ASSENZIO: VITA, MORTE E RINASCITA

| 1 luglio 2005
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Cosa avevano in comune, oltre al genio artistico, personaggi del calibro di Verlaine, Rimbaud, Baudelaire, Van Gogh, Degas, Toulouse Lautrec e Wild?

Probabilmente non li abbiamo annoverati tutti, d’altronde i cultori della “Fata Verde” sono davvero una nutrita schiera. Ma partiamo con ordine, poiché il percorso storico di questa controversa bevanda è interessante e complesso.
Le proprietà officinali dell’Assenzio – ci riferiamo alla pianta – vengono riportate in un antico papiro egizio dove si descrive un preparato curativo a base di Artemisia Absinthium. Da sempre la cultura contadina utilizza decotti, infusi e tinture ricavate da questa generosa erba, le cui virtù benefiche, limitandone il consumo, sono innumerevoli. La sua proverbiale amarezza agisce sollecitando le terminazioni nervose della mucosa orale e stimolando così la secrezione del succo gastrico, per ottenere un incremento dell’appetito ed una migliore digestione. Sono conosciute inoltre le sue proprietà antisettiche e vermifughe. Ma la sua fama è legata principalmente alle glorie passate relative alla famigerata bevanda, oggetto di culto e persecuzione, bando e riabilitazione. Associato ai poeti maledetti che l’amarono e trassero da esso ispirazione e vis creativa, l’Assenzio visse l’apice del successo e della diffusione verso la fine del XIX secolo, in particolare in Francia. Bomba alcolica a 68° dall’originale sapore d’anice, si diffuse rapidamente in tutta Europa e successivamente negli Stati Uniti, decretando un notevole calo del consumo di vini. Simbolo del modo di vivere bohémien, fu musa degli artisti e protagonista di moltissimi dipinti e componimenti poetici. Al suo rituale, dal fascino iniziatico, fu dedicato un particolare momento della giornata, la cosiddetta “ora verde”, che andava dalle 17:00 alle 19:00. Tuttavia il suo smodato consumo, unito ad una preparazione non sempre corretta, finì con il bollarla come droga, fino ad arrivare al suo divieto prima in Svizzera, nel 1907, poi in Francia, nel 1915. In Italia subì la stessa sorte nel periodo della monarchia. Spagna e Portogallo invece continuarono nel tempo a mantenere vivo il mito. Ma cosa rende così micidiale un cocktail a base di Artemisia Absinthium? Esiste nella pianta un alcaloide, il Tujone, diretto responsabile delle allucinazioni e dell’assuefazione. La sua concentrazione può essere limitata grazie ai metodi produttivi di oggi, rendendo così la bevanda ancora attuale, senza intaccarne il fascino e l’inconfondibile gusto, permettendoci di riassaporare, in modo del tutto innocente, un frammento di epoche ed atmosfere irripetibili.

Di: Elena Pellegrini

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