 Info: www.southgardabike.it

Di: Angelo Peretti

]]>
ELOGIO DEI VINI DA BERE https://www.giornaledelgarda.info/elogio-dei-vini-da-bere/ Mon, 28 Mar 2011 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=18400 Ritorno ai vini “da bere”, quelli che nascono per stare insieme con il cibo, con la cucina.

È stata un’infatuazione collettiva e ancora se ne vedono le conseguenze. A partire dagli anni Ottanta si è imposto nel mondo del vino il cosiddetto “gusto internazionale” che piaceva e tuttora piace agli americani e che ha finito per omologare la produzione vinicola dagli Stati Uniti alla Francia, dall’Australia al Cile, dal Sudafrica all’Italia. Tutti a produrre vini rossi carichi di colore, muscolosi e potenti, alti di alcol, tannici. Vini “da concorso”, vini da degustazione. Ma poco adatti alla tavola. Ora finalmente sembra che le cose stiano cambiando. Si sta tornando ai vini “da bere”, quelli che nascono per stare insieme con il cibo, con la cucina. Che è poi la collocazione “naturale” del vino. Personalmente, questi vini, con una parola che ad alcuni piace e ad altri non va giù, li chiamo i “vinini”, perché sono l’alternativa agli altri, i “vinoni” premiati dalle guide e dai buyer internazionali. Ci ho scritto anche un “manifesto”. Dice così: “Nell’epoca del dominio globale dei vini concentrati, tannici ed alcolici, rivendichiamo il diritto alla piacevolezza dei vini da bere. All’estetica autoreferenziale della degustazione anteponiamo l’immediatezza appagante della freschezza fruttata e della sapidità. Alla razionalistica dittatura della valutazione centesimale opponiamo l’umanistica vocazione alla convivialità del vino, simbolo della condivisione e della fraternità. Rifiutiamo l’omologante gusto internazionale nel quale è smarrita ogni specificità, sostenendo l’unicità del vino che interpreta il sapere gastronomico d’un territorio. Rifuggiamo dall’ossessiva ricerca della perfezione enologica, preferendo il vino nel quale si sostanzi l’irripetibile comunione dell’ambiente naturale e dell’ambiente umano. Promuoviamo l’onesto piacere del vino come risposta all’incultura dell’eccesso ed alle opprimenti teorizzazioni del dilagante neoproibizionismo”. Sarà piccola cosa, ma mi piace stare col vino che invita alla convivialità, alla tavola. Il vino della tradizione. Quella nostrana. Quella migliore.

Di: Angelo Peretti

]]>
Lago di Garda IL GIOCO DELL’OLIO https://www.giornaledelgarda.info/lago-di-garda-il-gioco-dellolio/ Wed, 03 May 2006 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=18114

Il gioco dell’olio, ché vorrei parlare d’abbinamento. Di maritar l’olio con le pietanze, con gli alimenti.
Angelo Peretti ha recentemente ricevuto a Sorrento il premio giornalistico “Sirena d’Oro” per un articolo sugli oli veronesi scritto per L’Arena. In omaggio al vincitore abbiamo saccheggiato (amichevolmente autorizzati) il sito www.internetgourmet.it. Il pezzo sottratto riguarda un simpatico gioco con l’olio spesso proposto dal mitico Peretti ai laboratori del gusto tenuti per Slow Food 

Subito ribadisco tre concetti. Primo: quando dico olio, intendo l’extravergine d’oliva. Secondo: l’extravergine ha da essere di grande qualità, fatto con le olive a invaiatura superficiale, quand’appena accennano a cambiar di colore, e frante nell’immediato, poche ore (pochissime) dopo la raccolta, e dunque potente ed elegante insieme. Terzo: l’olio di qualità costa, d’accordo, ma va usato a poche gocce, ché sennò son calorie inutili e spreco, come se il balsamico – l’aceto – lo s’impiegasse a bicchierate. N’aggiungo un altro, di concetti: quando dico olio, rifiuto la sua definizione di condimento. L’extravergine non è condimento. È piuttosto un esaltatore di sapidità. E come tale – a mio avviso – va adoperato. Per averne il meglio. Chiarisco. Se prendete in mano il vocabolario, potrete leggere che un condimento è «una sostanza aggiunta alle vivande per renderne più gradevole il sapore». D’accordo: l’extravergine può servire anche a questo. Ma è interpretazione riduttiva. Vorrebbe dire che l’olio serve solo su piatti che di per sé non hanno gran pregio. Pietanze miserelle, che abbisognano di sapore, di brio, di slancio. Sarebbe povera e piccola cosa. In realtà, l’olio extravergine d’oliva vale molto, molto di più, e non solo dal punto di vista salutare. Intendo che ha maggior valore in cucina. Ché il suo ruolo non è tanto quello d’aggiungere sapore a un alimento, bensì d’esaltarne le caratteristiche gustative intrinseche. Amplificandone di volta in volta l’aromaticità, la fragranza, la succulenza, la dolcezza.Ricordiamoci che l’olio è un grasso, e fra le caratteristiche de’ grassi c’è quella d’assorbire pressoché istantaneamente gli aromi, i profumi con cui vengono a contatto. Il che può essere un problema – lo capite – se l’olio è conservato male: in presenza d’odori sgradevoli, li fa subito suoi. Però, se bene indirizzata, questa prerogativa può essere un’arma in più a disposizione di chi ami il piacere della tavola. Roba da gourmet.Adesso il gioco. Nelle righe che seguono ripeto i quattro test che in genere mi piace alternare nei laboratori Slow. Tutti basati su quant’ho appena detto. Ossia sull’immediata esaltazione degli aromi. Primo: olio e pane. La bruschetta. Ricetta semplice: pane, olio, eventualmente una strofinata d’aglio. Siamo talmente abituati a mangiarla, che non ci accorgiamo neppure più della prodigiosa escalation di sapore che avviene preparandola. Al punto che siamo soliti pensare che serva ad esaltare la bontà dell’olio. È vero esattamente il contrario: amplia il sapore del pane. La prova? Basta assaggiare il pane e l’olio prima da soli e poi uniti insieme. V’accorgerete che ad essere amplificato dall’abbinamento non è il sapore dell’olio, bensì quello del pane. Più buono è il pane, più intensa diventa la sua fragranza mettendoci sopra un po’ d’extravergine. L’olio assorbe all’istante il sapore del pane e lo esalta. Il che fa intuire il trucco di certi frantoiani: se hanno olio di scarso valore, ve lo fanno provar sul pane. E voi finite per comprarlo. Secondo test: olio e mele. Assaggiate una fettina di mela golden. Poi prendetene un’altra e metteteci sopra un goccio d’olio: il sapore di mela s’amplifica in bocca. L’olio ha fatto suo l’aroma del frutto. Questo dice che qualche goccia d’olio riesce a trasformare una semplice macedonia di mele (ma anche d’arance, banane, ananasso) in un piatto d’appeal. Lo stesso effetto l’avete versando un goccetto dell’olio su un gelato alla mela, su una torta di mele, su uno strudel. Terza esperienza: l’olio col formaggio. Masticando un formaggio giovane s’avverte un lieve sentore di latte. Mettete sullo stesso formaggio un goccio d’olio: mangiandolo (che la masticazione sia lunga, profonda), non sentirete quasi l’olio. Emergerà invece in tutta ricchezza una sensazione liquida di latte, materia prima del formaggio, esaltata all’istante dall’extravergine. Adesso, provate a metter sul formaggio anche una fogliolina di un’erba officinale (timo, maggiorana, santoreggia) e poi la solita goccia d’olio: niente più latte, niente più olio, bensì una strepitosa fragranza vegetale. L’olio si è unito all’aroma dell’erba e l’ha amplificato. Direte: ovvio, l’erba è prevalente d’aroma. Nient’affatto: provate lo stesso formaggio con l’erbetta ma senz’olio: da un lato del palato avvertirete il cacio, dall’altra l’erbaceo. Distinti. Quarto: olio e cioccolato. Ogni volta che lo propongo, c’è chi mi guarda storto. E mi prende per matto. Eppure, chi ama il cioccolato, lo dovrebbe qualche volta provar coll’olio. O meglio, con gli oli. Ché se avete del cioccolato amaro dovete sposarlo con un olio carico di polifenoli, e dunque amaro e piccante. Se invece preferite la dolcezza del cioccolato al latte, l’extravergine avrà da esser più delicato. Ebbene, fatta questa distinzione, basta una goccia d’olio per amplificare il sapore del cioccolato, che diventa una bomba aromatica. Se poi volete strafare, prendete una fettina di polenta abbrustolita, caldissima e grattugiateci sopra il cioccolato: in un lampo sarà liquefatto. Adesso è il momento dell’olio: ne useremo un gocciolino appena, sopra il cioccolato divenuto liquido. Sarà un’esplosione di gusto. Ora, lo so, chi non ci ha mai provato, non mi crederà. E aumenterà il numero, probabilmente, di chi vorrebbe propende per farmi veder dallo strizzacervelli. Dico invece: provate. Alla fin fine, è un gioco. Ma se va come credo – e ci hanno creduto, sin qui, in tanti – avrete finalmente scoperto quale tesoro venga dall’oliveto.

]]>
Pozzolengo (Bs) PREMIO STELLA DEL GARDA https://www.giornaledelgarda.info/pozzolengo-bs-premio-stella-del-garda/ Wed, 30 Nov 2005 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=17057

POZZOLENGO: 
CROCEVIA DI TRADIZIONE E MODERNITA’ 

Il comune dell’hinterland gardesano ha ospitato il concorso organizzato dal Consorzio di Tutela Lugana Doc, che premia i migliori Vini Lugana. Da queste parti passerà il tracciato della Ferrovia ad Alta Capacità. Preoccupazione tra operatori economici, istituzioni e comunità locale, a cominciare dal Sindaco Paolo Bellini

A Pozzolengo con il Consorzio Tutela Lugana Doc che ha organizzato la rassegna Stella Del Garda.
L’organizzazione guidata dal Presidente Paolo Fabiani in collaborazione con l’Ente Vini Bresciani, conferma con questo evento, l’impegno nella divulgazione di questo vino bianco d’autore. Teatro della rassegna il Castello di Pozzolengo che ha ospitato produttori, appassionati ed avventori in questo viaggio dentro le peculiarità del nettare bianco prodotto nel piccolo triangolo di terra argillosa, situato a cavallo tra le province di Brescia e Verona. Un territorio prezioso, con al centro Pozzolengo e le sue tradizioni, da tutelare e salvaguardare con concretezza ed impegno. 

UN BIANCO CHE SORPRENDE 
a cura di Angelo Peretti

Scommettiamo che il Lugana riesce a stupire quelli che ancora credono che il vino bianco non sia capace di lungo invecchiamento?

Già: in Italia siamo convinti che i rossi possano invecchiare e i bianchi no. Sbagliato: certi vini bianchi col passare degli anni non solo si conservano, ma migliorano. Solo che in genere si crede che questa sia prerogativa dei vini francesi o tutt’al più dei Riesling tedeschi. Invece anche in Italia di bianchi da lunga conservazione ce ne sono. Magari sono pochi, ma uno è in riva al Garda: il Lugana, appunto.Così, il consorzio di tutela del bianco luganista ha pensato bene di convocare un manipolo di giornalisti per sottoporre al loro palato una quindicina di bottiglie e valutarne il potenziale. La scommessa era questa: può qualcuno di questi vini esser tale da migliorare nel prossimo triennio? Unica regola per il produttore era presentare vini almeno del 2003, esclusa dunque l’ultima annata (e, badate, il 2004 è stata ottima vendemmia bianchista). Ebbene, i wine writer si sono sentiti di scommettere su un terzo dei vini presentati, che verranno riassaggiati l’anno venturo e quello dopo e dovranno mostrarsi non già solo ben conservati, ma anzi cresciuti in eleganza.
Primo ad aver superato la selezione è il Lugana Riserva del Lupo 2003 di Cà Lojera, vino di grande carattere, magari difficile da comprendere ora, ma destinato a fascinoso futuro. Cà Lojera ha giocato una seconda ottima carta col suo Lugana Superiore 2001, che potrà ancora migliorare (e ha già quattro anni). Ha passato la prova anche il Lugana Superiore Vigna di Catullo 2003 della Tenuta Roveglia, tratto da tre successive selezioni nel vigneto. Poi, il Lugana Molceo 2003 di Ottella, uno dei più celebri bianchi gardesani affinati nel legno: non dovrebbe aver problemi a dipanarsi al meglio nel triennio. Quinto vino su cui i giornalisti si sono sentiti di scommettere, il Lugana Superiore Fabio Contato 2003 di Provenza, anche questo maturato in botte, denso di profumi di selezionatissima uva surmatura. Altri dettagli sulla degustazione, se volete, potete leggerli sul sito www.internetgourmet.it.
Ma perché il Lugana dovrebbe superare gli anni? Perché quello della Lugana è un grande terroir, fatto d’argille su cui la vigna fatica, ma dà vini di notevole freschezza e buon corpo. Capaci d’esprimersi subito, da giovani, con toni vegetali e floreali per poi passare decisamente, con gli anni, alle note fruttate e minerali. Ovvio: si parla dei Lugana migliori, meglio fatti. Ma vale la pena scommetterci davvero.

]]>
WINE & CO. VINI E ALTRI PRODOTTI DELLA REGIONE DEL GARDA https://www.giornaledelgarda.info/wine-co-vini-e-altri-prodotti-della-regione-del-garda/ Sun, 01 Feb 2004 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=16702

VINO
Recioto Classico DELLA VALPOLICELLA
Vigneti di Moron 2001
Cantina Sociale Valpolicella – Negrar (Verona)
La linea di punta della Cantina Sociale della Valpolicella ha il nome di Domìni Veneti. Comprende un gioiello di sfolgorante grazia: il Recioto tratto dalle uve appassite dei Vigneti di Moron. Finire una cena con questa dolce delizia è puro piacere. Denso nel colore di porpora, dona all’olfatto intriganti seduzioni di spezia e di piccolo frutto di bosco. In bocca è velluto, intenso nei ricordi di frutta, di confettura, di cioccolato.
Un capolavoro.
Tre lieti faccini 🙂 🙂 🙂
Bevuto il 27 dicembre 2003 a Pai.

GARDA CLASSICO GROPPELLO 2002
Scolari – Puegnago sul Garda (Brescia)

Cambio di marcia in casa Scolari, alla Raffa di Puegnago. Le giovani generazioni tentano nuove strade: se le premesse sono quelle assaggiate c’è da seguirli con attenzione. Il Groppello del 2002 è stato l’apripista. Nonostante un’annata difficile (grandine e pioggia: ricordate?), ha saputo affascinare con le sue belle espressioni di lampone e di fragola, la vegetalità controllata. Da bere e ribere. Un giocattolino da stampare nella memoria.
Sorride felice il faccino 🙂
Bevuto l’8 gennaio 2004 a Pai.

FORMAGGI
MONTE VERONESE DOP A LATTE INTERO
Caseificio Morandini – Erbezzo (Verona)

Il Monte Veronese è il vanto della Lessinia. Lo si fa in tre diverse stagionature. In teoria, perché di quello vecchio non se ne trova quasi mai: viene venduto prima. E allora devi ripiegare sul giovane e sul mezzano. Ma non è un male, se il formaggio fresco è come quello del caseificio Morandini, lassù ad Erbezzo, piena montagna veronese. Lo si fa a latte intero, e del latte rimanda netti i sentori, frammisti a cenni di fieno e di nocciola.
Due lieti faccini 🙂 🙂
Mangiato il 18 gennaio 2004 a Torri del Benaco.

OLIO
OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA 2003
Tenuta Navelli – Salò (Brescia)

Walter Karstens dev’essere un sognatore. Concreto, ma sognatore. Chi glielo fa fare, sennò, di prendersi una collina incolta, rimetterla in sesto, coprirla di vigne ed olivi e dedicarsi all’agricoltura in riviera? Il suo gradevole extravergine del 2003 ha un bel colore verde traversato da vividi lampi gialli. Il naso ricorda l’oliva fresca e l’erbetta di prato, sentori che tornano al palato frammisti a note sottili di carciofo, di nocciola e di noce appena colta.
È lieto il faccino 🙂
Assaggiato il 25 gennaio 2004 a Pai.

Per contatti: ighiottoni@tiscali.it


Antica Trattoria Lonatino
L’emozione dei sapori bresciani…..

Ha riaperto a Lonato l’antica Trattoria Lonatino, ristorante storico del paese con la tradizione della cucina italiana e bresciana nell’espressione dei suoi sapori più autentici……
La famiglia Ferrarini, ristoratrice da generazioni, ha rilevato questo storico locale rinnovandolo negli interni e rendendolo caldo ed accogliente, adatto a ad ogni occasione. La cucina riscopre i sapori caldi della nostra tradizione., sposandoli con vini classici e pregiati..
All’antica trattoria Lonatino potete trovare la pasta fatta in casa…
I tortelli …
il baccalà
con la polenta…
I coregoni ed i pregiati pesci del nostro lago… Il pesce di mare …
i dolci più sfiziosi …

e, secondo il calendario, delle magiche serate a tema…
vi rapiranno i gusti e le sensazioni tutti i giorni dell’anno

La cucina ripropone su prenotazione
il tradizionale SPIEDO
con uccelli
E POLENTA
una volta al mese, ma anche
su prenotazione

Sono in programma:

la “ MAIALATA”
tutto a base di maiale per un serata… da porcellini.

la serata del DOLCE E SALATO
…dove ogni palato potrà lasciarsi conquistare

le serate di DEGUSTAZIONE DI VINI LOCALI

la festa di CARNEVALE con chiacchere e frittelle

Lo SPIEDO TRADIZIONALE….e tante altre serate

Il Ristorante è aperto per ogni Vostra occasione e…
Pranzi di lavoro a menù fisso
Cene aziendali
Cerimonie di ogni tipo
Banchetti
Wine & cheese
Feste private

Antica Trattoria Lonatino Via Piave 4 Lonato
Per prenotazioni 030/9919761 oppure 030/9132135



Di: Angelo Peretti

]]>
WINE & CO. https://www.giornaledelgarda.info/wine-co/ Wed, 01 Oct 2003 16:15:00 +0000 http://www.giornaledelgarda.info/?p=17606

Vini e altri prodotti
della regione del Garda


VINO
Valpolicella Classico 2000 Antanel

Villa Spinosa – Negrar (Verona)
Ma che buono questo Valpolicella 2000. L’Antanel di Enrico Cascella, targato Villa Spinosa, esce tardi, due anni e più dopo la vendemmia. Non punta sui muscoli, come fanno i rossi della tipologia Superiore. No, quest’è vino che aspira alla beva elegante. Ha naso di frutta candita, di scorzette d’arancia e di cedro. Ha ricordi di timo e di piccoli fiori di prato. Sentori che tornano in bocca sui tipici, rustici cenni terrosi. Nel suo genere, un gioiello.
Tre lieti faccini 🙂 🙂 🙂
Bevuto il 17 luglio 2003 a San Pietro Incariano.

Lugana 1999 Vigna Silva
Cà Lojera – Sirmione (Brescia)
Già, 1999: il Vigna Silva è tra i pochi Lugana di più anni che si possano agevolmente acquistare. Cà Lojera è un’apripista: finalmente una cantina che non ti offre solo il bianco luganista d’ultima annata. Un’importante inversione di tendenza. Il vino è da appassionato autentico. La bocca s’è fatta di velluto, ha smussato il giovanile nervosismo del trebbiano. Emergono il frutto giallo, una vegetalità ancora fresca, la nota sottile di spezia. Eccellente.
Due lieti faccini 🙂 🙂 Bevuto il 2 luglio 2003 a Sirmione. 

OLIO
Garda Bresciano dop 2002

Pietro e Rita Rocca – Salò (Brescia)
I Rocca, papà Pietro e la figlia Rita, sono tra i più affidabili olivicoltori della Magnifica Patria. Si dividono fra le serre di erbe officinali sulla collina di Santa Caterina, a Salò, e la piccola produzione olearia. Il loro extravergine a denominazione d’origine protetta si propone con toni decisamente vegetali: ha sentori di oliva e di fieno appena sfalciato, con accenni di fiori di camomilla campestre. La dolcezza si integra con sfumature di pinolo.
Due lieti faccini 🙂 🙂
Riprovato il 25 aprile 2003 a Torri del Benaco. 

CONSERVE
Marronata

Simone Campagnari – San Zeno di Montagna (Verona)
A Simone Campagnari va dato merito d’aver fatto rivivere la marronata, confettura estinta da più di trent’anni. Lui è un giovane allevatore e contadino di Lumini, contrada di San Zeno di Montagna. Ha castagneti in località Sperane. Coi migliori marroni e con lo zucchero in parti uguali ottiene questa golosità confezionata in vasetti di vetro. Inutile cercarla nei negozi: la produzione è davvero poca. Occorre per forza fare un salto sul Monte Baldo.
Due lieti faccini 🙂 🙂
Mangiata il 20 aprile 2003 a San Zeno di Montagna. 


Per contatti: ighiottoni@tiscali.it

Di: Angelo Peretti

]]>